Avevo sempre avuto paura degli ospedali.
Avevo perso mia sorella lì dentro, avevo perso mia madre, avevo perso un po' di me in ogni fessura di quelle mattonelle chiare. Non era stato semplice per me tornarci. Né da solo, né con Koko Hajime affianco.
Era un po' una specie di maledizione; ogni volta che avevo qualcuno accanto, quello si ritrovava inevitabilmente a finire male. Morto, sepolto, distrutto.
Forse, ero io il problema. Come d'altronde, si divertiva a ripetere Taiju, colui che mi aveva reso l'adolescenza un'altalena di tristezza.Le pareti verde foglia mi osservavano con i loro occhi nascosti, gli spiragli delle porte parevano parlarmi ogni volta che si aprivano o che le maniglie cigolavano. Le fissavo, irrequieto, sulla sedia monoposto che mi avevano assegnato. Nella stanza d'attesa più fredda e piccola che avessi mai visto.
«Vuoi un po' d'acqua?» mi domandò Hajime. Mi teneva stretta la mano tra le sue, più calde, più tremanti. Un sorriso rassicurante si estendeva sulle sue labbra, come se così facendo avrebbe potuto rasserenarmi davvero.
Scossi la testa.
«No, grazie. Hai sentito il medico, è meglio che non beva né mangi nulla.» asserii. Lo guardai in silenzio, abbozzando una smorfia storta che sarebbe dovuto essere un sorriso, giusto per ricambiare il suo più che perché lo volevo.
«Va bene. Allora prendo una tazzina di caffè. Mi aspetti qui?»
«Si, certo.»
I crampi al ventre non si affievolivano affatto. Andavano e venivano ogni venti secondi e nonostante le fitte acute, non riuscivo a muovere un muscolo per farle smettere. Sarebbe anche parsa comica come situazione se solo non mi fossi spaventato così tanto. Perché, quando eravamo arrivati in ospedale, e mi ero guardato tra le gambe, mi ero reso conto di una cosa, che poi, mi aveva confermato il medico; io non stavo avendo un aborto. Stavo benissimo.
Precisamente, avevo avuto delle piccole perdite, ma il dottore mi aveva rassicurato per bene, dicendo che non era nulla di grave e che anzi, dovevo tranquillizzarmi.
Così avevo fatto.
O almeno ci avevo provato.
Mi ero seduto in sala d'attesa, con lo stomaco sottosopra e un agitato e meditabondo Koko al mio fianco. Aveva guidato spericolatamente per farci arrivare il prima possibile, non si era curato di semafori, né di precedenze o stop - e grazie a qualche santo del cielo - non avevamo fatto incidente. Quando il dottore ci aveva spiegato, - o meglio, mi aveva spiegato - che non stavo avendo un aborto, lui aveva tirato un sospiro di sollievo, ed era quasi scoppiato a piangere.Era scappato in bagno per qualche minuto, ed io lo avevo lasciato fare. Non potevo impedirgli di sfogarsi, così come non avrei potuto impedirlo a me stesso. Eppure, io non avevo pianto. Troppo dolorante, emozionato, stordito.
Non avevo ancora pienamente realizzato il fatto che avessimo fatto sesso, che Koko era stato con me, che mi aveva baciato sulla bocca e sulle guance, che mi aveva accarezzato la punta del naso e delle ciglia degli occhi. No, avevamo fatto l'amore, anche se Hajime lo negava con tutto sé stesso e non provava neppure a capacitarsi di quello.
Del fatto che potessimo essere di più, di più di quello che eravamo stati.
Non avevo avuto il tempo di parlargliene, non avevo avuto il tempo di elaborare. Le immagini di quello che avevamo fatto mi continuavano a passare davanti come missili. Quando provavo a bloccarne una, il resto scorreva così veloce che mi riusciva impossibile guardare senza restarne accecato. Sbuffai, socchiudendo gli occhi e portando le dita a massaggiarmi il ponte del naso.
Non saremmo potuti tornare a casa finché non mi fosse finita la flebo che mi avevano attaccato al braccio.
Gettai un'occhiata al sacchetto appeso sopra la struttura e notai che i liquidi erano solo a metà. Una smorfia mi storse i tratti del viso e ricaddi a peso morto sulla sedia.
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Cruor, Kokonui
FanfictionOmegaverse "Avevo sempre creduto, - fermamente e spudoratamente - che oltre Koko non ci fosse spazio per nessuno. Perché, Koko Hajime, ne occupava di spazio. Era incastrato nella mia mente in una strana e contorta forma, una specie di incastro geome...