Capitolo 7

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Non posso andare da Jason, lui é all'appuntamento con Isabel, ma c'é un'altro posto dove posso andare...
Inizio a correre e ogni tanto sento qualche goccia che mu colpisce il viso. Poi un lampo seguito da un tuono. Devo muovermi.
Corro sempre più forte e gli occhi mi bruciano. Poi qualcosa mi bagna le guance, non é la pioggia, ma sono delle lacrime.
Me le asciugo con la manica della felpa, ma continuano a scendere. Alla fine mi arrendo e continuo a correre. Raggiungo il bosco.
Dopo un pò rallento. Mi fanno male le gambe e faccio fatica a respirare. Inizia a piovere sempre più forte. Un lampo. Un tuono. Un lampo. Un tuono. Tutto continua a ripetersi. Continuo camminando e intanto mi guardo intorno. Non c'é anima viva.
Dopo qualche altro minuto arrivo davanti alla casa.
É una casetta in cemento. É circondata dalla vegetazione e sulle pareti ci sono delle rampicanti.
Apro la porta che cigola ed entro chiudendomela alle spalle. É semi illuminato, ma riesco a vedere. É tutto come l'avevamo lasciato io e Jason, solo con un pò più di polvere e ragnatele. Un materasso con un lenzuolo, una sedia, un tavolo e un camino con a fianco della legna e dei giornali. Le finestre sono senza vetri, quindi l'acqua e l'aria fredda entrano.
Mi avvicino al camino e prendo della legna. Poi prendo dei giornali e cerco di accendere un fuoco. Dopo svariati tentativi ci riesco.
Mi siedo davanti al camino. Le pareti grigie sono piene di muffa.
Mi stringo il più possibile per scaldarmi e inizio a piangere.
Mio padre é una persona poco raccomandabile, un violento.
Jason ha trovato questo rifugio per me e mi ha detti di nascondermi qui quando mio padre vuole darmi del male. Nel tempo comunque Jason é diventato più forte, e lo ha fatto per me. Lo ha fatto per proteggermi. Infatti più di un anno fa Jason ha spaccato il naso a mio padre per aiutarmi, ma mia madre si é arrabbiata con lui e ha aiutato mio padre. Non é che mio padre tratti bene mia madre, é che lei é troppo cieca e innamorata per lasciarlo.
Che stupida...

Il giorno dopo mi sveglio con la luce del sole. Il temporale é finito durante la notte.
Il fuoco si é spento.
Prendo il cellulare e guardo che ore sono. Cazzo.
Devo avvisare Jason e chiedergli di coprirmi con mia madre. Non voglio che lei chiami la polizia dicendo che sono scomparsa!
Al terzo squillo mi risponde:"Ehi principessa!"
"Jason, ti prego, se ti chiama mia madre dille che ho passato la notte da te..." lo supplico io.
"Già fatto, mi ha chiamato giusto qualche minuto fa."
Sospiro.
"Tuo padre é tornato, vero?"
Si, é sicuro. Ormai lui mi legge nel pensiero.
"Si..."
"Sei lì?"
"Si..."
"Sto arrivando."
Riaggancia e il cellulare mi si spegne, batteria scarica.
Dopo una mezz'ora sento un rumore di passi veloci e la porta si spalanca.
Mi alzo di scatto e abbraccio forte Jason. Lui mi stringe a sé e mi culla tra le sue braccia.
"Principessa, da quando sei qui?" mi sussurra all'orecchio.
"Da ieri pomeriggio, da quando é iniziato il temporale..."
"Non potevi chiamarmi?"
"Eri uscito con Isabel e non volevo rovinarti l'appuntamento... a proposito, com'é andato?"
"Bene. Non cambiare argomento, lui ti ha fatto qualcosa?"
Scuoto la testa:"Stava dormendo."
"Vieni a casa mia..." dice staccandosi dall'abbraccio e prendendo con una mano io mio zaino con la mia roba e con l'altra la mia mano.
Camminiamo silenziosamente fino alla fine del bosco, dov'é parcheggiata la sua macchina.
Mi apre la portiera e poi appoggia il mio zaino sui sedili posteriori.
Sale dalla parte del guidatore e mette in moto.
"Oggi a scuola mi hai fatto passare le pene dell'inferno, pensavo di fosse successo qualcosa..."
Di solito lo avviso quando sono assente e quella mattina non l'ho fatto.
"Scusa..."
"Non devi scusarti. Preferisco preoccuparmi e basta invece che preoccuparmi e scoprire che le mie preoccuopazioni sono reali, capisci?"
Annuisco.
Mi appoggia una mano sulla guancia e l'altra la tiene sul volante.
"Non sai quante domande mi ha fatto James su di te, era anche molto preoccupato. E anche Isabel. Ti sei fatta dei nuovi amici."
Sorrido leggermente. James si é preoccupato per me.
Arriviamo a casa di Jason e, mentre prendo la mia roba dal sedile posteriore, Jason fa il giro della macchina e mi apre la portiera.
Chiude la macchina e prende le chiavi della porta di casa.
Entriamo, la casa é immersa nel silenzio. Sto per chiedere a Jason dov'é sua madre e poi mi ricordo che qualche giorno fa i suoi sono partiti per una vacanza di un mese.
"Jason, vado a farmi una doccia..."
Lui annuisce e io vado in bagno col mio zaino. Puzzo di sudore, di bruciato, di pioggia e di bosco. Questo mix non é molto gradevole.
Apro il getto dell'acqua calda e mi spoglio, prendo i vestiti sporchi e li metto in un sacchetto. Poi entro nella doccia.
Dopo una decina di minuti qualcuno suona al campanello.
Chiudo il getto d'acqua e sento Jason che risponde:"Chi é? ... Oh, sì... .... A dir la verità... .... ....e va bene... ."
Mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo ed esco dal bagno.
"Chi era?" domando e in quel preciso istante entra Isabel, seguita da James.
*----*
Cosa ne pensate??❤❤❤

È difficile ma non impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora