Era una solita giornata di lavoro grigia, io ero seduto nella mia scrivania a sistemare dei documenti datomi dal mio capo.
Finii di scrivere l'ultima firma, poi posai la penna e sospirai, guardando finalmente i documenti compilati.
"Finalmente" sospirai. Presi i documenti, mettendoli poggiati sul mio petto e mi alzai dalla sedia di lavoro. Mi diressi verso l'ufficio del mio capo.
Fissai per dei secondi la porta per poi bussare."Prego" Disse una vocina dal suo interno. Era il mio capo, con una voce roca.
Entrai e lo trovai seduto anche lui sulla sua scrivania a finire di compilare i moduli.
Entrai e chiusi la porta alle mie spalle, poi mi avvicinai lentamente verso il mio capo.
"Vi ho portato i documenti" gli mostrai i documenti che avevo poggiati sul mio petto, per poi porgerglieli. Lui li prese, guardandomi con uno sguardo serio e impassibile. Dopo avergli dato una lettura veloce, mi riguardò e poi spostò la sedia accanto alla sua.
"Prego, siediti" disse. Notai che aveva la camicia leggermente sbottonata e che mostrava un po' del suo petto. Mi sedetti accanto a lui e poi lo guardai. Ci furono dei brevi ma intensi sguardi; i suoi occhi erano verdi come l'acqua di un fiume o di una sorgente.
La mia attenzione poi si spostò dal suo braccio che si mosse e mi accarezzò i riccioli con due dita. Mentre lo faceva mi guardava, come se volesse parlarmi. Non facevo altro che notare la sua possente figura, le sue mani grandi ma che mostravano molte vene e i suoi pettorali che si potevano intravedere dalla leggera scollatura della camicia sbottonata.
"Hai dei bellissimi capelli..." Disse in un tono molto dominante, come se volesse cercare di sedurmi. Lo fissai e poi sorrisi.
"Grazie..." La sua mano si spostò dai miei capelli al mio volto, accarezzandolo con delicatezza. Chi avrebbe immaginato che un uomo così possente avrebbe potuto essere così delicato nel tocco?
Quel magico momento fu interrotto da una bussata alla porta. Essa si spalancò ed entrò un mio collega, Cross.
"Capo, ho bisogno di parlarvi" Nightmare annuì, poi mi guardò ed io andai via lasciandoli da soli.
La giornata passò lentamente come una lumaca che doveva arrivare alla cima della montagna.
Dopo la lunga e stancante giornata, mi alzai prendendo la mia borsa da lavoro e mi avviai verso l'uscita. Salutai tutti i miei colleghi con la mano e poi uscii.
Stava piovendo e iniziai a cercare il mio ombrello nella borsa, ma mi resi conto solo dopo che l'avevo scordato a casa. Sbuffai, guardando la pioggia cadermi sul corpo e sbattere contro al terreno. Mi iniziai ad avviare verso la fermata dell'autobus quando una macchina suonò il suo clacson. Mi girai e vidi il mio capo fissarmi dalla sua macchina e suonare il clacson. Si avvicinò e mi guardò attentamente."Sali in macchina su. Ti accompagno io a casa" Stavo per dire qualcosa ma altre macchine si formarono dietro a quella del mio capo, formando una coda e rumori di clacson ormai si stavano diffondendo in giro. Corsi ed entrai in macchina, gli sorrisi e mi allacciai le cinture.
"Grazie mille, senza di voi non saprei come farcela ad arrivare a casa senza essere zuppo" ridacchiai dolcemente e poi guardai fuori dal finestrino. Per quasi tutto il viaggio nessuno di noi due osava parlare. Nightmare teneva le mani sul volante e lo sguardo fisso sulla strada, io invece guardavo la pioggia e pensavo.
Iniziammo a passare e Nightmare notò un cartellone pubblicitario dove mostrava la mia immagine; ero un modello piuttosto famoso. Lui mi guardò sorridendo e con uno sguardo piuttosto divertito.
"Il mio segretario è anche un bellissimo modello. Meglio di così?" Io lo guardai e sorrisi leggermente.
Continuai a tenere lo sguardo fisso sulla strada, sugli alberi e sulla pioggia che sbatteva contro il finestrino della macchina, chiuso.
Sentì una mano toccarmi la coscia e, svelto, mi girai a vedere la mano bianca e grande di Nightmare. Lo guardai, ma non dissi nulla. Dopotutto, questo suo tocco mi piaceva su di me.
Iniziò a palparmi la coscia e iniziai a ritrovarmi in una di quelle storie dove un uomo dominante trattava una ragazza con un princess treatment. Il cuore mi batteva all'impazzata e il respiro sembrava essersi fermato. Eravamo io e lui da soli, nella macchina...Sembra molto strano che io stia avendo questa sorta di relazione con il mio capo; lui che mi tocca i capelli, che mi fa dei complimenti, che mi tocca la coscia e la palpeggia. Mi piaceva come mi trattava, mi faceva sentire apprezzato. Continuavo a fissarlo mentre lui continuava a tenere la sua mano sulla mia coscia e teneva lo sguardo fisso sulla strada e con l'altra mano invece teneva il volante e guidava.
Colsi l'occasione di poterlo guardare meglio da più vicino...I suoi occhi verdi come l'acqua, la sua pelle bianca, i suoi capelli neri con un ciuffo che ricadeva sull'occhio destro e il suo corpo muscoloso e possente lo faceva somigliare quasi a un Dio Greco. La sua mano si spostò sulla zona del mio interno coscia. Arrossii e guardai la sua mano piena di vene visibili e possente massaggiarmi quella zona lì.
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"Il mio amore per te è sofferenza" • Errormare~
RomanceError, un giovane segretario di un capo di un'azienda, stava lavorando come al suo solito. Quel giorno stravolgerà la vita di Error e, quel che il ragazzo poteva pensare fosse il più bel uomo, si trasformò in un Incubo vero e proprio. La storia cont...