La mente di Colin O'Leary faticò a concentrarsi su quanto il capitano spiegò loro a voce bassa ed espressione tirata nel salotto degli uomini poco dopo, al punto che annuì e rispose con un po' troppo brio alla cauta proposta di un nuovo incarico di contrabbando, beccandosi un'occhiataccia da Ross e lo sguardo serio e un po' perplesso di Lockhart. Rimase vari minuti con lo sguardo basso a fissare le frange spelacchiate del vecchio tappeto mangiucchiato dalle tarme per il resto del discorso per l'imbarazzo, ma si riprese in fretta: i dettagli dell'operazione se li sarebbe fatti spiegare da Kenneth che ascoltava con tutta l'attenzione di cui lui non era capace in quel momento, avendo ben altri pensieri a occupargli la testa, pensieri grossi e massicci che avevano un viso duro con i lineamenti come appena abbozzati nella pietra.
Quella sera dopo cena raggiunse Ian in quello che era divenuto il suo nuovo angolo preferito, seduto su una seggiola davanti alla porta della loro piccola dimora rimessa in sesto, fumando una pipa in creta mentre intagliava concentrato un ciocco di legno con un coltellino. Tra le volute di fumo chiaro aveva alzato gli occhi verdi dal taglio obliquo e lo aveva squadrato penetrante, quasi già si aspettasse quello che era venuto a fare lì quel nostromo figlio di umili pescatori irlandesi fasciato nel suo vestito migliore dopo una veloce lavata per rendersi presentabile; il passo di Colin si era fatto così più incerto nell'erba umida, tanto che per un fugace secondo si vide fare dietro-front per tornarsene con la coda tra le gambe a Tremorvoren House costeggiando l'orto nel buio cangiante delle prime ore della sera. Si fece quindi coraggio e dopo averlo blandito con un goccio di rum dalla propria fiaschetta personale, lo vide perdere parte della luce ostile nelle iridi smeraldo che parevano brillare nel buio come quelle di un gatto, inquietante caratteristica che il figlio maggiore sembrava aver ereditato da lui.
La voce gli uscì incerta al principio poi via via sempre più decisa al punto che Ian con una smorfia dovette fargli un cenno con la mano di abbassare il volume per non far accorrere la moglie da dentro le stanze in cui stava cucendo con le figlie prima di andare a dormire, tra cui pure Ellie che non faceva che bucarsi i polpastrelli più e più volte con l'ago, i nervi tesi come corde d'arco e l'orecchio attento a captare ogni possibile mormorio e borbottio proveniente da fuori. Nessuna al tavolo aveva fatto commenti quando aveva fatto capolino la muscolosa figura di Colin O'Leary tra i lunghi fusti di digitale e tutte si erano messe con particolare zelo a cucire e rammendare abiti seguendo l'esempio della madre. Eleanor sapeva che le lanciavano continue occhiate bramose che non riusciva però mai a cogliere in flagrante, in un altro momento avrebbe sbottato ma era così in ansia che era già buona che si fosse accorta del padre che, come d'improvviso, la chiamò fuori con fare ruvido.
Ian stava intagliando indisturbato la sua figurina nel legno, senza staccarvi lo sguardo, una lieve brezza che gli scompigliava un ciuffo rosso ondulato che gli cadeva davanti agli occhi senza che la cosa paresse turbarlo veramente.
«Mi avete chiamato, padre?» dovette chiedere Ellie nascondendo le mani tra le pieghe della sottana scura per non tormentarsele, visto che il genitore seguitava placido a staccare trucioli chiari da quello che pareva essere un corpo tozzo con quattro estremità più sottili.
Affatto turbato, Ian soffiò via della segatura dal proprio lavoro e finalmente la guardò in serena attesa. «E quindi?»
«E quindi?» ribatté lei, sentendo di stare per spazientirsi.
«Lo vuoi sposare sì o no? Non spetta a me scegliere dato che non sarò io a dover condividere il letto con quell'irlandese pieno di sé, sveglia figliola.»
Ammutolita, si ritrovò ad annaspare in cerca di parole che si erano disperse nell'aria fresca di fine settembre, anche se sapeva che il viso le era divenuto incandescente sotto lo sguardo immutato del padre, sulle cui labbra sottili aveva tremolato l'accenno di un sorriso per un fuggevole momento, ma forse erano le ombre degli alberi attorno a loro che frusciavano nella brezza che le avevano dato quell'impressione... o forse no?
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Of Seamen and Maidens - LUNA NUOVA E ALTA MAREA
Fiksi Sejarah[COMPLETA] Quarto capitolo della serie Of Seamen and Maidens. Seguito di VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSI. Cornovaglia, 1801. Dopo anni di lontananza dalla tenuta di famiglia, il Capitano James Lockhart si ritrova ad abitare di nuovo tra le mura di...