Una calda luce si espandeva all'interno di una silenziosa foresta, smuovendo questa dal suo ciclico stato notturno. Una fresca brezza fluiva tra gli alberi, portando con sé gli ultimi profumi della vegetazione estiva, ormai prossima ad un lungo riposo.
La squadra dei Giovani Pionieri si era accampata per la notte proprio in quel luogo e in poco più di mezza giornata era riuscita ad allestire un discreto accampamento, giusto in tempo per la notte. Come in ogni esplorazione, dopo aver terminato il pasto serale, l'Avanguardia (venivano chiamati così i ragazzi più grandi e con compiti di maggiore responsabilità) chiamava a raccolta tutti i bambini attorno al falò. Così i Giovani Pionieri si sistemavano in un cerchio ordinato, portando con loro il miglior bastone che avevano raccolto lungo il sentiero e sul quale avrebbero messo a rosolare i soffici cilindri di marshmallow.
Il calore si perdeva nell'aria, mosso da un vento che miscelava armonicamente l'aroma legnoso dei pini, della brace e dei dolci fumanti.
Era uno dei momenti preferiti dei bambini.
Un altro momento che adoravano tanto, perlomeno i più coraggiosi, veniva subito dopo i canti sostenuti dall'abile mano di Charles; un giovane chitarrista tutto pelle e ossa, dalla lunga e bionda chioma sempre increspata, proprio come le corde che guizzavano dalla paletta del suo strumento.
Peter, il capogruppo, si era ormai rassegnato a questa usanza; perciò, concedeva ai bambini rimasti del tempo per dilettarsi in questo hobby, ovvero quello di raccontare delle storie spaventose finché le fiamme non si fossero estinte.
Così, dopo aver mandato a dormire chi non desiderava ascoltare quel genere di storie, il gruppo si riuniva nuovamente attorno ad un fuoco sempre più debole.
Quel giorno il piccolo Konrad decise di rimanere insieme agli altri anche se non si stava divertendo molto. Infatti, giorni prima Nicklaus, l'amico a cui era più legato, venne colto da un'improvvisa influenza e non poté unirsi all'ultima esplorazione estiva dei Giovani Pionieri. Conosceva alcuni degli altri bambini ma non ci aveva legato particolarmente. Quel giorno, specialmente quel giorno, nutriva un intenso rancore verso tutti. Durante il tragitto per l'accampamento i giovani esploratori avevano seguito il percorso battuto che si snodava tra le brune Colline del cervo. Un parco naturale in cui il capogruppo Peter portava i Giovani Pionieri ogni anno per concludere la stagione estiva.
Si partiva dal parcheggio vicino l'ultima stazione di servizio della zona, si proseguiva per qualche ora di cammino attraversando prima il sentiero roccioso, poi guadando i due piccoli torrenti che si snodavano tra i verdi colli, fino a risalire le strette gole che infine lasciavano spazio ad un ampio panorama incontaminato. Da lì si continuava a salire "lungo tutto il dorso del cervo" come lo amava descrivere Peter ogni anno.
Quella volta però presero il versante opposto.
Proprio durante la scarpinata Konrad si fermò all'udire di un debole suono che giunse familiare. Nessuno oltre lui sembrava averlo notato, tanto che i due compagni con i quali stava percorrendo il sentiero continuarono il loro cammino lasciando Konrad alle loro spalle.
Questi rimase in attesa, era sicuro di aver sentito qualcosa, qualcosa che sembrava provenire da ricordi lontani.
Quando finalmente udì nuovamente quel suono ne seguì la provenienza. Raggiunse così una roccia incavata nel terreno, la cui estremità si affacciava verso la boscaglia a valle, la scalò e non appena aguzzò lo sguardo lo vide: lì, nascosto tra le silhouette dei secolari alberi massicci che svettavano all'orizzonte, si nascondeva un albero che non sembrava appartenere alla medesima famiglia. Non appena lo vide gli tornò alla mente il volto di suo nonno. Era un burbero uomo di montagna, sempre impegnato in una qualche avventura nei meandri delle boscaglie. Le persone non gli andavano a genio, tanto meno quelle che venivano dalle città. Con Konrad però era sempre stato gentile. Vide per la prima volta quell'albero assieme a suo nonno. "Fa' attenzione Konrad, guarda lì, quello è un Fischia bosco" gli sussurrò come a trovarsi di fronte ad un cervo che non si vuole spaventare. Ciò che suo nonno gli aveva indicato aveva la forma di una pianta infestante più che quella di un albero. Due spessi tronchi nascevano dal terreno e nel tragitto verso il cielo si erano intrecciati l'uno con l'altro in maniera scomposta, creando così delle singolari fessure tra i vari nodi.
STAI LEGGENDO
Il carro delle storie inquiete (Racconti Brevi)
HororDiverse persone sparse nel globo raccontano del medesimo fenomeno. Appena dopo il crepuscolo, un carretto trainato da una coppia di muli, effettua delle soste nelle diverse città che incontra lungo il percorso. Dal vecchio mezzo si possono ottenere...