𝐏𝐲𝐠𝐦𝐚𝐥𝐢𝐨𝐧: 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟓

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Qualche settimana dopo...

Shuhua non si era più fatta sentire dopo quella volta, decidendo di lasciare quel "ragazzo scellerato" in pace: Namjoon non aveva cercato di saldare di nuovo i rapporti dopo quello che aveva fatto alla sua statua, iniziando a pensare che forse non era la ragazza giusta per lui.

Se qualcuno avesse disprezzato la sua arte allora non sarebbe stata giusta per stare con il giovane scultore.

Galatea, invece, continuava ad osservare tutto quanto nel suo solito silenzio: il suo lavoro era finito e Namjoon l'aveva definitivamente messa da parte, iniziando a lavorare su una commissione. Era stata una scelta difficile, ma alla fine aveva deciso di ricominciare.

Era riuscito a ricavare diverse commissioni da collezionisti stranieri, ricominciando con la sua vecchia produzione: sempre le sue solite sculture squadrate e contemporanee... una cosa che il ragazzo odiava proprio scolpire.

Ma gli servivano soldi, e questo Namjoon non poteva negarlo.

Galatea pianse moltissimo alla scelta dell'amato, venendo spostata verso un angolo coperto del suo laboratorio: si sentì tradita e messa da parte quando vide il giovane scultore iniziare a lavorare su un nuovo pezzo di marmo.

"Perché?" era l'unica cosa che riusciva a chiedersi, non riuscendo ad ottenere una risposta.

Ma la risposta era molto semplice: quella statua al ragazzo ricordava la sua Shuhua, quella ragazza che l'aveva così tanto amato ma allo stesso tempo l'aveva distrutto in pochissimo tempo... Galatea era diventata solo un ricordo inutile della sua ex.

Ma questo la giovane statua non lo sapeva.

"Perché mi metti da parte quando ti potrei stare solo accanto?" pensava, continuando a piangere e vedendo la figura di Namjoon diventare sempre più scura ogni giorno che passava.

Non erano tempi facili quelli.

<Credevo davvero che l'arte fosse l'unica cosa da amare, l'unica cosa che mi sia rimasta... ed invece guarda: ho messo da parte la mia statua più bella.> borbottò il giovane, lanciando un veloce sguardo alla statua di nudo femminile.

"Cosa?" si domandò Galatea, risvegliandosi da quel silenzio in cui si era piano piano assopita con il tempo.

<Credevo che mi bastasse solo lei... ma forse ho sbagliato. Forse ho sbagliato tutto quanto.> mormorò ancora, riprendendo gli strumenti in mano ed iniziando di nuovo il lavoro sul pezzo di marmo davanti a lui.

Non si sentì nulla, se non il rumore sordo dello scalpello contro il duro pezzo di marmo: quelle parole, anche se così distaccate, erano state le poche parole che Namjoon aveva rivolto dopo quel giorno alla statua... quelle erano state le prime parole che lo scultore aveva detto dopo quello sfortunato incidente.

E non erano forse un segno? Non erano forse qualcosa di positivo?

E fu così che Galatea iniziò a pregare: iniziò a pregare gli dèi, anche se non li conosceva, e chiedeva che il suo grande desiderio si avverasse. Iniziò a pregare ogni giorno gli dèi, pregando per il suo amato creatore, pregando per il suo Namjoon.

"Per favore... fatemi stare al suo fianco." pregava, guardandolo lavorare chino sul suo nuovo pezzo "Per favore... fatemi stare insieme a lui.".

Non voleva fare altro: stare al fianco di Namjoon era il suo unico desiderio, stare con lui per sempre le sarebbe bastato... stare insieme al suo amato sarebbe stato sufficiente per essere felice. E non importava se lui si innamorava di un'altra.

Finché gli dèi avessero permesso a Galatea di stare al suo fianco, sarebbe bastato.

Non importava cosa gli aspettasse nel futuro: alla statua importava solo Namjoon.

[𝐏𝐲𝐠𝐦𝐚𝐥𝐢𝐨𝐧 - 𝐊𝐧𝐣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora