Capitolo 19-Quella volta in cui qualcosa si ruppe

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Narra Ruggero

Una volta salita su per le scale, decido di andare anche io. Ma non subito, resto prima a guardare per alcuni minuti il portoncino chiuso, come pare a me ora il cuore di Karolcita. È possibile che mi manchi già?

Bastano una decina di minuti per ritornare in me stesso e, soprattutto, per ricordarmi di Candelaria, che sarà a casa sempre più arrabbiata, ogni minuto di più. Quindi mi conviene tornare a casa e correre, correre più veloce del vento prima che mi uccida.

Davanti alla porta di casa, con le chiavi in mano, esito più di una volta prima di andare, con la tentazione di scappare via dalla conversazione che avrei dovuto affrontare ormai troppo tempo fa. Forse non posso più rimediare i casini che ho combinato, le situazioni che ho creato, forse resterò per sempre, per il resto della mia, che a questo punto potrebbe essere più corta di quanto avrei previsto, vita. Ma mi sembra arrivato il momento di fare l'adulto e di varcare quella porta e con lei, i miei problemi.

Inserisco la chiave nella serratura, ma la porta non si apre. Giro la chiave con più insistenza ma niente quando a un certo punto sento un "tic": la chiave si è spezzata.

Non so cosa fare: non posso certo chiamare Candelaria che, per come è arrabbiata, mi lascerebbe dormire fuori casa, non chiamo Karol perché sembra arrabbiata anche lei con me, potrei chiamare Agus ma è tardissimo e starà dormendo.

Mi siedo sugli scalini davanti all'entrata del palazzo. Mando un messaggio a Candelaria, per avvisarla che arriverò un poco più tardi. Forse è un segno, forse non devo affrontare un bel niente, forse devo scappare veramente. Ragiona Ruggero, sei un uomo adulto ormai non puoi alzarti e cominciare a correre via scappando dai tuoi problemi come un ragazzino... o forse sì? Per fortuna- o per sfortuna, dipende dai punti di vista- arriva il signore che abita nell'appartamento sotto il mio, mi sembra si chiami Alfredo.

"Ruggero! Che è successo?" Chiede vedendomi chiuso fuori casa mia.

Gli mostro la chiave spezzata.

"Oddio! Vieni, entra."

Lo ringrazio, e saliamo le tre rampe di scale insieme chiacchierando del più e del meno.

Arrivati al terzo piano ci salutiamo e lui entra a casa, io invece faccio altri scalini, scalini che potrebbero portarmi addirittura verso la mia morte.

Busso al campanello e mi apre una Candelaria con una coda fatta frettolosamente e con un'espressione che mi aspettavo senza alcun dubbio: un'espressione arrabbiata, è arrabbiata come non lo è mai stata.

"Ei."

"Entra."

Mi dice con occhi bassi, ed ora mi pare più triste che arrabbiata. Ma appena chiude la porta ritorna al suo umore inziale e mi guarda con degli occhi pieni di odio:

"Perché hai fatto tardi? Con chi eri?"

Sta già urlando.

"Sono rimasto chiuso fuori, la chiave si è spezzata mentre stavo aprendo il portoncino."

Ride: "Certo, come no."

Le mostro la chiave: è quasi comprensibile che non mi creda, dopo tutto quello che ho combinato.

Il suo broncio si trasforma in uno strano sorrisone:

"E allora perché non mi hai chiamato, amore mio?"

Si ferma. E ritorna arrabbiata:

"Ah beh certo, tu ormai hai quella bimbetta, no?"

"Bimbetta? Perfavore non chiamare più così Karol."

"Ohh come siete dolci! Il fidanzatino che difende la sua bimbetta."

Lo fa apposta, sembra una bambina quando fa così. Quindi, avendo come unica intenzione quella di risolvere le cose e porre fine a qualunque cosa che si sia creata con lei, decido di ignorare queste provocazioni e parlarle chiaramente.

"Ora basta Candelaria, lo sai meglio di me che le cose tra di noi non possono più funzionare."

"Non possono funzionare?"

Si allontana dalla cucina e va verso la sua camera. Ne ritorna con una, piccola valigia in mano e con un sorriso malefico mi ripete aprendo la porta:

"Non possono funzionare."

Rimango immobilizzato per alcuni minuti: sono felice, sì, forse ma comunque sta finendo la mia prima storia d'amore, che è durata così poco...

"Allora? Vuoi uscire?" Mi guarda con un sorrisetto, forse vuole ottenere proprio questo: che io non esca e che così non ci lasciamo.

Ma se non ci lasciamo ora prima o poi ci lasceremo, e questo "prima o poi" non è così lontano perché qualcosa si è rotto tra noi da ormai troppo tempo, qualcosa che è difficile da aggiustare.




"They say I did something bad

Then why's it feel so good?"

- Taylor Swift🤍


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