Prologo

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Regno di Valoria


Tristan POV.


La pioggia sembra essere in sintonia con il mio umore questa mattina, mentre in alta uniforme cammino dietro la carrozza che trasporta il feretro di mio fratello, le televisioni di tutto il mondo puntate sul corteo che accompagna l'ultimo viaggio di un Re troppo giovane per morire in un maledetto burrone per un dannato sport estremo.

La rabbia si impossessa nuovamente di me al pensiero di come abbia buttato la sua vita per rincorrere l'adrenalina di sfuggire alla morte. Solo che questa volta la morte è stata più veloce e lo ha raggiunto.

Distolgo lo sguardo dal feretro, osservando la folla di gente dietro le transenne venute a dare l'ultimo saluto al loro re. Mi chiedo se lo stiano condannando come sto facendo io per averli lasciati improvvisamente orfani. Un sovrano che ha preferito lanciarsi con gli sci da un elicottero sulla vetta di una montagna, per poi completarne la discesa fuori pista piuttosto che partecipare alle riunioni del Consiglio. Solo che questa volta è finito in un dannato burrone, senza sapere come. Un burrone talmente profondo da impedire ai soccorsi di scendere. Si sono dovuti calare da un elicottero e sono riusciti ad arrivare solo il giorno dopo, quando ormai non c'era più nulla da fare. La caduta gli aveva spaccato la schiena. È morto sul colpo.

Il corteo arriva davanti all'Abbazia, dove mia madre e Aurora attendono vestite di nero, regali nel loro lutto, una la Regina madre, l'altra la fidanzata vedova che ha visto sfuggire la corona ancora prima di riuscire a farla sua. Accanto a loto l'Arcivescovo che mi ha visto crescere.

Salgo gli scalini che portano all'entrata, fermandomi davanti a mia madre, facendole un inchino, come da protocollo, per poi stringere la mano dell'Arcivescovo.

- Avrei voluto rivederti in una situazione più lieta, figliolo-

Sorrido.

- Anche io Eccellenza-

Annuisce.

Percorro la navata dietro mia madre, regale anche nel momento del dolore, sino ai posti a noi riservati. Il mio sguardo si posa sul feretro che viene portato a spalla dalle guardie reali, un esercito di cui solo l'élite può farne parte.

Indosso la mia maschera regale, a beneficio dei giornalisti e delle telecamere che sono puntate su di me, il figlio al prodigo che ha fatto ritorno. Sono qui non per rispetto a mio fratello, ma alla ricerca di una più piccola cosa che possa fare scandalo, vero o falso che sia, per fare vendere i loro dannati giornali.

Lancio un occhiata alla mia destra dove siede mia madre, composta nel suo dolore, l'abito nero che la rende ancora più magra di quello che è, i capelli biondi con qualche striatura di grigio perfettamente acconciati in un nodo basso sulla nuca, il volto coperto dalla veletta del cappello che indossa. Tutto in lei esprime dolore e contegno. No, da lei non otterranno nulla. È la regina della menzogna dopotutto.

Ascolto il Vescovo enunciare tutte le doti di mio fratello, dichiarando che è stato un Re eccezionale e fedele al suo popolo, sempre attento ai loro bisogni. La litania va avanti per più di due ore e ha termine con la benedizione del feretro. Mia madre si alza, inginocchiandosi accanto alla bara del figlio prediletto e posandovi una mano sopra, chinando il capo, per poi venire verso di me e accennare una riverenza.

Il sangue si ghiaccia nelle mie vene a quel gesto fuori dal protocollo che ama tanto, ma così pieno di significato.

È il suo modo per mandare un messaggio al mondo. Sono il futuro Re con la sua benedizione.

E in queto preciso momento capisco come si sente un prigioniero condannato all'ergastolo.

How To Be A KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora