Capitolo 35

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Cillian ringhiò dal dolore, piegandosi su se stesso. Appena Rea aveva distrutto le catene di ossidiana, la magia era tornata a scorrere nelle sue vene, rabbiosa e agitata. Accoglierla di nuovo era stato terribile, soffocante, come se un fiume in piena l'avesse improvvisamente investito, portandolo ad annegare. La magia avrebbe prevalso, scoppiando, se Rea non gli avesse imposto il suo piano. Un piano così terribile e arrangiato che inizialmente Cillian aveva riso, credendo che lo stesse prendendo in giro. La mutaforma gli aveva tirato un terzo pugno, sfidandolo a trovare idee migliori, e così alla fine si era ritrovato a prendervi parte. Per quanto logicamente pessimo, comunque, lo stava aiutando a rimanere nel presente, forse persino troppo. E in ogni caso, Cillian non aveva né le forze né le energie per mettersi a pensare a qualcos'altro.

«È un'idea di merda» ribadì lo stesso, trattenendo un verso strozzato.

Sentiva il petto scoppiargli, l'aria nei polmoni mancare. Non respirava, neanche riusciva ad alzarsi, le gambe così intorpidite che non lo reggevano in piedi. Essere libero dalle catene ma prigioniero del suo corpo era qualcosa che Cillian, in trecento anni di vita, non aveva mai sperimentato. Gambe e braccia a malapena rispondevano ai suoi comandi, vittime di un continuo e fastidioso formicolio.

«Datti una mossa, drago, o giuro su Ulfr che ti lascio qui» Rea sbuffò, affacciandosi oltre le sbarre per controllare che non ci fosse nessuno. Continuava a battere ritmicamente il tallone per terra, la gamba che tremava; non vedeva l'ora di andarsene, era chiaro, la paura che Althran potesse tornare che le deformava il viso in continue smorfie.

«Eri libera di non tornare» sbottò Cillian, mentre la vista gli si appannava completamente. Non biasimava Rea, ma non aveva idea di quanto facesse male, dei, soprattutto dopo settimane senza poter abbracciare la magia, senza che questa lo guarisse per lui. Forzarla in quel modo era da pazzi. Lei era pazza. E lui forse più di lei nell'ascoltarla. Rea lo raggiunse, le mani sui fianchi. Cillian aveva notato subito che non indossava il medaglione, ma si era imposto di non farsi ancora domande. Se fossero riusciti a fuggire, aveva tutto il tempo del mondo per chiederle che fine avesse fatto e cosa fosse successo.

«La prigionia ti ha reso un chiacchierone ingrato? Concentrati o ti prendo a pugni di nuovo»

Dei immortali, non gli era mancata per niente. Dieci minuti in sua presenza e già sentiva di star impazzendo. Non poteva essere il suo Fato, era pressoché impossibile che fossero destinati l'uno all'altro. «Ti detesto» mugugnò.

«Sì sì, anch'io» gli diede corda lei, abbassandosi alla sua altezza.

La realtà era che Cillian si stava vergognando immensamente di quella situazione, con lui che a momenti si rotolava a terra per il dolore. Si trovava in ginocchio, con la schiena contratta e piegata verso il basso, le mani serrate in due pugni e le nocche bianche come la neve. Vedeva doppio, la testa gli faceva male e nulla sembrava lenire la sofferenza che stava provando. Come a punirlo, quel dannato dolore lo riportava al momento in cui le ombre di Althran gli erano entrate in gola e negli occhi, fino a farlo lacrimare sangue. Tutto, in realtà, lo riportava a quell'istante: ogni grido che riecheggiava nella prigione, ogni suono, ogni goccia che cadeva dall'alto e si schiantava sulla roccia nel suo costante ticchettio. Tutto tranne la voce di Rea, che inspiegabilmente riusciva a strapparlo da quel tormento che cercava di portarlo verso il basso, verso una prigione invisibile e più opprimente della prima.

Rea gli afferrò il viso con le sue mani, tanto piccole quanto poco delicate. «Lo so che fa male, okay? Lo so» disse, addolcendo il tono. Cillian la guardò negli occhi, rimanendo incantato dal loro colore, le sfumature verdi e gialle. Deglutì.

«Ma devi farcela perché non ho altre idee. Ho bisogno che tu ce la faccia, drago, intesi?» indicò poi il soffitto, nello sguardo una dolcezza che non le aveva mai visto prima. «Torniamo a volare insieme, va bene?»

The Songs Of The Twin FlameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora