In una nazione tranquilla, dove c'era una regione tranquilla, nella quale c'era una città tranquilla, in cui c'era un quartiere tranquillo, dove c'era una casa tranquilla... una voce femminile si mise ad urlare.
"Violaaaaaa!!!! Ti ho detto di smetterla!!! Smettila di stare a quel dannato cellulare!!! Devi fare un sacco di cose fra cui i compiti! E tu che fai? Ti metti a giocare al cellulare?!?!"
"Per la cronaca stavo messaggiando con i miei amici, mamma!"
"Chissene frega di quello che stavi facendo!! Il punto è che da tutto il giorno i tuoi occhi stanno fissi su quel tuo dannato telefono!!!"
"Non è vero!!! Ci sto solo da cinque minuti e finora ho fatto i compiti!"
"Ma che stai dicendo ti ho visto anche mezz'ora fa che stavi su quel telefono! Questo tuo comportamento vuol dire che sei dipendente da quel coso!!"
"Ma che dici?! Se tu non c'eri neanche a casa mezz'ora fa?!"
"Potreste smetterla per favore?! Basta! Sto cercando di lavorare!" Intervenne una voce maschile.
"Bene allora risolvila tu questa cosa! Visto che anche io dovrei lavorare e pulire tutta casa! Ah e poi tu mi dovresti anche aiutare e invece non lo fai con la scusa che la casa non la sai pulire!!!"
"Ah! Quindi ora, cara, tu pensi che io in casa non faccia nulla!! Scusami tanto ma chi pulisce sempre i piatti e chi apparecchia sempre la tavola, sempre considerando che questo qualcuno si fa il culo tutto il giorno lavorando al computer?!"
"Beh, caro, chi torna dal lavoro alle 5:00 e poi pulisce TUTTE le stanze di casa?!"
Ormai la discussione era entrata a far parte degli affari dei genitori di viola, quindi lei non se ne preoccupava più e restava sul letto a chiamare "troia" la sua compagna di classe più odiata, Carlotta.
Un'ora dopo Sara, la mamma di Viola, entrò in camera sua e le chiese scusa per essersi arrabbiata troppo e per averle urlato in faccia. Tanto succedeva sempre così, prima si arrabbiava come una pazza e poi veniva a scusarsi per il suo comportamento un po' troppo esagerato.
In serata arrivò un messaggio a Paolo, il padre di Viola, da parte del signor Rossi, il professore che dava ripetizioni di italiano a Viola.
Il messaggio diceva che l'insegnante andava in pensione e quindi non poteva più dare lezioni in casa Pini.
Quando Viola lo venne a sapere non seppe se essere contenta o se disperarsi. Il signor Rossi, pensava Viola, era un vecchio schifoso che assomigliava tantissimo ad una tartaruga . Indossava occhiali più grandi della sua testa che rendevano i suoi occhi ancora più piccoli di quelli che erano e inoltre si vestiva da donna e i suoi abiti puzzavano di gatto morto. Poi lei dalle sue lezioni non aveva mai capito niente! Questo perché il professore aveva un difetto: ogni volta che diceva una parola subito dopo ci aggiungeva "mente".
"Il periodo mente ipotetico mente è una cosa mente molto difficile mente da capire mente". Questa era una delle sue spiegazioni. Allora Viola invece di star ad ascoltare le parole che diceva, ad ogni sua lezione contava i mente che diceva il professore. Infatti l'unica cosa che aveva imparato finora era la quantità di mente che diceva il signor Rossi.
Da questo punto di vista era contenta di cambiare insegnante. Purtroppo questa era la quinta volta che ne cambiava uno e tutte le volte le toccava aver un professore peggio dell'altro. Si andava sempre a peggiorare. Il primo era un professore bello e giovane, purtroppo le sue lezioni erano concentrate su quello che aveva fatto la mattina con la sua ragazza. Il secondo era talmente brutto e antipatico che non riusciva né ad ascoltarlo né a guardarlo. Il terzo era talmente lento a spiegare che una volta Viola si era perfino addormentata alla spiegazione dei promessi sposi e aveva causato il licenziamento del professore e la venuta della vecchia tartaruga vestita da donna.
Chissà ora chi avrebbe avuto. Viola andò a letto con questo pensiero, poi glielo levò di mente il ricordo della verifica di greco che avrebbe avuto il giorno dopo.