Capitolo 26

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Afferrai il telefono e chiamai Niall, al terzo squillo sentii la porta aprirsi e lo vidi arrivare con un sacchetto in mano. Indossava dei pantaloni della tuta grigi e una maglia azzurra, azzurra come i suoi bellissimi occhi.
Mi alzai e buttai le mie braccia al suo collo, poggiai le mie labbra sulle sue e lasciai che le nostre lingue si muovessero esperte.
"Ti amo!" Dissi poi staccandomi da lui e sorridendogli. Niall era un burbero continuamente incazzato, ma quelle poche volte che diventava così dolce era la persona più bella del mondo.
"Ti amo anch'io"
E mi stupii la facilità con cui mi disse quelle parole, quelle parole che per lui erano sempre troppo difficili da pronunciare.
Lo afferrai per la maglia e lo tirai a me, facendolo sedere sul letto. Mi sorride malizioso e io aprii le gambe, sedendomi su di lui.
"Devo scriverti lettere più spesso se poi finisce sempre così" disse mordendomi il collo e poi baciando la parte che aveva praticamente massacrato.
Mi tolsi la maglia, restando in reggiseno e lui sorrise osservandomi.
"Fammi tua" dissi sussurrando al suo orecchio. Non se lo fece ripetere due volte e mi prese dai glutei, facendomi sdraiare sul letto e mettendosi fra le mie gambe.
"Mi piace quando prendi l'iniziativa!" Disse abbassando una bretella del reggiseno e baciando la mia spalla.
Risi e abbassai la mano verso il cavallo dei suoi pantaloni, ed iniziai a muoverla su di esso. Lo sentii ansimare e sorridere, mi afferrò la mano e insieme all'altra me le mise sopra la testa, tenendole ben ferme.
"Che fai?" Dissi ridendo
"Voglio farti godere, a modo mio!" Disse abbassandosi sulle mie cosce.

Fare l'amore con Niall era una delle cose più belle del mondo, era passionale, sapeva cosa dire, cosa fare.. Era talmente esperto che me ne stupivo sempre di più.
Ero poggiata sul suo petto e ogni avvenimento della serata precedente sembrava dimenticato, sentii il telefono squillare e mi staccai svogliatamente da lui che mi accarezzava i capelli.
"Pronto?" Risposi vedendo un numero che non conoscevo
"Ciao Lexi, sono Bob Horan!"
"Oh, salve signor Horan" dissi guardando Niall, lui mi osservò e contrasse la mascella.
"Ti ho svegliata?"
"No no, tranquillo. Come sta?"
"Sto bene. Tu?"
"È tutto ok. Voleva chiedermi qualcosa?"
"Si. Fra una settimana è il mio compleanno ed Anne sta organizzando una piccola festa, e mi piacerebbe che anche tu e Niall ci foste. Se per Niall va bene" disse quasi timoroso.
Il suo tono di voce era così dolce che non riuscii a dirgli di no, a rifiutare, era pur sempre il suo compleanno e lui voleva solo suo figlio accanto a se.
"Ci saremo" sorrisi
Niall mi guardò furioso e con sguardo interrogativo.
"Davvero?" Chiese stupito
"Certo"
"Oh, grazie mille Lexi. Allora ci vediamo Giovedì alle 20:00" era felice e lo potevo capire dal tono della sua voce
"A giovedì"
Staccai la chiamata e mi preparai mentalmente a un'ennesima discussione con il biondo.
"Noi saremo dove?" Disse stringendo un pugno
"Giovedì compie gli anni" dissi abbassando lo sguardo
"Dopo quello che ti ho scritto nella lettera, dopo che ti ho detto come mi sento nei suoi confronti, tu fai questo? E a cosa ti è servito sapere il motivo per cui lo odio? Pensavo che mi avresti capito! Io non andrò alla sua festa. Andare lì per fare cosa? Vedere i suoi perfetti figliastri? Vedere la sua perfetta compagna? E la sua perfetta vita? Una vita che non include me!" Urlò
"Ti include, Niall! Sei tu che non vuoi farne parte"
"Cosa ti da il diritto di costringermi ad andarci?"
"Sono la tua ragazza!"
"E non dovresti stare dalla mia parte?" Disse indicandosi
Mi avvicinai a un centimetro da lui e cercai di parlare con voce calma.
"Sono dalla tua parte. Sono sempre dalla tua parte. Ma è tuo Padre.. Vuole essere perdonato. Tutti abbiamo bisogno di una seconda occasione. Lui ti vuole bene"
Non rispose e continuò ad osservarmi
"Io sarò li con te" presi la sua mano e lo baciai.
"Ok, ma staremo poco"
"Va bene"
"E non gli compreremo nessun regalo"
"Perché?"
"Perché no!" Disse intransigente
"Ok"
Era già abbastanza che si fosse convinto ad andare, mi sarei accontentata di questo.
Però adesso avevo bisogno di chiedergli chi era l'uomo di ieri sera e cosa voleva da lui, sapevo che dovevo starmene zitta ma dovevo sapere.
"Chi era quello di ieri? Perché gli hai dato dei soldi?"
"Lexi!" Mi rimproverò
"Ti prego" dissi afferrandogli la mano
"Non voglio parlarne adesso!" Il suo sguardo era come di fuoco e capii che non me ne avrebbe parlato.
"Ma me ne parlerai?"
"Si, ma non adesso!" disse secco.
Per lui era stato tanto già dirmi tutte quelle cose, avrei aspettato i suoi tempi.

Scammers (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora