Of Seamen and Maidens - LUNA NUOVA E ALTA MAREA

59.

Il Capitano James Lockhart varcò le soglie di Tremorvoren House avvolto in un lungo mantello scuro della medesima tonalità del buio vellutato di quelle prime ore del mattino; con passo cauto aveva superato quelle che erano state le postazioni dei tendoni, ora sgomberate lasciando respirare di nuovo il prato del giardino.

Una volta all'interno, puntò dritto alle scale, stando attento al minimo scricchiolio nel silenzio che aveva avvolto la magione come una cappa densa e compatta. Una volta giunto al piano superiore, picchiettò lieve con l'uncino alla porta dei MacLeod e il testone di Ross sbucò fuori, già vestito in una giacca scura e pesante, e in un sussurro lo scozzese lo interrogò subito: «Siete riuscito a parlare con Cardew? L'ha presa bene?»

«Sembrerebbe di sì, l'ho avvisato che staremo via almeno un paio di settimane quindi non avremmo potuto... Perdiana, tutto bene? Che vi siete fatto alla faccia?»

Ross scrollò le spalle al chiudere con delicatezza la porta mentre Lockhart, con gli occhi ormai abituati al buio, scrutava dubbioso quelle che avevano tutta l'aria di una serie di nuove sporgenze e protuberanze sospette sul viso del sottoposto. «Och, è una lunga storia.»

«Il viaggio che ci aspetta non è breve, lo sapete?»

«Avrò modo allora di strapparvi qualche risata.»

Lockhart stiracchiò verso l'alto un angolo della bocca, cercando di stemprare il nervosismo. «Andate a sellare il cavallo che ci ha prestato Trevellan, vi raggiungo subito» si congedò andando alla porta dalla parte opposta del ballatoio ma una volta posata la mano sulla maniglia la trovò aperta e spingendo non vi scorse nessuno dentro.

Si corrucciò e uscì, scendendo i gradini con uno scalpiccio appena udibile, e tornato al pianterreno scorse solo MacLeod che usciva verso le stalle a passo silenzioso, ma prima di sparire oltre la soglia gli rivolse un piccolo cenno in direzione della cucina così lui vi si diresse. Non ci aveva fatto caso, ma c'era una sottile luce tremula proveniente dall'interno e scorse una piccola candela poggiata sul tavolone e la mole di Deirdre lì davanti con uno spesso scialle di lana, drappeggiato sopra la camicia da notte, che dava le spalle alle braci scure del camino che di tanto in tanto scoppiettavano con qualche brillante scintilla vermiglia.

«Cosa ci fai sveglia a quest'ora?» fu la sua prima brusca domanda, raggiungendola in poche lunghe falcate, e quando la moglie alzò lo sguardo la trovò oltremodo provata e stanca, con i capelli lasciati sciolti che le ricadevano scuri e aggrovigliati attorno al viso pallido e tirato.

«Vi aspettavo. Che domande» rispose stringendosi nelle spalle, allontanando da sé una tazza di tè ormai freddo piena per metà, per fronteggiarlo con espressione tormentata.

«Dovresti riposarti, piuttosto, lo sai.»

«Avrei anche voluto, ma il sapervi in giro mi rendeva inquieta e non riuscivo a prendere sonno. Poi con tutta la questione di Allantide e i salti mortali che non abbiamo fatto per placare quella accidenti di rissa.»

«Rissa? Che rissa?» chiese allarmato mentre l'irlandese si stropicciava il viso con movimenti fiacchi.

«Oh sì, roba che se non fossi stata incinta mi ci sarei lanciata, sapete? E invece mi sono ritrovata negli scomodi panni della padrona di casa a doverla sedare, pure con un buon risultato, sareste stato orgoglioso di me, quei teatranti non metteranno più piede a Porthrose né si azzarderanno a sporgere alcuna denuncia...»

«Deirdre, si può sapere di cosa vai blaterando?»

«Scusate, sono un po' stanca e straparlo. Il vostro vice artigliere vi potrà raccontare nel dettaglio la vicenda, per di più Ross è tanto bravo nella veste del narratore.» Deirdre scoprì di non riuscire a continuare, un grosso groppo alla gola glielo impediva, lasciandole gli occhi lucidi che scostò dal marito per fissare un punto qualsiasi del muro davanti a sé.