Arrivarono all'ospedale senza dirsi neppure una parola. Barto parcheggiò l'auto, ma non scese. Tutt'a un tratto, fissando un punto davanti a sé lontano nel vuoto, disse: «Resti o vai?»
«Come vuoi, Barto. Non voglio esserti d'intralcio»
«A me sta bene tutto»
«Allora resto». Le parole di Matilde le rimbombavano in testa: se non ci sarai tu, lui si sentirà solo anche in mezzo alla folla.
Entrarono nell'edificio e si fecero condurre nel posto dove tenevano il corpo di Matilde. Barto portava con sé una busta con dei vestiti coloratissimi: li avrebbe messi alla moglie come simbolo della vitalità che aveva avuto fino al giorno prima. Susanna restò fuori, mentre l'amico si occupava di sistemare Matilde. Nel corridoio le si avvicinarono due uomini in nero, mostrando il biglietto da visita delle onoranze funebri.
«Appena il mio amico saluterà sua moglie terremo in considerazione la vostra proposta, grazie»
«Attenderemo con lei, se non è un problema»
«Preferirei di no, grazie. A più tardi» Susanna era da sempre molto protettiva nei confronti di Barto, non voleva che quei due sciacalli lo assillassero in un momento tanto delicato, ma sapeva che il servizio funebre era necessario, per cui conservò il biglietto nella tasca della sua giacca.
Quando Barto uscì dalla stanza era devastato: gli occhi rossi e gonfi indicavano che si fosse di nuovo lasciato andare al pianto e Susanna ne fu contenta perché, come anche Matilde non mancò di sottolineare nella sua lettera, era pericoloso per lui seppellire le emozioni.
«Non le posso dire addio, non sono capace, non riesco»
Susanna lo strinse forte, lui sembrava essere in apnea.
«I medici mi hanno detto che si rende necessario portarla via. Devo chiamare le pompe funebri»
«A tal proposito... sono stati qui due signori per venderti i loro prodotti. Volevano farti le poste, ma li ho mandati via. Però ho conservato il loro biglietto. Vuoi che li chiami io per te?»
«Te ne prego»
«Bene». Così Susanna ottenne un appuntamento immediato, in un locale dentro lo stesso ospedale.
Questi figuri tirarono fuori un catalogo di feretri impressionante: un milione di modelli, legni pregiati, intarsi, lavorazioni a mano, ricami, decori...
«Ascoltatemi bene: il mio amico ha appena perso l'amore della sua vita. Vi saremmo davvero grati se, pur fornendoci i vostri dignitosi servizi, evitaste di specularci sopra!» Susanna non aveva idea di cosa avesse in mente Barto rispetto al funerale della moglie, né se ne avessero parlato e deciso, ma conosceva bene il suo amico e dalle poche cose che aveva potuto mettere insieme di Matilde non riteneva che una bara d'oro massiccio fosse nel suo stile. Sentiva una rabbia rosso fuoco dentro di sé e non avrebbe permesso a quelle persone di mancare di rispetto a chi amava tanto.
D'un tratto una voce maschile dietro di lei.
«E tu chi saresti?»
Susanna si voltò e vide due ragazzi, più o meno suoi coetanei, scrutarla come se fosse un animale raro.
«Con chi ho il piacere?»
«Bartolomeo ma chi è questa qui?» L'altro si rivolse direttamente all'amico comune.
«Sentite, non è il momento, vi dispiace allontanarvi?» Si stava davvero innervosendo sentendo tanta noncuranza nei confronti dei sentimenti di Barto.
«Barto, senti, non è il momento di farsi abbindolare questo. Manda via questa signora, non te lo puoi permettere adesso»
Susanna non credette alle sue orecchie: prese delicatamente il suo amico per un braccio e lo invitò a uscire per un momento dalla stanza, allontanandosi da tutte e quattro quelle persone che non si stavano affatto guadagnando il suo rispetto.
«"Non te lo puoi permettere"? Barto, sei in difficoltà? Ti serve aiuto? Ti prego dimmi in che condizioni sei. Barto, guardami! Parlami!»
L'amico si ridestò. «È tutto ok, Su. Io e Matilde abbiamo dei risparmi proprio per questo... evento»
«Bene, ne sei sicuro? A che cosa si riferivano quelle persone?»
Ma in quel momento i due ragazzi si avvicinarono.
«Ma insomma, si può sapere chi sei? Che vuoi dal nostro amico? Ti sembra il momento di fare sciacallaggio?»
«Sciacallaggio? Adesso mi avete rotto...» fece per scagliarsi contro di loro, ma Barto le posò debolmente una mano sul braccio, con un gesto tanto stanco quanto potente, potente al punto da frenare gli istinti aggressivi dell'amica.
«Ragazzi, calmatevi. Vi presento Susanna»
«Susanna? Oh mio Dio, scusaci, non sapevamo che fossi tornata. Perdonaci abbiamo frainteso»
«Sì, scusaci. Io sono Giulio e lui è Carlo. Siamo amici di Bartolomeo. Piacere di conoscerti»
Le strinsero la mano, le chiesero ancora scusa e si congedarono chiarendo che sapevano Barto in buone mani. Tutti sembravano credere che lei fosse la migliore compagnia per lui, il miglior sostegno: ma che diavolo aveva raccontato ai suoi amici su di lei?
Ad ogni modo, tornarono dentro, Barto un poco più lucido, e scelsero il feretro, i fiori e altri dettagli per la cerimonia, dopodiché uscirono dall'ospedale.
Susanna aveva insistito perché andassero a mangiare un boccone, ma Barto non riuscì a inghiottire nulla. Salirono di nuovo in macchina in direzione di casa di lui: se non voleva mangiare, doveva almeno riposare prima di proseguire con gli appuntamenti in banca, in Comune, al cimitero...
«Barto, vorrei chiederti una cosa»
«Dimmi pure»
«Ti ricordi cosa mi hai chiesto ieri sera prima di addormentarti?»
«No, scusami»
«Mi hai chiesto di andare in camera tua e aprire il cassetto di Matilde per prendere una lettera»
«Ah già»
«C'era il mio nome sopra e... beh, l'ho letta»
«Hai fatto bene»
«Sapevi che tua moglie mi aveva scritto una lettera?»
«Sì, voleva che te la dessi al momento della sua morte. Non so come, ma sapeva che saresti arrivata»
«Quindi... non l'hai letta?»
«Certo che no, è indirizzata a te!»
«E vuoi sapere cosa c'è scritto?»
«Non lo so, non credo. Non me lo ha voluto dire»
«Beh, allora per adesso non ti dirò nulla. Solo... lei ti amava moltissimo, Barto»
«Sì, davvero tanto. Non sono mai stato amato così in tutta la mia vita. Spero che lei abbia sentito quanto il suo amore fosse ricambiato»
«E... un'altra cosa. Puoi fidarti di me, amico mio. Io non ti tradisco»
«Non tirare fuori questo risentimento ora, per favore...»
«No, affatto! Non sto parlando del passato, ma guardami negli occhi, Barto: io sono qui per te e ti voglio un bene dell'anima, te ne ho sempre voluto. Anche se sono stata tanto arrabbiata, anche se lo sono ancora, io ti voglio bene e tutto quello che posso fare lo farò, fosse anche stare seduta immobile nel tuo salotto. Io ci starò.»
«Grazie Su, lo apprezzo tanto»
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La seconda vita di Barto
Short StoryNon si vedono da oltre 10 anni, ma durante l'università hanno condiviso più di quanto fosse necessario. Bartolomeo e Susanna si ritrovano in un momento drammatico, in cui lei cerca di offrire al vecchio amico il conforto che sa essergli fondamentale...