Nella sala principale del Confessionale risuonava una playlist di canzoni natalizie rivisitate in chiave rock e sul palco regnava il caos. Membri dello staff si affannavano per sistemare gli ultimi dettagli: veline gialle e rosse coprivano i faretti sul soffitto, file di lucine bianche ornavano i bordi di scalini, bancone ed erano attorcigliate alle colonne.
Michi corse verso le scalette del proscenio del palco, addobbato con stelle di Natale e con un albero di due metri e mezzo carico di palle di vetro decorate, di luci, di ghirlande e di chincaglieria kitsch. C'erano Babbi Natale in completi BDSM, locomotive di legno, dinosauri rosa, manette pelose di ogni colore. Inciampò su una pila di scatole incartate di rosso, verde, bianco, argento e oro posizionate sotto l'albero e finì lungo disteso sul divano enorme di pelle bianca che completava la scenetta da cartolina del set. Michi si tirò su in piedi e si precipitò verso le scalette. «Ok, due minuti!»
S., sul proscenio del palco, si scostò per farlo passare. «Tutto a posto? Fatto male?»
Il manager scosse la testa e continuò la corsa verso Alex, che sbraitava a una povera stagista. S. si aggiustò la passata che reggeva l'aureola dietro le orecchie. «Così è dritta?»
Lù gli ritoccò il rossetto lucido rosso cardinale agli angoli della bocca e arricciò le labbra. «Sarebbe stata meglio con la parrucca, ma no, figuriamoci...»
«Mi pare di essere già abbastanza ridicolo.» S. sospirò e si rivolse verso Michi. «Ci siamo?»
«Sì, Dom, quando dai l'ordine.» Il manager, di solito pacato, continuava a spostare il peso da un piede all'altro e non la smetteva di sorridere. Tutti nella sala se la stavano facendo sotto dalle risate, anche se cercavano - chi più chi meno - di nasconderlo, per rispetto!
Cosa non si fa per beneficenza.
Arrivava la parte difficile: sarebbe riuscito a sedersi sullo scalino senza ammazzarsi? Com'era che faceva Lù? Posò una mano sulla barra di sicurezza della ringhiera, il freddo del metallo trapassò il satin dei guanti dorati, l'altra tenne fermo il bordo della minigonna. Era troppo presto per mostrare i gioielli al mondo. Piegò le ginocchia, fece forza sugli addominali e si accomodò sulla punta dello scalino, anche quello era freddo, gli pizzicava la pelle delle chiappe attraverso il latex dorato. Si strinse nel pellicciotto bianco, rabbrividendo, sollevò entrambi i pollici e socchiuse gli occhi. Un respiro profondo. Li riaprì e sulle labbra splendeva un sorriso aperto, civettuolo, per fortuna non c'erano specchi. Doveva sembrare proprio una...
Alex, in veste di regista, fece il conto alla rovescia con le dita: tre, due, go! Lo staff sparì dietro una luce accecante.
«Auguri, splendide creature della notte! Sono Dom S. e vi do il benvenuto a questo speciale streaming di Natale!» Sollevò una mano per aria, il palmo rivolto all'insù.
Mio Dio, non pareva nemmeno lui: voce limpida, qualche tono più alta del solito e così da checca che Signorini in confronto pareva Rambo. Lo sapeva che dietro alle luci di scena se la stavano ridendo tutti.
Lù era in piedi dietro alla barra a cui S. si aggrappava come a una roccia tra le ripide di un fiume. «E io sono Domme Lù, in caso qualcuno non ci conoscesse!» Una risata sensuale, frutto di anni di pratica, le sgorgò dalla gola e si collegò a filo diretto con il basso ventre di S., che strinse le gambe e pregò che laggiù nessuno si fosse svegliato.
«È uno streaming speciale perché è per beneficenza!» S. fece forza sulla punta delle decolleté, un paio di stiletto di vernice, rosse come le labbra, invece che sulla barra, voleva essere una checca di classe. «Ok, ce l'ho fatta!» Si sventolò con le mani e sbatté le ciglia lunghissime.
«Brava, amò. Prima di parlare di quanto sei bella vestita così, due parole sull'associazione per la quale raccogliamo i fondi questa sera.» La professionalità del sorriso da Vamp di Lù veniva fuori in quei momenti: le brillavano gli occhi di puro divertimento, ma invece di sghignazzare, eccola là che sciorinava la storia dell'organizzazione che si occupava di dare accoglienza alle persone LGBTQA+ vittime di discriminazione e senza un luogo dove andare, e niente avrebbe potuto farle perdere la concentrazione.

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A Natale siamo tutti più boni
General FictionÈ la Vigilia di Natale e persino lo staff di quel luogo di peccatori viziosi che è il Confessionale si è messo una mano sul cuore e ha indetto una raccolta fondi per beneficenza. O almeno questo è ciò che hanno detto a Dom S. per convincerlo a indos...