12. Arrivo nell'Urbe

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Il 5º giorno del mese di Pharmuthi nell'anno 709 del calendario alessandrino

La nave si avvicina al porto di Roma, e scorgo l'antica città all'orizzonte. Le case colorate e i monumenti maestosi si ergono contro il cielo azzurro, creando uno spettacolo sorprendente. Il sole calante bagna la città di una luce dorata, mentre l'aria accoglie la nave al suo arrivo.

Prima di scendere dalla nave, mi preparo con cura. Il vento leggero del mare accarezza i miei capelli, mentre il mio abito leggero si muove delicatamente con la brezza. Indosso un abito di tonalità cipria, leggero come un soffio di vento, ornato da sottili ricami d'oro lungo l'orlo. I capelli, raccolti con grazia, sono decorati da fiori freschi che emanano un profumo avvolgente. Una leggera collana di perle circonda il collo, conferendo un tocco di eleganza discreta. Negli occhi, l'ombra di un velo di emozioni si mescola con il riflesso dorato del sole.

Le vele, possenti e imponenti, si stagliano contro il cielo serale, incorniciando il panorama di Roma che si profila all'orizzonte.Le mani afferrano con delicatezza il corrimano.

Quando scendo a terra, sono accolta da curiosi cittadini e da un brulicare di attività portuali. Un uomo di mezza età, vestito con toga e dal portamento fiero, mi attende. Il suo sguardo serio si anima di un calore familiare quando mi avvicino. "Daphne Dimitroa, benvenuta a Roma," annuncia con rispetto. "Vi ringrazio per questa calorosa accoglienza," rispondo con un leggero inchino, apprezzando il gesto di cortesia.

La città respira storia e grandezza, e mentre una carrozza ci guida attraverso le strade lastricate, ammiro gli edifici imponenti e le colonne maestose. La vita romana scorre frenetica intorno a me, e sento il palpito di un'era in cui gli eventi si susseguono con una rapidità straordinaria. "Si dice che venite dalla Grecia" dice il signore. "È così, da Sparta di preciso" rispondo "Poi sposai un macedone e ci trasferiamo a Alessandria, dove la nostra stirpe continua" spiego senza dare troppi dettagli.

"Seguitemi al vostro alloggio," suggerisce l'uomo, indicando la direzione con un gesto. Mi conduce attraverso le strade trafficate di Roma, tra il frastuono delle attività quotidiane e il vociare degli abitanti della città. Gli edifici alti si ergono su entrambi i lati delle strade lastricate, alcuni adornati da sculture e colonne.

Arriviamo a un elegante edificio dalle facciate ornate, che si apre su un cortile interno decorato con fontane e statue. L'uomo apre la porta principale e mi invita a entrare. L'interno è altrettanto maestoso, con pavimenti di marmo e affreschi che decorano le pareti. "Questa sarà la vostra dimora a Roma," annuncia l'uomo con un sorriso cordiale. "Spero che troverete conforto e tranquillità qui durante il vostro soggiorno."

"Vi sono grata per la vostra cortesia," rispondo con un sorriso. "Roma si presenta come una città di straordinaria grandezza e bellezza. Sono impaziente di esplorarla e comprendere appieno la sua magnificenza." L'uomo si inchina rispettosamente e si ritira, lasciandomi nella quiete della dimora.

Ampi spazi si aprono su cortili interni decorati con giardini ben curati. Le pareti sono adornate da affreschi raffinati che raffigurano scene mitologiche e paesaggi idilliaci. I pavimenti sono marmo freddo, le stanze sono arredate con mobili pregiati, e grandi finestre consentono alla luce del giorno di filtrare delicatamente, illuminando gli spazi con una luce calda.

Il cortile interno è un'oasi di tranquillità, con fontane che sgorgano acqua cristallina e statue di divinità romane che osservano silenziosamente.

Tra queste noto Apollo e Venere. Mi avvicino a loro, titubante "Voi che mi avete donato la vita eterna, ora osservate mentre affronto l'incertezza e l'opportunità di questo nuovo inizio. Siate con me, genitori celesti." Nel silenzio della notte, cerco conforto e saggezza, consapevole che il destino è un intricato intreccio di scelte e circostanze.

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