2. Gemelli

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Tik tak tik tak tik tak

La prima cosa che sentì fu il ticchettio di quell'orologio.

Non sentiva alcun contatto col suo corpo, non era in grado di muoversi.

Silenzio.

Poi dei piccoli rumori sommessi sullo sfondo, che cominciarono a crescere sempre di più.

Delle voci offuscate, confuse. Buio.

Riuscì a distinguere una voce femminile, forse apparteneva a quella ragazza, Crystal. Stava parlando con un'altra ragazza, ne era certa, ma stavolta non riconobbe la sua voce.

Cominciò a vedere dei pallini luminosi balzarle nelle palpebre, era l'effetto che le facevano sempre le luci led.

Era sdraiata, probabilmente su un lettino, ma non aveva idea di dove si trovasse; riusciva solo a percepire di essere in uno spazio chiuso.

Aprì lentamente gli occhi, ma vedeva tutto appannato. Colse qualche parola che Crystal stava scambiando con l'altra ragazza:

- Non ci capisco niente, perché mi ha mentito? E poi non doveva essere morta?

- Forse proprio per questo ti ha mentito: voleva fingersi morta e ha cercato di nascondersi sotto un'altra identità - le rispose la ragazza accanto a lei.

Improvvisamente notò le due sagome avvicinarsi alla sua testa: dovevano essersi accorte che era sveglia.

- Hey tutto bene? Sei sveglia? - le chiese Crystal preoccupata.

Lei girò lentamente la testa e la guardò. Le uniche due parole che pronunciò furono:

- Lui dov'è?

- È andato un attimo a chiamare Annabeth, sta arrivando - a parlare era stata l'altra ragazza.

Cercò di metterla a fuoco: aveva lunghi capelli lisci, castani, un paio di occhi verde smeraldo.

- A-Annabeth? - chiese lei.

- Sì, è la sua ragazza, la conoscerai presto - la liscia sorrise.

Neanche il tempo di pronunciare quelle parole che la porta si aprì ed entrò Noah seguito da una ragazza rossa. Non appena lui vide che era sveglia, le corse incontro, a lei tornarono subito le forze e si alzò, lo strinse in un abbraccio fortissimo, mentre sentiva la sua maglia inumidirsi: Noah stava piangendo. Una lacrima sfuggì anche a lei, seguita da un'altra e da un'altra e da un'altra ancora, fino a finire in un pianto irrefrenabile. Sorrideva, che sorrisi così non ne faceva da tempo, non le importava di tutte quelle ragazze intorno a lei che la guardavano.

- Fratellino - gli strinse ancor di più il collo tra i singhiozzi.

- Sorellina - era raro vedere Noah così commosso.

Si separarono e si guardarono negli occhi, la cosa che li accomunava di più.

- Tu-tu mi devi dare una marea di spiegazioni! Io sono sicuro di averti vista morire davanti ai miei occhi, non puoi spuntare dal nulla come se niente fosse dopo avermi fatto soffrire per quasi un anno!

- Credimi, ricordo tanto quanto te, anche di meno in realtà. Ma lasciamo le spiegazioni a dopo, voglio godermi il ritrovamento di mio fratello gemello per ora.

- Hai ragione - sorrise.

Lei si avvicinò alla rossa:

- Tu devi essere Annabeth, vero?

- In carne e ossa! È un vero piacere Elizabeth.

La travolse un forte mal di testa. Era da tanto che non la chiamavano in quel modo, faceva una strana sensazione.

- Anche per me - le strinse la mano, mentre con l'altra si reggeva la testa - O, e... ti dispiace chiamarmi Lizzie?

- No, certo che no.

Si avvicinò all'orecchio di Annabeth e le sussurrò:

- Hey, ho sentito che sei la ragazza di mio fratello.

- Sì è così.

- Mi raccomando, trattamelo bene. È da tanto che Noah non si innamora, gli farebbe bene, ma un'altra delusione lo distruggerebbe. Quindi... ti tengo d'occhio.

Annabeth non rispose, vide le sue guance infiammarsi.

Lizzie le sorrise maliziosa, poi andò incontro alla ragazza che prima parlava con Crystal.

- E tu sei...?

- Emma, la migliore amica di Annabeth, piacere.

- Piacere mio.

Sentì improvvisamente gli occhi diventarle pesanti. Sbadigliò e stessa cosa fecero alcuni degli altri ragazzi nella stanza.

- Ma è una mia impressione o stiamo morendo tutti di sonno? 

Guardò fuori da una finestrella lì accanto. C'era molto buio e migliaia di puntini luminosi costellavano il cielo.

- Si può sapere che ora è?

Crystal guardò l'orologio:

- È l'1:47 di notte!

Emma rise:

- Quando sei svenuta Noah ti ha presa, ti ha portata qui ed è rimasto accanto a te in attesa che ti svegliassi. Dopo circa tre ore e mezza che aspettava è andato a chiamare Annabeth, che non rispondeva ai messaggi. Nel frattempo Crystal ha chiamato me e sono venuta. Dovevi sentire tuo fratello: non ti voleva lasciare sola neanche un attimo!

Annabeth protestò:

- C'è poco da ridere, è venuto all'una di notte e ha cominciato a tirarmi sassolini alla finestra! Per sua fortuna ero già sveglia, se no non sai che gli avrei fatto!

Tutti scoppiarono in una risata.

- Mi sa che è l'ora di andare tutti a dormire, questa giornata è stata fin troppo piena!

Lizzie guardò Emma con aria interrogativa:

- Perché, cos'altro è successo?

Tutti attorno a lei si scambiarono strani sguardi e si limitarono a dire all'unisono:

- Lunga storia...

Avrebbe voluto sapere di più, ma vedeva che i ragazzi erano troppo stanchi per spiegare e si capiva che quella sera non sarebbe riuscita a estrapolare nessun'altra parola dalle loro bocche.

Così uscirono tutti dalla porta e ognuno tornò a casa propria. Lei guardò Noah:

- E noi dove dormiamo?

- Qui. È, cioè... era la casa dello zio Paul.

Lei lo guardò preoccupata:

- Cosa intendi con "era"?

Lui abbassò lo sguardo.

- È morto, Liz.

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