Capitolo 74-Chris

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"Non voglio che tu lo faccia per forza. Non dopo quello che hai passato... Insomma, so che questi ultimi mesi sono stati tutt'altro che facili per te Jess".
"No", mi interrompe mentre stringe le ginocchia al petto e si avvolge nel vecchio plaid di casa mia che mi ricorda le mie continue lotte con Steph su chi doveva tenerlo, "Posso farlo".
Resto sorpreso da quell'affermazione, non me l'aspettavo proprio. Del resto, la Jess delle ultime settimane non sembrava più la mia Jess. "Sei sicura? Non devi sentirti obbligata farlo...".
"Chris... Ti amo e non c'è nessuna cosa che non farei per te. Ma... Non mi hai ancora detto perché vuoi che venga con te la prossima volta che andrai a trovare tua madre".
"Ecco... Hai ragione...".
"Che succede?".
"Ti sembrerà strano, lo è sembrato anche a me. Williams mi ha detto che hanno trovato un biglietto nella sua stanza e, su quel biglietto, c'era scritto il tuo nome".
"Il mio nome?!", Jess mi fissa esattamente come mi aspettavo, sorpresa, "Che significa? Non capisco Chris...".
"È quello che vorremmo capire anche noi. Williams mi ha vietato di vederla e di farlo solo quando sarei tornato in clinica con te. È come se volesse stimolarla a reagire in qualche modo, ma io credo che lo stia facendo già... Insomma, scrivere su quel biglietto, così di punto in bianco... Non lo so Jess... Tutta questa storia non mi convince. L'altra volta quando ti ho nominata mia madre ha avuto come... Una crisi e adesso questo... Ho provato e riprovato a pensare che cosa possa esserci dietro tutta questa storia ma mi scoppia il cervello...".
"Come fa a conoscermi?".
"Qualche volta le ho parlato di te ma non ho mai menzionato il tuo cognome... È tutto così...".
"Strano", Jess completa la mia frase, "Quando vuoi andare? Se vuoi possiamo farlo anche adesso...".
"No, non è necessario. Se per te va bene e sei libera... Williams mi ha dato un appuntamento per venerdì".
"Devo ricominciare a lavorare ma... Mi terrò libera quel giorno".
"Ad ogni modo... Oggi è domenica, non lavoriamo e... Voglio portarti in un posto".
"Sono curiosa", mi dice con gli occhi che le brillano e pieni di perché.
"Vestiti, vado a prepararmi anche io", le do un bacio sulle labbra assaporandole ed è come se, ogni volta, fossero sempre più buone.
"Ehi! Aspetta! Non puoi lasciarmi così!".
Salgo al piano di sopra divertito mentre lei continua ad urlarmi contro, con la stessa curiosità di una bambina.

Premo il tasto 2 sul tastierino dell'ascensore e saliamo al secondo piano dell'edificio posto in una delle zone più di degrado di Greenwich. Mentre camminiamo tra i corridoi mi capita di incontrare qualcuno che mi saluta con così calore tanto da farmi sentire a casa. Se ci penso poi è vero, questa è la mia seconda cosa ed è bellissimo come tutta questa gente faccia ormai parte della mia famiglia. Gente che proviene da ogni angolo del mondo e con ogni genere di problema, gente che mi ha fatto sentire meno solo ogni volta che ne avevo bisogno. Tutta questa gente così diversa ma, allo stesso tempo, con lo stesso cuore pieno di altruismo e bontà, due delle parole che non facevano di certo parte del mio vocabolario.
"Dove siamo?", Jess continua a camminare guardandosi attorno interdetta. So che la curiosità la sta divorando ma fare questo gioco con lei mi diverte, devo ammetterlo.
La prendo per mano ed esco sul balcone che c'è alla fine del corridoio principale del secondo piano. Non appena ci affacciamo, viene totalmente rapita dalla visione del giardino pieno di colori che è proprio sotto di noi. Sembra quasi un angolo di paradiso posto per caso in una zona che è tutt'altro che pacifica e tranquilla.
"Ciao Christopher, come stai ragazzo!", il giardiniere alza la mano per salutarmi non appena mi vede.
"Sto bene ma tu sta attento a quelle piante mi raccomando!".
"Sono in buone mani!", ride continuando a tagliare con le sue pinze da giardino.
"Lui è Jeff, si occupa del piccolo giardino qui sotto. Gli ho detto io di piantare quelle margherite. Sai qual è la cosa più strana? Che lui faceva parte del mio stesso gruppo di incontri. Viveva per strada perché aveva mandato a puttane la sua vita trascorrendola in giro per locali a bere piuttosto che tornare da sua moglie e i suoi figli. Un giorno lo incontrai lì fuori e, mentre mi raccontava un po' di lui, mi disse che i fiori erano la sua passione. Tatiana cercava qualcuno per quel giardino e lui aveva bisogno di un lavoro per tornare dalla sua famiglia. Così, eccolo lì...".
"Tatiana?".
"È il capo della nostra comunità".
"Chris... Tu... Hai fatto davvero tutto questo? Dio... È così ammirevole...".
"No... È solo che ho iniziato a riflettere che una buona azione ne vale cento di una cattiva così... Perché fare del male se possiamo lasciare del bene?".
Jess continua a guardarmi come se lo stesse facendo per la prima volta. Non la biasimo, a volte mi chiedo anche io come ho potuto diventare così... Comprensivo. Altruista sarebbe la parola giusta visto che, fino a qualche tempo fa, isolarmi dal mondo intero andando in giro come un fantasma era l'unica cosa che sapevo fare.
Che cosa significa... Further, oltre ogni cosa? L'ho letto sull'insegna all'ingresso del piano di sotto...".
"Negli ultimi mesi questa è stata la mia casa, da quando ho mandato a puttane il lavoro da Eric. Un giorno camminavo per queste vie di Greenwich fino a quando ho visto la porta di questo posto spalancata. Da lì entrava ed usciva chiunque, mi ha incuriosito parecchio. C'era solo un foglio quasi del tutto strappato con su scritto Vieni ad unirti alla nostra comunità. Ricordo di aver riso a quelle parole ma mi ha incuriosito parecchio. Così sono entrato e, da allora, non ne sono più uscito".
"Quindi è qui che fai i tuoi incontri...".
"Sì... Solo che tutto non si è limitato solamente agli incontri. Qui dentro ci sono delle persone con dei problemi ma anche con dei sogni. La prima volta che ho parlato con loro ero scettico ma poi ho capito che sono tutti delle anime perse che vengono da qualsiasi parte del mondo, figli di un futuro incognito ma con in comune la loro condizione di difficoltà che può essere data dalla droga, dall'alcool o da qualsiasi altro tipo di vizio. Esattamente come me ed è stato lì che ho realizzato di non essere solo e che ho capito che non importa quanto diverse siano le nostre provenienze o i nostri problemi perché, alla fine, ci siamo ritrovati qui con lo stesso obiettivo di andare avanti. Oltre ogni timore, ogni paura, ogni singolo problema che ha influenzato la nostra vita. Oltre ogni cosa".
"Wow... Non me ne avevi mai parlato...".
"Per la prima volta stavo costruendo qualcosa di vero e genuino con le mie mani. Non volevo mandare tutto all'aria come sempre, solamente quando avrei avuto la certezza di farcela te lo avrei detto, così come adesso".
"Si vede dai tuoi occhi...", Jess mi guarda e annuisce.
"Cosa?".
"La luce con la quale ne parli".
"Già... Questo posto è importante per me. Mi ha fatto capire di non essere stato il solo ad andare in giro per il mondo senza una meta, vergognandomi di essere riconosciuto o di essere additato come un assassino. Vengo qui e capisco che, ogni giorno, c'è sempre qualcuno che affronta problemi esattamente come me e che... Non importa quanto mi pianga addosso perché la realtà non cambierà mai, l'unica cosa che può cambiare è il modo di affrontarla".
"C'era... Una rondine... Anche quella è stata un'idea tua?".
Mi viene da sorridere, non posso evitarlo. L'innocenza di Jess mi sorprenderà sempre, è qualcosa che non può evitare, fa parte di lei. Poi, di colpo, è come se avesse un'illuminazione. "Aspetta...", fa scivolare le dita sul lato destro del mio collo, proprio sotto il mio orecchio, "Non mi dire che...".
"Sì... L'ho disegnata io, pensando a te".
"Mi ricordava qualcosa ma... Non posso crederci. È uguale al tuo tatuaggio Chris!".
"Ogni cosa mi riporta a te Jess... La scelta di smetterla con le stronzate o... di farmi seguire da uno strizzacervelli. La scelta di venire qui... Tu sei in tutto quello che faccio ed è per questo che ho aiutato Tatiana a dare un nome a tutto questo ed il solo nome che avrei mai potuto scegliere era quello che più mi riportava a te".
Lei mi guarda con le lacrime agli occhi, mentre continua a tenere ferma la sua mano adesso sul mio petto. "Grazie Chris".
"Grazie?! Per cosa?".
"Tu... Sei qualcosa di straordinario. Avrei dovuto fare il mio lavoro e provare ad aiutarti standoti accanto e supportandoti. Quello che hai passato nella tua vita non lo avrebbe superato o combattuto chiunque. Tu sei forte, non dimenticarlo mai, non dimenticare mai quanto vali".
"No Jess, sei tu che mi hai dato quella forza, quel coraggio di capire di poter andare oltre a tutta la merda che c'era nella mia vita per trovare anche io una via di uscita. Quindi... Sono io a doverti dire grazie".
"Christopher! Non ti aspettavo così in anticipo oggi...", Tatiana si ferma a guardare Jess a lungo, poi le porge una mano.
"Lei è il capo di cui ti parlavo...".
Tatiana sorride arricciando il naso imbarazzata dalle mie parole, "Non dargli retta, non è del tutto vero...".
"È il capo della comunità qui e, aggiungerei, anche la guida spirituale un po' di tutti".
"Okay, credo che adesso tu stia esagerando...".
"So che non mi aspettavi ma... Ho portato la mia ragazza a fare un giro e ho pensato di passare da qui".
"Allora è lei... Lo sapevo, fin dal primo momento che l'ho vista", Tatiana sorride annuendo e continuando a guardare Jess. "Capisco perché ne sei così tanto innamorato... Sei bellissima".
"Grazie...", le risponde Jess quasi arrossendo.
"Bene, io vado di là a preparare le cose per il nostro incontro...".
"Oggi non parteciperò ma... Ci vediamo martedì".
"Oh... Non è un problema per me, Jess può rimanere, ovviamente se le fa piacere".
"Grazie ma...".
"No! Perché?", mi dice Jess interrompendomi, "Possiamo restare...".m
"Jess...".
"Fidati di me, va tutto bene".
La guardo e mi rendo conto che questo è davvero quello che vuole. Ho imparato a conoscerla e lo so di certo.
"Allora... Okay".
"Bene", anche Tatiana sembra essere entusiasta, "Vi aspetto nella solita stanza tra dieci minuti allora...".
"Davvero Jess, non è necessario...".
"Chris", lei si avvicina a me e mi dà un bacio leggero sulle labbra, "Voglio restare qui con te".
Mi fermo a guardarla ed è come se, per un attimo, mi chiedessi se tutto questo sia finzione o realtà. Io e lei, qui, nella comunità che frequento. Mai avrei immaginato di portarla un giorno qui perché è come mostrarle il mio più grande punto debole. Eppure eccomi qui, completamente a nudo davanti a lei. Non so se lo avrei mai fatto con qualcun altro, Jess è la prima che è andata oltre su tutto. Oltre ogni cosa, arrivando perfino alla mia anima.
Stiro il braccio e afferro la sua mano, "Andiamo".

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