Knock(ed) Out

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Selena's POV

Sono incazzata nera. NERA! Spingo il piede sull'acceleratore e parto a tutto gas verso casa mia. Questa sera non c'è traffico quindi ho la piena libertà di sentirmi come un autopilota di Formula 1 al Grand Prix. Raggiungo i 120km/h, nella speranza di non morire ribaltata, urtando un lampione o un'altra auto. Ma cosa dico? Non mi interessa. Ha più senso vivere una vita del genere? La rabbia si trasforma in tristezza. Mi sento spaesata. Mi sento come Bella, che sale sul motorino assieme a quello sconosciuto e parte verso una rotta altrettanto sconosciuta, solo per sentire l'adrenalina scorrerle nel sangue. Ma non c'è il mio Edward a confortarmi, a rassicurarmi. "Cazzo!" urlo, abbasso il finestrino e butto via il mozzicone di sigaretta, per poi accenderne un'altra. Me la fumo a polmoni aperti, lasciando che la nube tossica riempia la mia bocca di tanfo, per poi sbuffarla fuori.

Sono arrabbiata. Sono arrabbiata. Sono arrabbiata.
Non riesco a crederci! Cosa cazzo trova in lei? Una bionda sciacquetta, che veste di stracci. Il naso leggermente aquilino che pare faccia da bussola, il fisico rettangolare, il fondoschiena pressoché inesistente. E quegli occhi... cosi semplicemente svampiti e anonimi. "Ma allora perché?" mi domando ad alta voce. Sono quasi a casa, svolto l'angolo ed usando l'app del telecomando sul cellulare, apro il cancello da remoto. Cambio la marcia e metto la prima, ammirando il giardino di casa mia. Un piccolo appezzamento di terra, gli irrigatori pronti a bagnare e a nutrire l'erba verde, sotto di loro una piccola collezione di nanetti. Sbuffo. Parcheggio l'auto nel garage e attivo l'allarme, poi entro in casa. Dopo aver avuto la brutta notizia, non ho avuto neanche il tempo di farmi una doccia. Non puzzo, ma ho comunque bisogno di un bel bagno caldo nella mia vasca, magari anche utilizzare un paio di oli essenziali di Mahmoud, giusto per farlo indispettire. Lui odia quando uso i suoi sali da bagno e i suoi oli emollienti. Controllo se Moud sia già rincasato, ma teoricamente il suo turno finisce tra un paio d'ore. Do uno sguardo al mio Apple Watch...

18:23.

Ok, ho tempo sia di farmi il bagno che ordinare qualcosa da mangiare. "Stasera non cucino manco per il cazzo" dico ad alta voce. Ho voglia di McDonald's. "Maiale! Tanto maiale!" Mahmoud, essendo musulmano, non mangerà carne non halal, perdipiù se suina. Resterà a digiuno. Mi avvio verso la nostra camera, che adesso assume un aspetto meno intimo. Se solo ripenso al fatto che lui abbia osato condividere il suo fisico marmoreo con qualcun'altra. Mi sovvengono le sue forme, specialmente quella in particolare... chiudo gli occhi. Tiro un forte respiro. Vorrei tanto non fare ciò che farò ma non c'è altra maniera. La mia mente mi riporta a quel periodo di quando... Non me lo merito. Ho rinunciato a tanto, troppo, per amore. Non è momento di sprofondare di nuovo nello sconforto. Sono una donna forte, ora. Non ho più bisogno di spingermi fino a quel punto... io amo me stessa. La mia mano scivola leggiadra sul'interno del mio avambraccio, quasi dubbiosa. Sento piccoli solchi. Scuoto la testa. Basta.
Mi spoglio e corro al bagno. Apro il rubinetto dell'acqua calda e verso alcuni degli oli essenziali di Moud. Vaniglia e bergamotto. La sala da bagno si impreziosisce di profumi dolci e avvolgenti. Immergo il mio corpo stremato nell'acqua, lasciando che questa riscaldi anche il mio cuore. Chiudo gli occhi e affondo la testa nell'acqua. Da piccola, quando andavo al mare in California, avere la testa sott'acqua mi faceva sentire una sirena, i capelli che galleggiavano e si muovevano sinuosi. Ora, mi sento solo vuota, e l'acqua mi brucia il viso. Riemergo e tiro di nuovo un forte respiro, e poi, chiudendo gli occhi, lascio che una playlist casuale di Apple Music mi faccia compagnia, mentre schiaccio un pisolino.

I'm sittin' in a dark room thinking
Probably why I always end up drinking
(Yes), I'm very depressed
How can somebody so blessed wanna slit they wrist?
Shit, I'd probably bleed out some Pinot
When they find me, I'm in Valentino, ayy
He pouring me shots thinking it's lit
Hah, little did he know

Al mio risveglio, l'acqua si è raffreddata, ho i brividi. Mi accingo a prendere l'accappatoio e ad avvolgere il mio corpo nel suo tessuto caldo. Infilo i sandali e mi dirigo allo specchio, per asciugare i capelli con il mio Dyson. Nel frattempo che i miei capelli si asciugano, ordino del cibo tramite app. "Sarà qui in quindici minuti" noto. Una volta completamente asciutta, passo alla mia amatissima skincare. Verso sulle dita un detergente schiumogeno e lavo il viso stanco, stando attenta a non sfregare troppo. Poi passo al siero alla niacinamide per poi ungere il viso con un olio leggero e setoso per far si che la mia pelle resti ben idratata. Ritorno in camera e indosso una mutandina in pizzo e il mio pigiama di seta, lascio che i miei seni possano respirare dopo una giornata abbastanza stremante.

DLIN DLON! Il campanello suona, deve essere il fattorino. Corro alla porta principale e ritiro la mia cena. La appoggio sull'isola in cucina e la scarto delicatamente. Mi affretto a mangiare tutto ciò che ho ordinato: Crispy McBacon, patatine con formaggio e pancetta, sei McNuggets. Tiro un enorme sorso dalla cannuccia che ho inserito nel buco della Coca Cola Zero e poi, totalmente disinibita, mi lascio cadere sul divano. Spengo tutte le luci di casa. Ho bisogno di oscurità in questo momento, mi aiuta a non pensare. A liberare la mente.

Dopo circa una mezz'oretta, sento Moud rientrare da lavoro. O almeno spero sia il luogo da cui lui sta tornando. Adesso non so più cosa pensare, a cosa credere. Lo sento entrare in cucina, il tintinnio delle sue chiavi. Accendo la luce al mio fianco, e, con un viso completamente inespressivo, lo guardo. "Amore, perché mi guardi così? Successo qualcosa?" mi chiede lui, ignaro di ciò che gli sto per rivelare. "Non so... successo qualcosa?" ripeto, in tono di scherno. "Selena, cosa succede? Mi sembri diversa, e cos'è questo tanfo di maiale? Hai per caso mangiato suino per cena?" mi chiede. "Affermativo, signor generale. E ti dico io cosa è successo, vieni. Avvicinati" gli intimo. Lui fa per avvicinarsi, intimorito e confuso allo stesso tempo. Faccio capo a tutte le energie che mi sono rimaste e gli tiro un ceffone grande quanto una casa. Il suo volto si fa rosso, posso vedere il segno della mia cinquina sulla sua pelle ambrata, che, sotto la luce calda della lampadina, risplende. Cazzo, quanto lo amo... ma lo odio altrettanto. "Mi hai tradita, brutto bastardo!" urlo, e tiro subito fuori i video mandatimi da Sylvie. "Non capisco, dove hai trovato questi video? Come lo hai sap..." lo interrompo, dandogli un altro schiaffo. "Selena, non costringermi a reagire" mi sussurra lui. "Altrimenti cosa? Eh? Quanto altro male vuoi ancora farmi?" urlo, iniziando a piangere a dirotto. Lui si avvicina per abbracciarmi ma io lo spingo via. "Fuera! Fuera de mi casa, hijo de una gran puta!" Mahmoud è paralizzato. "Questa è anche casa mia" mi risponde. "No! La proprietaria sono io, pertanto questa casa appartiene a me! Ora, fuera!" Piango, sono in preda ad una crisi di nervi. Sento la porta principale di casa sbattere. Mahmoud è filato via, con la coda fra le gambe. Sento che le mie, invece, non riescono più a sostenermi... Cado. Cerco di rialzarmi ma non riesco. Mi aiuto appoggiando la mano sul ginocchio ma la testa mi gira troppo. "Ecco che ricominciano le emicranie..." sussurro, per poi svenire.

La mia condannaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora