Capitolo 16

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Oh, oh, oh

I watched you naked

I saw you struggle

No clothes on

I loved it

Naked, Joy and Grief

Fu più forte di me.

Non potevo non toccarlo.

Sfiorargli il ciuffo fu quanto di più innocente la mia mente avesse suggerito di fargli.

C'era voluta una grande forza di volontà per non afferrarlo e trascinarlo contro la porta del bagno, fargli scorrere una mano sul torso, saggiare quel petto magro e far scivolare la mano su fino al suo collo.

Mentre nella realtà gli sistemavo la ciocca di capelli sulla fronte, nella mia mente, avevo già stretto la base del suo collo tra le dita e lo avevo attirato verso di me, con una forza pari all'intensità del mio desiderio; gli avevo premuto il pollice sotto la gola, quel tanto che bastava a tenerlo fermo, per esercitare il mio dominio su di lui, prima di rubargli un bacio profondo e sensuale.

Come dicevo, c'era voluta una grande forza di volontà, ma alla fine avevo tenuto le mani a posto. L'avevo accompagnato a casa e tutto si era concluso con un semplice sfioramento.

Solo Dio sapeva quanto Robbie fosse una tale pena per me. Rappresentava il mio più intimo desiderio. Una brama che custodivo nel cuore da così tanto tempo che era diventata una parte di me stesso.

Se solo tanto tempo addietro non avessi compiuto quella scelta, se solo non lo avessi ferito così tanto... forse oggi le cose starebbero in modo diverso.

Forse Robbie sarebbe diventato famoso con noi, avrebbe viaggiato, avrebbe suonato e fatto tutto ciò che amava fare. Invece, aveva lasciato tutto... a causa mia.

Ma ora avevo la possibilità di riparare al mio errore. Di rendere, il suo periodo con la band, il migliore della sua vita.

Peccato che Blade non aveva intenzione di semplificarmi le cose.

Non aveva preso per niente bene la decisione di Addie e Perry di sostituire Devi con Robbie per tempo indeterminato. Si comportava da bambino viziato da quando Joel gliel'aveva comunicato ed ora stava cercando di rovinare l'umore di Rob con i suoi sbuffi, le sue uscite taglienti e le sue occhiatacce. Sapevo che aveva ottimi motivi per farlo, ma sapevo anche che Rob si era sacrificato per il bene della band e aveva un contratto che gli impediva di restare come batterista dopo il ritorno di Devi.

A tutto ciò si aggiungeva il fatto che Rob non era decisamente a suo agio, lì nel salotto del mio attico, intento a farsi cucire addosso un abito su misura per la sua prima intervista.

Era lunedì e Addie aveva fatto filtrare la notizia da poche ore. Rob era già lì quando era successo così da non essere sommerso dai paparazzi appena avesse messo piede fuori casa.

Si era agitato quando aveva ricevuto messaggi da decine di persone e i suoi followers su Instagram erano aumentati di botto, passando da poche centinaia a qualche migliaio. Tutto era peggiorato con l'arrivo di Smith e del sarto, su ordine di Addie. Avevano caricato Rob su un piedistallo e spogliato di tutti i vestiti tranne i boxer e la canottiera, poi avevano iniziato a prendergli le misure e a punzecchiarlo con spilli e aghi.

Avevo osservato il suo corpo nudo come si osserva l'arcobaleno: ammirato, quasi sognante. Poi la sua pelle era stata di nuovo coperta da un tessuto blu, morbido e riflettente, e avevo dovuto rinunciare ai miei viaggi di fantasia.

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora