Ava camminava da ore sotto il sole implacabile del deserto dell'infinito. Ogni piccolo granello solleticava e graffiava la sua pelle. La distesa di sabbia sembrava cambiare ogni giorno, ma allo stesso tempo rimanere immutata nel suo infinito. Ava non ricordava esattamente come ci fosse finita; forse un sogno l'aveva trascinata laggiù. Il tempo, per lei, si era distorto: erano ore, forse giorni, mesi o anni, e da tempo non riusciva più a ritrovare la strada per casa.Non c'erano suoni, né stelle, né nuvole, solo il canto del vento che sibilava tra le dune. Come un vecchio vinile che gira a vuoto, la voce è assente, ma si può udire il graffiare del silenzio che regala pace e solitudine allo stesso tempo.
Così, Ava si faceva trascinare da quella sensazione, da quella speranza, senza mai farsi dissolvere nel vento di quell'infinito deserto.
Ma, mentre continuava a camminare, all'improvviso, qualcosa catturò la sua attenzione. La sabbia si alzò davanti a lei, formando una piccola voragine, e nel dissolversi di quest'ultima comparve un bambino, piccolo e indifeso, che la fissò con occhi curiosi e un sorriso enigmatico.Ava, che da tempo non vedeva nessun altro, non sapeva se credere a quell'apparizione o se ignorarla e continuare a camminare. Il bambino corse verso di lei. Ava rimase immobile.«Guarda! Guardami!» esclamò il bambino saltellando.«Lo vedi?»«Cosa?» sussurrò Ava incerta.«Posso correre! Lo vedi?»Ava si fermò confusa per qualche minuto.«Tu lo vedi, vero?» domandò ancora una volta il bambino entusiasta.«Lo vedo», rispose Ava, incerta e stanca.«Guarda!» indicò qualcosa alle sue spalle.Ava si voltò per guardare, ma non vide nulla.«Cos...»Il bambino era scomparso, e per la prima volta nel deserto infinito, dove mai scorre il tempo, cominciò a calare la notte.Ava, incredula, cominciò a correre. La speranza iniziò a fomentare la sua forza; forse aveva trovato la strada, e piena di speranza affondò i suoi piedi nella sabbia sempre più leggera, prima di accorgersi di essere esattamente nel punto di prima. Rimase immobile per qualche secondo a fissare il deserto infinito di notte. Né nuvole, né stelle, solo la luna a illuminare un eterno buio.Si sedette per terra affranta, e al suo fianco un falò comparve. Meravigliata, osservò le fiamme ondeggiare e il suono degli scoppiettii del legno cantare.Mentre i suoi occhi si stavano per chiudere per la prima volta dopo un'eternità, le sembrò di sentire fra le fiamme la voce di quel bambino..."Guarda! Guardami! Ci sono solo io... non lo vedi?"«Sono solo io...» sussurrò Ava prima di addormentarsi.
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Il bambino dalle storie già scritte
Short Story«Tu lo sai, che io sono già scritto, come il sole e le stelle, attorno a me non c'è nient'altro, eppure il mondo è pieno di cose che mi girano intorno, ma il mio sguardo è cieco al resto del tutto, o forse sono gli altri che non riescono a vedere» I...