CAPITOLO 15

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La mattina inizia con la telefonata di mia madre.
Voleva sapere tutto, nei minimi dettagli.

«Non ti dirò il nome, mamma» anche perché non esiste un nome.
«Dai, Amelie, non tenermi sulle spine» la voce entusiasta di mia madre mi fa quasi tenerezza.
«Sarà una sorpresa» la sento sbuffare dall'altro capo del telefono.

«Sei sempre la solita! Almeno raccontami come vi siete conosciuti» prendo le ultime cose prima di lasciare il mio appartamento, mentre penso a qualcosa da dirle.
«Ci siamo conosciuti a scuola, nulla di che» chiudo a chiave la porta e poco dopo lascio il palazzo.
«Che ne dici se venissi a casa tua? Magari posso conoscerlo prima di tutti, sono pur sempre tua madre» mi allarmo subito.
«No mamma, avrai da fare, non scomodarti» Cerco di convincerla, ma lei è più testarda di me.

«Verrò in settimana, è deciso» annuncia infine.
«Non puoi lasciare la tua dolce casetta, chi baderà ai cani?» Ama i suoi cani, non li lascerebbe per nulla al mondo, o almeno lo speravo.
«Chiederò a Clara di tenerli per me» sono senza forze, non so più cosa inventarmi.
Rinuncio a controbattere e poco dopo la saluto per andare a lezione.

.

Dopo le lezioni, decido di passare in classe di Isolde per chiarire la confusione di questi giorni.
Mia ha avvisato che non può raggiungerci, visto che sta studiando per una prova.

Mentre camminiamo, condivido con Iso i dettagli della conversazione con mia madre.
«È incredibile quanto sia entusiasta all'idea di conoscerlo. Mi ha già detto che si sta organizzando per venire a trovarmi»

faccio un piccolo sospiro.
«Vuole conoscerlo prima di tutti».
Isolde ride. «Che carina».
La guardo. «Lo so, ma ora devo trovare un modo per risolvere questa storia».

«Almeno hai un pochino di tempo, pensiamo a un modo per gestire la situazione», suggerisce Isolde.
«In realtà, non abbiamo molto tempo, conoscendola potrebbe presentarsi anche questa sera».
«Penso di dover coinvolgere per forza qualcuno a farmi da finto fidanzato», rifletto ad alta voce.

«Hai considerato l'opzione Lucas?» Scuoto la testa in segno di negazione.
«Sarò sincera, Iso, non voglio coinvolgerlo. Lo conosco e da quel che ho capito sta cercando di avvicinarsi di più a me».
Isolde riflette un momento, annuisce.
«Sì, forse hai ragione».

«E se chiedessi a Elias? Non ci hai preso molta confidenza, quindi non ci sono molti problemi».
Trovo l'idea interessante.
«Potrebbe funzionare, spero solo che lui sia d'accordo».
«Dopo parlagliene, se non accetta, forse dovrai rivolgerti per forza a Lucas».

Lasciato Isolde e mi dirigo verso la classe, determinata a dedicare il mio tempo alla ricerca assegnata dal professore.
Appena arrivo, mi siedo in uno dei banchi liberi e tiro fuori il computer.
La connessione internet vacilla, facendomi perdere tempo prezioso.

Respiro profondamente, decisa a non farmi scoraggiare, e torno ai vecchi metodi.
Inizio a consultare vari libri e appunti presi durante la lezione.
Mi immergo nella lettura, appuntando varie frasi e nozioni che possono servirmi.

Poco dopo, prendo in mano il telefono, notando che la connessione è migliorata.
Inizio a consultare vari siti, facendo una vera e propria rassegna di tutti i siti che consulto.
Concludo la ricerca e mi sento davvero realizzata.
Trascrivo tutto sul computer, così una volta a casa potrò stampare ogni singola pagina.

Osservo il documento sullo schermo e sorrido.
I miei occhi si spostano sull'orologio e mi rendo conto che ormai è arrivata l'ora dell'ultima lezione.
Resto lì seduta, e quando arrivano gli altri studenti seguiti dall'insegnante, la lezione inizia.
Due ore di composizione musicale.

Alla fine della lezione, mi preparo mentalmente per affrontare la conversazione con Elias.
Decido di cercarlo e per mia fortuna lo trovo prima del previsto.
Faccio un piccolo sospiro e mi avvicino.
«Ehi Elias, posso rubarti un attimo?»
«Certamente, dimmi tutto» risponde con la sua solita gentilezza.

«È una storia un po' complicata,» inizio, cercando di spiegare la storia con tutta la chiarezza possibile.
Gli racconto tutto, dal matrimonio di mia zia alla chiamata con mia madre.

Noto nei suoi occhi un pizzico di divertimento.
Infine, con una certa esitazione, gli propongo l'idea di farmi da finto ragazzo.
Elias ascolta attentamente, la sua espressione è una miscela di confusione e sorpresa.

«Capisco che sia una situazione complicata, ma perché proprio io?» Fa una piccola pausa e poi riprende a parlare.
«Con Lucas hai più confidenza, perché non lui?» conclude.

Mi passo una mano tra i capelli.
«È proprio questo il problema, ho troppa confidenza con lui.»
«Hai notato anche tu il suo interessamento nei tuoi confronti, e non vuoi "usarlo" solo per questa cosa fittizia. Vero?»
Annuisco lentamente.

«Sarà solo temporaneo, te lo prometto» Elias fa un piccolo sorriso.
«Va bene, Amelie. Però devi sapere una cosa» dice avvicinandosi di più a me.
«Sono gay» Rimango sorpresa, Isolde non me lo aveva detto.

«Ancora meglio!» dico, Elias ride, e io vengo contagiata dalla sua risata.
«Così non ci sono problemi di nessun tipo, comunque Isolde non me ne ha parlato, anche se sapeva che ti volevo chiedere questo favore» dico in modo scherzoso.
«Semplicemente, sanno che non devono dirlo, a meno che io non voglia» È giusto così, sono pur sempre cose private.

«Prometti solo che tua madre non cercherà di organizzare il nostro matrimonio» rido nervosamente.
«Non ti assicuro nulla, maritino mio»
Mentre mi allontano dall'università, saluto Elias con un sorriso. «Grazie ancora per l'aiuto, Elias»

La luce del tramonto colora il cielo, regalandomi un momento di tranquillità.
Mi avvio verso casa, e dopo pochi minuti sono già dentro e con il pigiama.
Stampo la ricerca e mi concedo una cena veloce prima di andarmi a coricare.

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