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Satoru prende un lungo respiro, quando lo lascia andare una nuvola bianca si fa strada nella notte. La guarda dissolversi, dietro appare la sagoma dell’istituto di arti occulte di Tokyo. 

Pensa, finalmente casa

Più concretamente, casa è dietro una porta che per tre secondi lo separa da Suguru. 

Casa è nascosta sotto una coperta, casa ha il viso illuminato dalla luce della luna – Geto non tira mai le tende, dice che così si sveglia appena fa giorno. 

Casa è il respiro di Suguru che accompagna il silenzio, è un ciuffo di capelli che taglia a metà il viso, è una mano aperta sul cuscino. Satoru si piega sulle ginocchia, i suoi gomiti sprofondano nel materasso. 

Nessuno ha mai visto Suguru come lui. Sorride, il mento è appoggiato ai suoi palmi. “Così bello…” 

Suguru stropiccia gli occhi, un raggio di sole l’ha improvvisamente rubato al sonno – la realtà è ancora meglio del sogno. L’odore di Satoru ha riempito la stanza, non c’è altro luogo dove vorrebbe essere. 

Pensa, finalmente è a casa

Più concretamente, casa è appisolata a fianco a lui, il petto si alza e si abbassa con dolce regolarità. Suguru si issa sul gomito il più lentamente possibile per non svegliarlo e poi per guardarlo dormire. La coperta è troppo piccola per due, scalda Satoru solo fino allo stomaco – addosso non ha niente, dice che se no la notte ha troppo caldo. 

Casa sono capelli bianchi che si perdono nel cuscino, sono labbra appena socchiuse, ciglia sottili. 

Nessuno ha mai visto Satoru come lui. Suguru sorride, i capelli corvini gli solleticano la pelle dell’avambraccio. “... ed è tutto per me.”

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 29, 2023 ⏰

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