16-Bruci e raffreddi, ferisci e lenisci

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-Solitamente sono io, oggi sembro gigante.
Solitamente tu sembri distante
E quando parti?
Poi dove vai e quando torni, quanto manchi?
Quand'è che torni di preciso?
Quanti giorni, che hai deciso?
Dove dormi, quanto manchi?
Quanto manchi.

31/07, Mecna.-

Michael

Cinque anni fa

Svegliarsi dopo una sbronza è come non svegliarsi.

Mi spiego. Sento ancora la testa pesante e il rumore delle mie tempie riempie la mia testa, facendomi credere di star impazzendo.

Eppure, mi tiro su dal letto in fretta.

Non ricordo molto di ieri, non da quando Magnolia se n'è andata, lasciandomi come un coglione.

Non avrei dovuto baciarla di nuovo, non avrei dovuto desiderarla ancor più ardentemente di prima.

Eppure, lo sto facendo.

Vedo sempre la mia piccola Lia. Nei miei sogni più intimi e in quelli dolci, che rendono leggero il mio sonno.

Dinanzi allo specchio, mentre cerco di sistemarmi i capelli scompigliati, ricordo le sue labbra sulle mie, ieri sera.

Avrei voluto toccarla. Dio, quanto avrei voluto.

Ma non riesco a metterle fretta, non ci riuscirei nemmeno se lo volessi con tutto me stesso.

Lei è speciale.

Prendo un respiro profondo, indosso la prima maglietta che mi capita sottomano.

Okay, forse è arrivato il momento di rimettere in ordine la mia stanza. È un fottuto casino.

Scendo le scale con passo svelto, finché una voce mi riscuote.

"Puoi smetterla di fare tutto questo casino di prima mattina!?" Strilla Ines, seduta al tavolo della cucina.

Dinanzi a sé ha una ciotola con del latte e dei cereali, sicuramente annacquati, all'interno.

Si massaggia le tempie con gesti meccanici.

"Se non strillassi ci sarebbe meno casino in quella testolina." le faccio notare, incapace di trattenere una risata dinanzi allo sguardo infuocato che mi rivolge.

"Non innervosire tua sorella." dice una voce mentre appoggia una mano sulla mia spalla, facendomi trasalire.

Perché mia madre sbuca sempre fuori all'improvviso? Annunciarsi le costa tanto?

"Mia sorella è sempre nervosa." preciso, mettendomi seduto sulla mia solita sedia.

Prendo una delle ciotole di frutta posta al centro del tavolo, iniziando a mangiare in silenzio.

Eppure, anche se non alzo il capo, sento lo sguardo di mia madre addosso.

"Ines, tesoro, dato che hai finito, puoi andare in camera tua? Devo parlare con tuo fratello."

Mi acciglio, ma non alzo lo sguardo per non lasciar trasparire il mio stupore.

"C'è Rebeka che russa in camera mia." ribatte Ines.

Forse è vero che Bek russa, ma la verità è che mia sorella vuole ascoltare la conversazione. Almeno, questo è ciò che mi suggerisce il sorrisetto che ha in volto.

Stupida ficcanaso.

"Allora vai a farti una doccia, non fa mai male." insiste mia mamma.

Qualcosa di grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora