L'assenza di Susanna dalla sua vita non era mai stata così dolorosa.
Quando Matilde era morta era come se un peso enorme si fosse abbattuto sulle sue spalle, ma adesso sapere Susanna dall'altra parte della città e non poterla raggiungere era qualcosa che gli bucava lo stomaco.
Non resistette più di qualche giorno. Una sera, erano già passate le 22:00, andò sotto casa sua e le citofonò.
«Chi è?»
«Sono io. Devo parlarti»
«Che novità!»
«Fammi salire»
«Se hai qualcosa da dire, dilla da lì»
Sospirò. Non era nella posizione di pretendere alcunché, né di negoziare. «E va bene. Quello che devo dirti è che... sono stato uno stronzo»
Silenzio.
«Ehi, sei ancora lì?»
«Ci sono. Va' avanti»
«L'altra sera pensavo davvero quello che dicevo. Tutto il giorno mi ero tormentato con l'idea di non poterti fare questo, di non poterti costringere in una relazione di serie B. Ma, Susanna, più passano i giorni e più non ti voglio lontana. Mi manchi, Su, non voglio stare senza di te. Sei la mia migliore amica, sei tutto quello che ho, sei tutto quello che mi serve e che voglio»
Silenzio.
«Sì, ma dammi un cenno di vita, non posso parlare di questo a un citofono»
«Ti sto ascoltando»
«Su, per favore, fammi salire»
«No»
«E sia... io ti amo. Ti amo di un amore che non è affatto "di serie B". Non faccio che pensarti e mi sono domandato se non sia per reazione, come mi avevi detto tu, ricordi? E no, Susy, non è una bugia che mi sto raccontando per non perderti. Io ti amo davvero, proprio come vorrei che ti amasse l'uomo della tua vita. Sono io quello giusto per te, ora lo so. Mi dispiace di essere stato così cieco, così spaventato»
«Bartolomeo, è molto tardi e...»
«Non usare il mio nome per esteso, ti prego non tenerti così lontana»
«È tardi e domani mi alzo presto. Buonanotte»
Barto sentì riagganciare il ricevitore, alzò gli occhi e vide spegnersi la luce della sua finestra. Non poteva insistere, glielo doveva.
Ma non era costretto a non fare gesti teatrali.
****
Il mattino seguente, alle 06:30, Barto era in piedi davanti al portone di Susanna. Dietro di lui, parati come un plotone, Giulio, Carlo, Carmen, Simone e altri amici della comitiva. Dopo circa un'ora Susanna scese, abbracciata a un uomo alto, muscoloso, bellissimo e col quale sembrava esserci una confidenza profonda.
Non appena li vide, Susanna si irrigidì. L'uomo non se ne accorse, la baciò sulla guancia e si incamminò lontano, rivolgendole un "A stasera" che non piacque a nessuno dei presenti.
«E quello chi sarebbe?» Carmen sembrava inferocita.
Susanna guardò Barto negli occhi, si sentiva colpevole e sporca e pensò che gli doveva delle spiegazioni. Nel frattempo cercava di capire come mai fossero tutti lì: se Carmen era così nervosa per aver visto un uomo darle appuntamento, forse Barto aveva raccontato a tutti quello che era successo tra loro. Doveva essere un segreto, almeno così lei se lo figurava nella sua testa. Ma non era questo il momento di fare la detective, questo era il momento di dare delle spiegazioni.
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La seconda vita di Barto
Short StoryNon si vedono da oltre 10 anni, ma durante l'università hanno condiviso più di quanto fosse necessario. Bartolomeo e Susanna si ritrovano in un momento drammatico, in cui lei cerca di offrire al vecchio amico il conforto che sa essergli fondamentale...