Entrai in cucina, la fangirl stava dando bella mostra del suo maglione alla madre; aveva ancora il viso arrossato ed era accigliata.
«Guarda! Sono andata a letto così! Non hai preso nemmeno una camicia di papà!»
Spero finisca presto. Queste due stanno già rovinando la mia vita.
In un lampo, mia madre si mise tra di loro. «Non vi preoccupate, se è una questione di pigiami, oggi ne prenderemo qualcuno. E ti laverò anche i vestiti... Juno!»
Sharon abbassò la testa, la fangirl spalancò gli occhi, sorpresa.
«Grazie, Lucy» Sharon parlò al piatto, «Sei fin troppo gentile con queste due sconosciute». La ragazzina invece continuava a rimanere in silenzio.
«Complimenti, mamma, hai messo a tacere la fangirl».«Non mi chiamo fangirl!» le mie parole le fecero ricordare che esistevo anche io. «C'ho un nome. Mi chiamo Juno!»
Mi sedetti a tavola e mi versai dello yogurt nella tazza, le lanciai un'occhiata e le sfoggiai un sorriso sarcastico. «Che coincidenza, anche io ne ho uno! E non è secchione».
Mi fissò, le mani appoggiate al bordo del tavolo e gli occhi fuori dalle orbite. «Beh?» Sbottò.
«Ieri ho tentato di presentarmi, però hai preferito andartene in camera. Hai perso la tua occasione» feci una pausa drammatica, «In ogni caso, "secchione" può andare comunque. Fangirl».
A mia madre scappò una risata col naso. «Juno, questo è...»«Mamma?» interruppi il discorso prima che potesse continuare. «Ieri non ha voluto sapere di presentarsi, per cui va bene così» La guardai di traverso e lei sospirò versandomi il caffè.
Tutto sommato, era divertente ingannare le aspettative della ragazza. E forse, in quella maniera, sarei riuscito a tenerla fuori dalla mia vita.
Fangirl non perse tempo a rispondere, preferì incassare e afferrare il cucchiaio. La trovai un po' ridicola mentre calcolava in quale angolazione avrebbe dovuto immergerlo nei cereali.
Mia madre riprese ad aggirarsi per la cucina aprendo i cassetti finché si voltò verso di me. «Sai per caso dov'è il tagliere? L'ho lasciato qui, ne sono sicura.»Girai la domanda a Fangirl. «Ce l'hai ancora su in camera, il tagliere?»
Lei sollevò la testa dalla tazza e, con un'espressione disorientata, mosse gli occhi prima su mia madre, poi su di me. «Il tagliere? Intendi quel piatto di legno rettangolare dove mi hai dato da mangiare?»
Non ci credo. La nonna l'ha tenuta segregata in casa per quindici anni senza farle vedere nulla?La situazione mi preoccupava.
«Sì, quel piatto rettangolare».
Posò il cucchiaio e si alzò dalla sedia, provocando uno stridio fastidioso sul pavimento. «L'ho lasciato in camera, lo vado a prendere.»
Dopo pochi secondi era di nuovo in cucina, e porse il tagliere a mia madre.
Sharon la strattonò severa. Si lanciarono un paio di occhiate, poi fangirl si volse verso di me. «Io... Grazie.» borbottò, prima di ributtarsi sulla sedia con un tonfo sordo.
«Ieri sera si è presentata giù come un lupo famelico pretendendo di mangiare schifezze. Le ho preparato qualcosa di sano»
Lei aprì la bocca e io ero già pronto alla guerriglia, ma mio padre entrò in cucina in quel momento.
Sharon si alzò di scatto e gli saltò al collo. «Ciao, Dave.»
Lui la ricambiò, mentre mia madre continuava a tirare fuori cibo per la colazione.
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Pink Sapphire
Narrativa generale«Anche i tuoi regali devono avere dei nomi complicati. Lo zaffiro però è blu. L'ho visto nei libri». «È uno zaffiro speciale. Si trova solo in India. Invece di essere blu, è rosa. Ma è comunque uno zaffiro». Casa Simmons nasconde un segreto e Juno s...