More Than Bruises.

CAPITOLO 24

L'odore di sigaro invade la stanza, è l'ora di iniziare il gioco. «Sebastian, sono felice di averti qui», la voce di suo padre attira la nostra attenzione.
«Amelie, sei una delizia per gli occhi», il suo tono di voce risuona falso. I suoi occhi si soffermano sulla collana che indosso.
«Come prestabilito, io non giocherò», la voce di Sebastian spezza il silenzio, distraendo il padre.
Quest'ultimo annuisce e dopo aver salutato si allontana.
«Tuo padre giocherà?» chiedo mentre lo vedo sedersi ad un tavolo. «Lui gioca sempre».
I miei occhi passano sulla donna al suo fianco.

Isabella. «Non mi dire che..»
«Esatto, si giocherà anche lei, come ogni anno»
"Anche lei" mi colpisce profondamente.
«E a lei va bene?» Sebastian annuisce e si gira a guardarmi. «Lei si fa comprare dai concorrenti di mio padre, va nelle loro case e scopre i loro segreti».
Sono ancora più schifata.

«Buonasera a tutti, sono lieto di dare inizio al Ballo»
Un uomo annuncia le regole. Esistono anche regole a questo schifo? «E ricordate, porta la tua donna e gioca»
La serata inizia ufficialmente, vedo riempirsi i tavoli, tavoli di uomini accompagnati da giovani fanciulle.
Un uomo si avvicina a noi, accompagnato da una ricciolina, con occhi blu e capelli scuri.
«Amico, giochi? Io punto sugli 800 per quella che ti sei portata» 800€? Mi sento proprio carne esposta in vetrina.
«Toglili gli occhi di dosso, noi non partecipiamo», la sua voce mi fa rabbrividire, fredda e seria.

«Ti darò più soldi, o se preferisci possiamo giocarcela a carte» l'uomo di mezza età si avvicina a me. Faccio un passo indietro e in quel momento Sebastian si mette in mezzo, allontanando l'uomo.
«Non fare il difficile, ci guadagnamo entrambi, tu ti prendi lei e io vado via con questo zuccherino» indica per un momento la ragazza dietro di lui, mentre lo "Zuccherino" sarei io.
«Ho detto che non gioco, ora sparisci» L'uomo si arrende e si allontana, vedo la mano di Sebastian stringersi in un pugno.

«Vecchi luridi» sputa acida.
«Andiamo fuori, o giuro che faccio saltare in aria questo posto di merda» lo seguo fuori.
Mentre sto per uscire dalla porta, una mano mi afferra il polso. Mi giro e vedo Lucas.
«Lasciami» cerco di liberarmi, ma la sua presa è troppo forte. «Lucas, ho detto di lasciarmi» lui insiste.
«Amelie, non puoi stare con lui, cazzo» lui vuole fare la predica a me? Ma che hanno questi uomini, prima compiono atti peggiori e dopo vengono a dirmi cosa è giusto e cosa no.

«Ho detto che devi venire con me, cazzo» urla.
Resto senza parole davanti a quella scena.
La sua mano è ancora attaccata al mio polso, ma viene spazzata via in fretta. Vedo Sebastian andare contro di lui e tirargli un pugno in pieno viso.
«Mi hai rotto il cazzo fin troppo» l'ennesimo pugno colpisce la faccia di Lucas.

«Sei un lurido bastardo, vuoi scopartela e poi ucciderai anche lei» la mia testa sta cercando di elaborare ogni singola parola. "Ucciderai anche lei"
In quel momento mi chiedo chi sono davvero quei due uomini. «Bravo, sai solo fare questo, porti alla rovina ogni donna che ti si avvicina» Lucas continua a parlare, la sua faccia è coperta dal sangue.
«Stai zitto, figlio di puttana» sbotta Sebastian.

L'unica cosa che riesco a fare è andarmene via da quel posto.
Tutto mi sono immaginata, tranne il fatto che questo ballo fosse così squallido.
Cammino nei giardini dell'hotel, cercando di riordinare le mie idee. «Amelie, andiamo via di qui» mi giro e vedo Sebastian.

Annuisco, non ho altra scelta, devo seguirlo almeno fino a casa sua, anche se ora provo un po' di paura e non posso negarlo. Le parole di Lucas mi rimbombano in testa.
Ci mettiamo in macchina, e lui parte subito dopo. Nessuno dei due osa mettere fine al silenzio, si sentono solo i nostri respiri mischiati al rumore del motore. Ma la strada non è la stessa dell'andata. «Dove andiamo?» chiedo guardandolo.
«Al lago» non aggiunge altro, e io resto con il dubbio.