IV
SECRETLY
I've been biding my days
You see
Evidently it pays
I've been a friend with unbiased views
Then secretly lust after youSkunk Anansie, Secretly
La campagna del Wiltshire e il tepore del sole sulle colline dell’Inghilterra meridionale e poi le notti sterminate e limpide di stelle. Il profumo dell’aria notturna, fiori ed erbe aromatiche; lo scorrere tranquillo dei ruscelli nei loro argini. Era lo sfondo del quadro in cui lei aveva ritratto il Draco Malfoy che aveva cominciato ad amare per caso. Prima un’occhiata, rubata, a un volto affilato ed elegante che mai si era soffermata a osservare veramente, nei lunghi anni in cui, nolente, gli era vissuta vicino.
Infine i sogni notturni tormentosi, quelli che mai avrebbe creduto di poter fare, quando, tra il torpore e la veglia, scalciava le coperte dal corpo accaldato, alla ricerca di un refolo d’aria fresca che le accarezzasse la pelle. Gli occhi chiusi stretti, dietro i quali coltivare un’immagine fasulla.
Tutto era giunto così inaspettato: l’effetto collaterale di una pozione medicinale, la malattia che colpiva durante una dura convalescenza il corpo ancora debole. Senza accorgersene aveva coltivato in seno la semenza di un’erba tenace che le era rampicata intorno a al cuore e l’aveva isolato e protetto.
Imprigionato.
E infine, si era accorta con sgomento che quel sentimento timido e silenzioso, che doveva essere cura(ed era stata una droga.
E maledizione a lei se era stata superficiale: non si gioca con le emozioni, soprattutto non con le proprie)
per un’anima inaridita dalla perdita, aveva messo radici nel suo petto.
Dolorose.
Tale da non poter essere sradicate senza portare con sé ossa e carne e viscere e forse un pezzo di anima.
Lo aveva sorvegliato con la pazienza instancabile del cacciatore che insegue la sua preda, fiutato le sue tracce, ascoltato il rumore dei suoi passi; e al progressivo avvicinarsi a lui era corrisposto un lento allontanarsi dal distacco che aveva imposto al proprio ruolo. L’apparenza era rimasta identica: Hermione Granger, Auror speciale, tenace segugio del Ministero, capace di riempire le celle di Azkaban anche da dietro il riparo quieto delle mura di una Biblioteca. Dentro però era turbata.Lo aveva studiato e imparato, il suo albero genealogico, la sua storia. Aveva riempito intere pergamene di appunti, l’inchiostro che venava la carta bianca, impronte dei suoi pensieri su di lui. Nero su bianco, poi il sale amaro delle lacrime sulla sua pelle riarsa.
Aveva scavato nel proprio cervello con l’accanimento di chi cerca la macchia su un vestito, il guasto in un ingranaggio, il sentiero tortuoso attraverso cui tornare indietro alla strada maestra, dopo essersi perduta; aveva trovato nottate intere di solitudine e candele e silenzio e parole; quando alla fine aveva visto che le fredde cronache si erano trasformate in lunghe riflessioni, aveva guardato inorridita quei fogli e aveva cominciato a tenerli per sé.
Ossessione.
Quando la nostalgia per un tocco che non aveva mai conosciuto, l’aveva quasi uccisa.
Se aveva creduto, anche solo per un attimo, che, la ripulsa per la sua natura di Mezzosangue e gli anni di odio che mai si erano lasciati alle spalle, sarebbero stati un deterrente sufficiente, si era illusa.Aveva guardato il vestito bianco appeso nel suo armadio, bello di una bellezza pensata solo per lui.
Perché lei era l’unica a sapere, con la certezza della pioggia che precipita dove quella precedente è ancora fresca, dove si stava nascondendo e che lo avrebbe trovato a quel ballo.
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Masquerade Ball
Hayran KurguLui era Draco Malfoy e come fosse riuscito a restare nella villa, senza che qualcuno desse l'allarme, era un miracolo e un mistero. Lui era Draco Malfoy e aveva una taglia sulla testa e un'intera bacheca di foto e appunti nell'ufficio del Dipartimen...