Capitolo 17

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Listen to me,

I'm a devil

I can buy anything

Sure, your soul is already mine

Soul, Joy and Grief

Venni svegliato dalla suoneria del cellulare.

Le note di Bohemian Rapsody risuonavano nella stanza avvolta nell'oscurità parziale.

Mi sedetti sul letto, scostando i capelli dal volto, e poi socchiusi gli occhi per cercare il telefono.

La sera prima mi ero addormentato mentre stavo scrivendo una nuova canzone, tenendo la torcia del cellulare sollevata sul foglio bianco.

Cercai il telefono tra i cuscini finché non lo trovai nella fessura tra il materasso e la testiera. Lo recuperai quando smise di squillare.

La stanza tornò stranamente silenziosa, ma ormai ero sveglio.

Accesi lo schermo e vidi chi era stato a chiamare.

Perchè mai Robbie dovrebbe chiamarmi alle due di mattina?

Cliccai sulla notifica e lo richiamai, mordendomi il labbro inferiore nell'attesa di sentirlo rispondere. I capelli mi soffocavano, quindi li legai in una crocchia disordinata sulla nuca.

All'improvviso, il cellulare smise di squillare e sentii il suono di un respiro strozzato. Nella penombra della stanza, sembrò quasi che Rob si trovasse al mio fianco.

«Robbie?», sussurrai. «Ci sei?»

«Mi ha licenziato».

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

«Non ha voluto sentire ragioni», spiegò. «Non mi ha nemmeno lasciato continuare con le lezioni pomeridiane».

Non ero bravo a consolare le persone, ma tentai di fare del mio meglio.

«Mi dispiace, Robbie». Non era un granchè. Come dicevo, consolare non era il mio forte.

«Non pensavo che prendermi questa piccola rivincita causasse tutto questo... volevo solo sapere cosa si prova a far parte di una band famosa, ad avere centinaia di persona che cantano con te le tue canzoni...» lo sentii tirare su con il naso.

«Non sono nemmeno triste perché ho perso il lavoro... quella era una stupida scuola per ricchi stronzetti viziati ed in fondo guadagnerò di più con voi quest'estate che in un anno di insegnamento ... sono solo... non lo so... volevo almeno continuare con le lezioni pomeridiane... Sydney sarà così triste quando lo saprà... e chi la proteggerà ora?»

«Chi è Sydney?»

«La mia alunna preferita», spiegò. «Le insegno a suonare la batteria nel pomeriggio. Tutti la prendono in giro perché ha una borsa di studio per studiare lì. Senza quella, sarebbe troppo povera per frequentarla».

Percepii il dolore nella sua voce così intensamente che capii di dover fare qualcosa.

«Se avessi la possibilità di tornare a lavorare lì e allo stesso tempo stare con noi, lo vorresti?»

«Che cosa vuoi fare, Phoenix?»

«Non è importante ora», replicai brusco. «Tu rispondi solo alla domanda».

Rob rimase in silenzio per due lunghi secondi, poi prese un respiro e disse: «S-sì, sì, lo vorrei».

«Allora, lascia fare a me e domani avrai di nuovo il tuo lavoro».

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora