18-Invisibile

347 33 25
                                    

Liz

-Sono in ritardo Liz, non mi aspettare.-

-Va bene Callie.- Riattacco e lascio cadere il telefono nella tasca del giubbino.

Attraverso il corridoio affollato con la testa bassa, camminare in mezzo a tante persone mi ha sempre messa a disagio, ho il terrore degli occhi degli altri puntati su di me, pronti a giudicare, a valutare ogni mio minimo, impercettibile movimento, a volte desidero essere invisibile, spesso ci riesco, non mi notano quasi mai, è facile, basta avanzare in silenzio con gli occhi rivolti verso il pavimento così da non incrociare quelli di nessuno, passare tra loro come un fantasma.

Se c'è Callie vicino a me è più facile, è così bella, tutti hanno occhi solo per lei e io con lei mi sento al sicuro.

L'ho notata subito la prima volta, era spaesata, si vedeva lontano un chilometro che era nuova, che non conosceva nessuno e magari si sentiva anche un po' sola, era lì a terra mentre cercava di raccogliere i libri che le erano caduti, gli altri le passavano affianco e non la notavano, mi è sembrato quasi di rivedere me.

Un colpo secco mi spinge violentemente in avanti, perdo l'equilibrio e sbatto il braccio contro l'armadietto, un dolore lancinante mi attraversa da parte a parte, mi massaggio il punto dolente con una mano mentre sgomenta mi volto nella direzione del colpo.

Asher e James sghignazzano sotto i baffi mentre mi guardano dandosi di gomito.

Asher lo conosco dalle scuole elementari, io non le sono mai stata simpatica e lui non è mai stato un bambino tranquillo, ma da quando ha conosciuto James è peggiorato.

-Levati dai coglioni sfigata.-Pronuncia lui arrogante.

Io rimango pietrificata, vorrei tornare indietro nel tempo solo per cambiare strada e non averli mai incontrati, vorrei sprofondare ma rimango ferma, immobile a fissare i loro volti divertiti nel vedermi così, incatenata al suolo, con la lingua incollata al palato e gli arti cristallizzati.

-Che cazzo hai da fissare?-Ride James mentre imita in maniera caricaturale la mia espressione. 

Asher schiocca le dita davanti ai miei occhi mentre continua a ridere.

-Sei sorda? Ti ha fatto una domanda, rispondi.- Alza la voce e mi spintona.

-N... niente.-Sussurro intimorita.

-Senti.- Asher mi fissa passandosi la lingua tra le labbra.- Io domani ho da fare.-Si stiracchia portando le braccia in alto, poi continua. -Non ho tempo per i compiti di geografia, fammeli tu e non ti succederà nulla.- Fa un pausa.
-Ci stai?-

-Si che ci sta.-Ride James.

-Vero Elizabeth?-Si rivolge a me con sguardo truce.

-Ok.-Mormoro a testa bassa.

-Bene.- Pronuncia Asher soddisfatto.

Apre lo zaino e mi lancia il suo quaderno di geografia che centra perfettamente il mio volto, i due scoppiano a ridere.

-Smettetela.-Provo ad alzare la voce e a mostrarmi sicura ma ciò che riesco a pronunciare risulta più simile ad una supplica.

-Altrimenti?- Sghignazza divertito James.

-Lo dici a mamma?-

Asher si piega in due dalle risate.

-O a papà?-Continua James.

Trattengo le lacrime e le sento ardere nella gola come fuoco incandescente, deglutisco e serro i pugni.

Loro sembrano divertirsi ancora di più.
-Ops tasto dolente?- Rincara la dose Asher.

Come Stelle Cadute dal Cielo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora