Amelie Pov
Alla fine l'ho davvero fatto, Lucas ha appena lasciato il mio appartamento. L'abbiamo fatto, siamo andati a letto insieme, mi ha toccata e baciato. Ma subito dopo ho sentito il bisogno di farmi una doccia gelata, forse per riprendere lucidità.
Mi guardo allo specchio, l'asciugamano mi avvolge e i capelli gocciolano bagnando il pavimento. Prendo il phon pronta ad asciugarli, ma ad interrompere il silenzio è qualcuno che bussa.
Lucas si sarà sicuramente dimenticato qualcosa.
Non penso alle mie condizioni e vado ad aprire.
«Lucas, hai dimenticato qualcosa?» Appena spalanco la porta, perdo quasi un battito. Gli occhi verdi di Sebastian mi osservano con rabbia.La sua risata amara mi fa innervosire, non chiede il permesso, entra e basta.
«Lucas, seriamente?» Chiede incredulo.
«Che cosa ci fai qui?» Cerco di mantenere la calma, ma solo la visione del suo volto mi fa innervosire.
«Ti sei fatta scopare da quel coglione!» Alza la voce.
Crede davvero di poter fare quello che vuole? La mia pazienza ha un limite, e lui lo sta superando.«Ti ho chiesto cosa ci fai qui» stabilizzo il tono, cercando ancora di darmi una regolata.
«Ti sei fatta scopare da Lucas, dopo quel che hai visto al ballo» mi guarda con disprezzo.
«Ti ho chiesto cosa cazzo ci fai qua Sebastian!» urlo.
Ha superato il limite.
Lui mi guarda quasi sorpreso dalla mia reazione.«Cosa pensi, che puoi sparire come cazzo vuoi e riapparire quando meglio ti fa comodo?» rido amaramente. «Hai idea di quanto tu sia egoista?»
Mi avvicino a lui, ho la pelle d'oca dalla rabbia che provo. «Non hai nessun diritto di venire qui, in casa mia, a farmi una cazzo di scenata, dopo che sei sparito per due settimane» sputo quelle parole con cattiveria e decisione.«E tu hai idea di quanto sia complicata la situazione?» Non esiste nulla di complicato, niente di niente, se non lui. «Sei tu il problema, Sebastian, tu e solamente tu»
gli punto il dito contro.
«Mi incasini, mi confondi...io..io ti odio cazzo» resta muto per qualche secondo ascoltando le mie parole.«Tu non mi odi» dice con voce seria.
Ed è vero non lo odio, non ancora, ma mi prometto che riuscirò ad odiarlo.
«Vero» sospiro.
«L'odio è un sentimento, tu non meriti i miei sentimenti, né in positivo, né in negativo» mi allontano guardandolo con disprezzo.Le sue labbra si uniscono, formando una linea sottile. «Vuoi sapere perché sono sparito per due settimane?» La sua voce è stranamente calma e mi irrita ancora di più. «Non mi interessa, voglio solo che te ne vai» abbasso lo sguardo.
«Sono sparito perché..» lo interrompo.
«Ti ho detto che devi andare via, ora!» urlo, le lacrime iniziano ad uscire dai miei occhi. Non piango per dispiacere, ma per irritazione, rabbia e nervoso.«Amelie, non..» cerca di avvicinarsi ma mi allontano. «Vattene cazzo, vattene, sparisci dalla mia vita» mi porto le mani sugli occhi, come per pulirli.
«Sono sparito perché non riuscivo a toglierti dalla mia testa, non tocco una donna da due settimane perché ogni volta che lo faccio penso a te» urla quelle parole, soffocando la mia voce.
Si avvicina e io scuoto la testa in negazione.Continuo a piangere, finché non sento il suo petto contro la mia testa china.
«Allontanati..» dico tra un singhiozzo e l'altro.
Gli tiro dei leggeri pugni sul petto ma le sue braccia mi avvolgono.Cerco di liberarmi ma questa lotta dura davvero poco, perché mi arrendo.
«Ci sei andata a letto?» la sua voce è ancora calma.
Io annuisco, senza guardarlo. Lui sospira e mi accarezza la schiena.
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More Than Bruises.
RomanceNelle strade di Vienna, sotto l'ombra maestosa di palazzi storici e accanto al dolce scorrere del Danubio, esiste un luogo dove l'arte, la passione e il talento si incontrano. È la Universität für Musik und darstellende Kunst Wien, un luogo in cui...