Capitolo 2, secondo parte

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Avevo un brutto presentimento, di solito il re mi convocava solo quando c'erano delle situazioni critiche e aveva bisogno del mio aiuto, perché sono l'unica persona in tutto il regno di Phiria a conoscere i luoghi oltre il confine sicuro. Ma non sembrava quel tipo di pericolo anche perché le guardie reali che correvano a chiudere le porte del cancello non me la dicevano giusta, quindi probabilmente sarà successo qualcosa di veramente grave.

Una volta arrivati all'entrata del palazzo, le guardie che mi avevano scortato fin lì si fermarono, così capii che avrei dovuto continuare da sola. Ovunque guardavo non c'era nessuno, il palazzo sembrava vuoto quando a un certo punto, arrivata al corridoio che portava alle camere, sentii tante voci sovrapposte tra di loro così decisi di avvicinarmi per capire cosa fosse successo.
Era una scena a dir poco pietosa, il re era stesso a letto un centinaio di persone tra cameriere e maggiordomi, facevano avanti e indietro portando ogni volta una cosa diversa, un vassoio del thè, una coperta, una pezza inumidita con dell' acqua. Di certo non era la scena che mi aspettavo di vedere, feci un bel respiro e entrai nella stanza facendomi strada tra i servitori.

-Finalmente sei qui, ti ce ne voluto di tempo per arrivare- si rivolse a me il cardinale Bertrand.

Il cardinale Bertrand era la tipica persona simile al barone Giraud, sempre pronto a vantarsi e a giudicare il lavoro di tutti. Era sempre vestito con una maglia viola che gli arrivava quasi alle ginocchia e portava sempre un mantello verde, che gli copriva la spalla sinistra. Potava una piccola sacca di pelle legata al cinto in cui probabilmente scriveva tutti i nomi delle persone che voleva far giustiziare e li metteva lì dentro, ed ero più cge sicura di essere lì dentro insieme a tante altre persone innocenti. Si occupava della parte gestionale del regno, come i territori o le tasse ed era anche una figura religiosa e qualche volta celebrava la messa nella chiesa del castello.

-Arriviamo al punto, perché mi avete convocato? - chiesi io con impazienza, non volevo passare un minuti in più con quello sbruffone.

-Moderate i toni, vostra madre non vi ha insegnato l'educazione? Oh, giusto, voi non avete una madre!- mi disse mentre strozzava un sorriso, coprendosi con il braccio così da non poter essere visto.

Stavo per andare là a tiragli un pugno in faccia così da fargli passare quella felicità, ma mi limitai a stringermi il pugno talmente forte da provocarmi delle piccole ferite, quantomeno cercavo di non macchiare il mio rispetto nei confronti del re che era sdraiato nel letto.

-Adesso.. smettetela...- intervenì il re mentre tossiva. Subito dopo il cardinale rabbrividì di paura e diventò serio e io a poco a poco lasciai la presa del mio pugno.

-Il nostro amato re è stato maledetto dalle ombre, tramite la maledizione dell' anima, non sappiamo come siano riusciti a oltrepassare la barriera né come siano riusciti a maledire il nostro amato re- si fermò il cardinale e poi riprese -Non sappiamo quanto tempo resti a sua maestà e se dovesse morire tutto il regno di Phiria sarà in pericolo, perciò abbiamo bisogno del tuo aiuto- concluse il cardinale mentre mi guardava con una faccia seria e cupa.

Era una situazione seria e non sapevo cosa fare o dire, se era vero che le ombre erano riuscite a superare la barriera significava che erano diventati più forti e potevano distruggere i regni con molta più facilità. Una cosa però ancora non mi tornava, in tutto ciò io a cosa gli servivo e perché avevano bisogno proprio del mio aiuto.
All'improvviso entrò in camera la principessa Emolote, che indossava un vestito rosa decorato con delle rose bianche, i suoi capelli color oro erano ammalianti come sempre e non riuscivo a distogliere gli occhi dalla sua pelle così delicata che poteva bastare un solo tocco per rovinarla. Si avvicinò a me e prima ancora che potessi aprir bocca mi abbracciò, di conseguenza strinsi le mie braccia attorno a lei che era più bassa di me, cercando di farle capire che era al sicuro.

-A cosa vi servo io?- chiesi al cardinale e lui mi rispose guardando male sia me che la principessa che mi stava abbracciando
-Esiste una cura alla maledizione- mi disse e poi riprese- Narra una leggenda che tanto tempo fa, quando esistevano i draghi esso vivevano in una grande valle in cui la vegetazione prosperava e non esisteva alcun tipo di malattia o maledizione. Ma quando si venne a conoscenza di questo posto tutti volevano il potere dell'immortalità, così iniziarono guerre che durarono per molto tempo. Da quei giorni i draghi si erano estinti,per preservare la loro memoria la mappa che portava alla Valle Dei Draghi venne divisa in sei pezzi e ognuno dei sei regni ne conservò uno.
Si dice che sia rimasto il potere dei grandi draghi capace di curare ogni maledizione e ogni malattia-fece una piccola pausa, mi guardò negli occhi e mi disse -Dovrai trovare quella valle e portare la cura così da salvare il nostro re-

Non potevo crederci, ora capisco perché volessero proprio il mio aiuto,
-Quindi volete mandarmi in una missione suicida in cerca di una valle di cui non si sa se esista ancora e portare questa presunta cura che salverà il re-dissi la prima cosa che mi venne in mente e avevo ragione volevano mandarmi perché secondo loro sono la pedina sacrificabile più adatta a questa missione solo perché conoscevo alcuni territori oltre la barriera.

In quel momento la principessa Emolote alzò gli occhi verso di me e mi disse
-Ti prego, salva il mio amato padre, non voglio perdere anche lui è l'unica cosa che mi rimane- subito dopo le scesero le lacrime agli occhi.

Allora sollevai la mano e con delicatezza le asciugai le lacrime
-Accetto la missione e farò di tutto per salvare la vita al re- dissi sapendo già che mi sarei pentita della mia scelta.

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