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<Che stai facendo?> Izuku non perse tempo guardandolo stizzito, si trovava fin troppo a disagio e quella vicinanza gli aveva fatto venire il batticuore, sperava che nessuno lo sentisse risuonare nella sua cassa toracica in modo furioso e incessante.
<Uhm?> con la mano che aveva sul suo fianco Katsuki aveva iniziato a muovere il pollice accarezzandolo piano tornando a guardare gli altri e ignorando la sua domanda.
<Kacchan penso che sei troppo vicino.> disse a bassa voce il verdino cercando di farsi sentire solo dalla persona al suo fianco non ottenendo però nessuna risposta.
<Kacchan... ehi...> si sarebbe dovuto alzare e andarsene ma appena aveva provato ad allontanarsi degli occhi rosso fuoco lo avevano inchiodato fissandolo con le palpebre socchiuse in un'espressione indecifrabile.
Deglutì rumorosamente controllando se gli altri compagni stessero notando la scena incontrando lo sguardo di Denki sgomento.
Lo vide dare una leggera gomitata al rosso al suo fianco che capì al volo passandosi una mano tra i capelli in un gesto nervoso e iniziando poi a bisbigliare con il biondo elettrico.
<Deku...> Bakugo spostò la mano più in alto, dietro il collo, toccandogli piano i capelli e provocandogli dei brividi leggeri.
<Se sei ubriaco dovresti andare a casa.>
<Tu non mi sembri messo meglio Deku.>
<Sicuramente meglio di te.>
<Tsk. Ti si è sciolta la lingua adesso nerd?> lo prese in giro sogghignando.
<So parlare benissimo.>
<Vedo che parli con tutti ma non con me.>
<Non sono obbligato se non mi va.> stava cercando di sembrare credibile.
<Bugiardo.> disse con voce più roca prendendogli il mento con la mano e fissandolo intensamente.
Rimasero qualche istante così, non distaccando nessuno dei due gli occhi, sostenendo quella battaglia silenziosa che stavano combattendo internamente. Midoriya gli spostò la mano dal suo viso per poi prendere il bicchiere di birra mandandolo giù velocemente tornando a guardarlo con aria di sfida.
<Dovresti tornare al tuo posto.>
<Non mi dire quello che devo fare.>
<O ti sposti tu o lo faccio io.>
<Provaci.> adesso il biondo era serio, nessun ghigno sul viso, solo uno sguardo concentrato e un sopracciglio alzato. Sentiva la tensione crescere secondo dopo secondo mentre ponderava come allontanarsi da la senza causare un'esplosione o far saltare tutto in aria ma l'alcol gli annebbiava la mente e non riusciva a ragionare lucidamente dopo aver bevuto l'ennesimo bicchiere.
Aveva perso il conto e non lo faceva mai.
<Ehi Kiri tu invece stai uscendo con qualcuno?> il verdino interruppe quel momento richiamando l'attenzione del rosso su di se che lo guardò corrugando la fronte perplesso.
<Ehm, al momento no Midoriya, sto solo lavorando molto uscendo poco.> sorrise in modo incerto sotto gli occhi ambra di Kaminari.
<Tu Denki?> continuò sulla scia della sbornia che sentiva aumentare sempre più.
<Beh ecco, io pure, come Kiri> il biondo elettrico fece una leggera risata cercando di cambiare argomento fin quando Izuku provò ad alzarsi prima di essere trattenuto da Katsuki al suo fianco che lo fece ricadere al suo posto velocemente approfittando della sua poca stabilità.
<Ma che...fai....> spalancò gli occhi verdi osservando il biondo inquisitorio.
<Hanno risposto tutti, manchi solo tu... Deku.> continuava a scrutarlo serrando la presa sul braccio che gli aveva appena tirato.
<Di che parli?>
<Stai uscendo con qualcuno?> domando nuovamente lasciandolo perplesso come se la risposta che aveva dato precedentemente non fosse stata abbastanza sufficiente.
<Ti ho già risposto.>
<Non sono certo che sia la verità quindi vuota il sacco.> abbassò la voce in tono minaccioso.
<Beh non vedo come potrebbe interessarti, pensa alle tipe che frequenti.> solitamente non l'avrebbe affrontato in quel modo ma tutta quella vicinanza e invasione della privacy lo stavano alterando dopo tutti i tentativi e la fatica che aveva fatto per evitarlo.
<Rispondi e basta.>
<Me ne vado.> ormai era esasperato, al limite.
<Cazzo Deku, non fare il difficile, è una domanda semplice.>
<Ti ripeto, pensa alle tipe che frequenti tu. Adesso devo andare.> riuscì finalmente a divincolarsi  da quella presa salutando veloce con un gesto il resto dei compagni che erano rimasti per poi scappare letteralmente fuori a riprendere fiato inspirando forte e a pieni polmoni, appoggiandosi a un muro nel vicolo poco distante.
Aveva la mente confusa, riusciva ancora a sentire il il fiato del biondo vicino, quell'aroma di caramello speziato che era sempre con lui, le mani che l'avevano afferrato e trattenuto...
Non riusciva a ritornare lucido e si ritrovò seduto per terra con la testa tra le gambe, non avrebbe mai avuto possibilità con lui e quella consapevolezza gli faceva così male da tenersi il petto sofferente.
Una lacrima scese dalla guancia seguita da un'altra e poi da un'altra ancora iniziando a singhiozzare piano cercando di non farsi sentire e maledicendo la sua idea di passare una serata tranquilla.

Era tornato a casa non sapendo neanche bene come cascando letteralmente sul letto, aveva bisogno di dormire e non pensare a nulla, richiudere nel più lontano cassetto della sua mente la figura con quei capelli del colore del grano e gli occhi rubino.
Si ripromise di non partecipare più a nessuna uscita con i suoi ex compagni sperando di ricevere presto o tardi un'incarico oltre oceano così da prendere le distanze in modo ancora maggiore.
In cuor suo non avrebbe mai voluto, sarebbe rimasto la, al suo fianco come aveva sempre fatto fin da quando erano bambini ma da quando erano iniziate ad uscire notizie e scandali sulla sua vita amorosa qualcosa in lui si era incrinato, aveva sentito un potente crack nel centro del suo corpo quando un giorno sulle foto di un giornale lo aveva visto baciare sulla guancia una ragazza. Era carina, con i capelli colorati e con un fisico atletico, probabilmente era quello il tipo di persona che gli piaceva e il genere da cui era attratto.
Si sentiva uno sfigato a non avere neanche un minimo di amor proprio per se stesso, non si riteneva brutto ma capiva di avere un limite dovuto letteralmente a ciò che aveva tra le gambe.
Senza neanche accorgersene si era addormentato.

Al suo risveglio non doveva lavorare, era stato tutto il giorno a casa guardando la tv passando poi da un servizio di heroes a un altro ignorando le chiamate di Uraraka e Denki.
Si fece una doccia veloce senza neanche guardarsi allo specchio, quello sarebbe stato un giorno per riposare la mente, resettarla completamente per poi ripartire il giorno seguente più carico e contento,  indossando la sua solita maschera di felicità che ormai si portava da tempo.
Aveva mangiato del semplice ramen istantaneo, non era bravo a cucinare e quella gli sembrava la migliore opzione e ovviamente la più veloce, non voleva mica saltare in aria provando a cimentarsi in cucina. Sua madre si era più volte raccomandata di chiamare se fosse voluto passare per un pasto caldo e il pensiero della donna gli scaldò il cuore.
Gli mandò un messaggio per avere sue notizie scrivendogli che sarebbe andato a trovarla l'indomani prima di fare il turno serale chiedendogli il suo  piatto preferito, lei ovviamente aveva accettato contenta di avere il suo bambino a casa.
Stava finendo di mangiare i suoi spaghetti dando un'occhiata al cellulare e indossando solo un asciugamano sulla vita, non si sarebbe cambiato dopo la doccia se non fosse stato necessario e poi stava a casa sua, era contento di poter girare come più preferiva senza badarci troppo.

Stava guardando l'ennesima replica di un programma che aveva visto, erano le due di notte e ancora non riusciva a prendere sonno.
Alla fine aveva perso le speranze alzandosi dal letto per prepararsi qualcosa di caldo, una tisana magari avrebbe aiutato valutandola l'opzione migliore.
Un rumore sulla porta lo fece però bloccare nel pieno del salone, non aspettava visite e sicuramente non a quell'ora.
Si avvicinò aprendola piano rimanendo subito scioccato e senza parole.
Bakugo era li.

Cercami ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora