IMMAGINA 9

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Premessa: in questo "immagina" Timothée Chalamet presta soltanto volto e nome al personaggio, sarà un ragazzo qualunque. Buona lettura! -★

Non posso rimanere qui sul divano, devo uscire, ballare, bere qualcosa.
Questa mattina sono stata licenziata dal ristorante in cui facevo la cameriera per uno stupido malinteso. Ho deciso di trasferirmi qui a New York da sola e dovevo pur guadagnarmi da vivere, così trovai questo ristorante nella settima che mi assunse ed a distanza di quasi un anno eccomi fuori.
Mi alzo, mi dirigo verso la mia camera per poter scovare nell'armadio un vestito da indossare per andare nel mio locale preferito. Un bel drink aspetta solo me.

Dopo una buon'oretta eccomi qui, ad oscillare a tempo di musica in mezzo ad una manciata di sconosciuti. Molti saltano, urlano, ma non sono in vena, così rimango per le mie limitandomi ad ascoltare il ritmo, lasciando che riempia le mie orecchie ed i miei pensieri, eliminando quelli negativi.
Stanca, mi dirigo verso il bancone del bar, approfitto del primo sgabello libero e mi ci accascio.
<<Un drink per favore. Forte.>>
Il barista ubbidisce ed inizia a shakerare liquidi colorati. Mi porge il bicchiere, è di un  arancione vivo. Lo butto giù in tutta fretta. Sa d'arancia, ciliegia, vodka. Vorrei immergermici
e dimenticare tutto.
Una voce nuova spezza la tranquillità che avevo appena trovato. È calda, gentile.
<<Hey, posso?>>
Mi volto ed un ragazzo slanciato appare davanti a me. Gli occhi illuminano l'ambiente cupo, chiari come gemme. I ricci scuri scendono morbidi sulle tempie.
Non avevo mai visto un ragazzo così bello prima d'ora.
Mi indica lo sgabello affianco al mio, e gli faccio segno di si, voglio conoscerlo.
<<Posso offrirti qualcosa?>>
Mi chiede gentile.
<<Si grazie>>
Ordina al barista due gin, per poi appoggiare il braccio sul bancone e la testa sul pugno chiuso.
<<Perché essere triste in un locale divertente come questo?>>
Mi dice dopo avermi osservato attentamente. Uno sconosciuto che comprende le mie emozioni con pochi sguardi, c'è un nonché di poetico nell'osservare una persona.
<<Brutta giornata>>
Rispondo mescolando il mio drink.
<<La puoi ancora migliorare>>
Solo ora mi volto per guardarlo dritta negli occhi. Esprimono serenità, ammirazione. Mai nessuno mi aveva capita così.
Sempre guardata ma mai osservata fino al punto di scovare nelle iridi la strada per il cuore. Ma sembrava riuscirci lui, uno sconosciuto fottutamente bello che probabilmente vuole solo portarmi a letto, o rimanere a parlare per tutta la notte.
<<Comunque piacere, Timothée>>
<<Y/n>>
Quel nome suonava perfettamente con il mio.
<<Cos'ha reso così terribile la tua giornata, Y/n?>>
<<Licenziata>>
Il silenzio. Qualche secondo e ricomincia a parlami.
<<Allora per questo ci vuole un bel ballo>>
Si alza e mi porge la mano.
Piacevolmente stupita, la prendo.
Morbida, curata, mi accompagna al centro della pista.
Iniziamo a ballare assieme, spensierati, sulle note della bellissima Moves Like Jagger, saltiamo, ci divertiamo,
scatenandoci come se ci conoscessimo da una vita.
Si, sembra proprio di conoscerlo da sempre.
<<Te l'ho migliorata un po' questa giornata allora?>>
Urla, cercando di sovrastare la musica. In effetti lo aveva proprio fatto. Il mio umore era totalmente cambiato da quando i nostri sguardi si erano incrociati pochi minuti prima.
<<Assolutamente! Però ho bisogno di una pausa>>
Dico esausta.
Così mi segue mentre mi siedo stanca sul divanetto. Passa qualche secondo di respiro, prima che il silenzio venga spezzato.
<<Era importante per te quel lavoro vero?>>
Non mi aspettavo questa domanda.
<<Mi ci ero affezionata si>>
Improvvisamente una lacrima punge il mio occhio. Non la controllo, non voglio, così scende dritta per la mia guancia.
Adoravo quel ristorante, lì mi volevano tutti bene e ora sono fuori per una scemenza. Sono delusa da me stessa.
Senza esitare, Timothée asciuga il mio viso per poi abbracciarmi, appoggiandosi nell'incavo del mio collo.
Mi passa tutto. I nostri battiti si sincronizzano per qualche secondo. Quell'abbraccio sembra prendersi tutto il mio dolore e sopportarlo soltanto per non farlo provare a me. Queste emozioni sono troppo forti per essere sprecate, dimenticate in una serata soltanto, così mi sposto, gli prendo il viso dolce e lo bacio come non ho baciato mai nessuno. Lo ricambia con passione, comunicandomi gli stessi sentimenti che stavo provando io.
Ci siamo trovati, era destino.
<<Voglio conoscerti di più, non facciamo finire tutto questa notte.>>
Queste parole sussurrate piano mi fanno dimenticare qualsiasi delusione. Lo volevo anch'io.
Non me lo sarei fatta scappare. ★

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𝐓𝐈𝐌𝐎𝐓𝐇É𝐄 𝐂𝐇𝐀𝐋𝐀𝐌𝐄𝐓 // 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora