Capitolo 28

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ISABELLE

"Cosa?" il suono mi arrivò ovattato come se stessi ascoltando una registrazione fatta male.

Mi fischiavano le orecchie, credevo che sarei svenuta da un momento all'altro.

Ricordo ancora tutto di quella notte... Lo sparo, la porta che sbatteva, le urla, il rumore di passi, il respiro di Jacq nelle orecchie, lo sparo, la caduta, i suoi occhi spiritati, lui che mi fissava...

Non era una cosa che mi piaceva raccontare, ma d'altronde chi sarebbe mai andato in giro a raccontare che era accusata di aver ucciso ben quattro persone o che ogni notte aveva degli incubi?

Perché tutta l'America conosce la versione che i giornali hanno dato: Isabelle Debussy, figlia di un noto imprenditore uccide l'intera famiglia.

E subito sotto: La famiglia Debussy è perita per mano della figlia Isabelle.

I giornali scrivono solo quello che gli interessa e non guardano mai altre possibilità.

Imprenditore... già.

Zia Cecile mi accolse in casa solo perché ero una brava cacciatrice, se no mi avrebbe letteralmente lasciata in mano ai servizi sociali e alla polizia.

Accettare di essere una di loro era l'unico modo per non andare in riformatorio.

A volte tutto questo era troppo da sopportare ma poi scesi a patti con la realtà e capii che ero l'unica che poteva ancora portare avanti il cognome della grande famiglia Debussy.

Molto probabilmente le persone erano felici che i miei genitori fossero morti... in città li detestavano tutti, o perché sapevano in che giri erano o per la nomea.

Ma sinceramente non ho mai conosciuto molto del loro lavoro, so solo che loro non sbagliavano mai Mi dicevano che quando avevano un compito, avrebbero fatto qualsiasi -ripeto- qualsiasi cosa pur di portarlo a termine.

A me non è mai interessato molto; avevo una bella casa, mi compravo quello che volevo, la gente mi invidiava per il solo semplice fatto che facevo parte di una famiglia ricca.

Lui invece era obbligato a vedere quello che facevano. Era così sin da quando ne avevo memoria. Forse è per questo che è diventato così schivo, così arrabbiato e infuriato, così perennemente incazzato col mondo; così crudele.

Ed io sapevo quello che vedeva, quello che gli facevano e non facevo niente, non facevo mai niente. Pensavo fosse una corbelleria, una cosa da niente. Ero troppo annebbiata dalla ricchezza, dall'avere tutti i miei piedi, insomma, comportarmi come una principessina altolocata del cazzo.

E so che non voleva che accadesse quello che è successo ma io ricordo tutto. A partire dai suoi occhi sgranati fino ad arrivare all'urlo di Jacq nei timpani.

E questo mi pesa troppo, vivere con questo peso è troppo. Perché so che al posto mio qua ci dovrebbe essere Jacq o lui. Ma non io.

Sapevo che tornare in America era una scelta azzardata, ma speravo che andando su un'isola deserta come Cedar Island nessuno sapesse quello che avevo fatto o che si pensava io avessi fatto.

A quanto pareva però a Connor non interessava raccontare la mia storia, voleva soltanto far perdere la loro fiducia in me e c'era riuscito benissimo.

"Portateli alla fossa" disse lui.

"E il gatto?" chiese un drasland.

"E' una gatta idioti" sputò fuori Ruby.

"Per ora mettetelo sulla nave, poi ci penserò."

Anche se avessero liberato Arya, lei non avrebbe potuto fare niente, era troppo stanca.

Così tolsero la gabbietta di Arya dalle mani tremanti di Ruby e puntandoci addosso le armi ci trascinarono verso linterno della baia.

Mi stavo per l'appunto chiedendo cosa fosse la fossa, quando vidi uno spuntone di roccia che dal lato della baia portava al mare.

Il sentiero che infatti stavamo percorrendo, diventava una piccola stradina a ridosso della scogliera e arrivando alla fine l'unica opzione era appunto lanciarsi.

Solo che il mare in quel punto era recintato, e sotto, beh c'erano degli squali; ma non erano squali qualsiasi: erano mako.

Percorremmo il percorso e quando arrivammo allo spuntone ci fecero mettere in fila prima Jug, poi me e infine Ruby.

Sapevo con certezza che stavamo per morire, ma volevo affrontare la morte con la testa alta e perciò dissi: "Vado prima io!"

Stavo pensando che finalmente avrei raggiunto la mia famiglia, che magari avrei rivisto Jacq; ma come al solito il fato aveva per me altri percorsi e a quanto pare non era prevista la mia morte, o almeno, non ancora.

The Pendant of Werewolf's QueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora