Capitolo 1

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La pioggia martellava contro i finestrini della mia auto, mentre attraversavamo le oscure strade di New York

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La pioggia martellava contro i finestrini della mia auto, mentre attraversavamo le oscure strade di New York. La luce dei lampioni della città, si rifletteva nelle pozzanghere, creando un'atmosfera malinconica e tenebrosa. Ero in viaggio verso la mia residenza, il luogo in cui l'arte e il crimine si intrecciavano in un connubio oscuro.

Entrai nell'ufficio, dove le pareti erano tappezzate da opere d'arte. Marco, uno dei miei uomini, era lì in piedi, il suo sguardo abbassato di fronte al mio. Respirai profondamente, il silenzio era pesante come un'anticipazione di tempesta.

<Marco> chiamai con voce calma, ma il mio tono trasudava autorità.

Si girò verso di me, gli occhi incerti e la postura nervosa

<Boss, è stato un mio errore. Ma non sapevo che...>

Alzai una mano per fermarlo, interrompendo la sua spiegazione

<L'ignoranza non è una scusa. La nostra reputazione è fondamentale, tu hai gettato fango su di essa, eri incaricato di controllare lo scambio del carico di eroina con i Ruffo, ma qualcuno ha fatto una soffiata, e ora la polizia conosce le nostre mosse. La nostra credibilità nell'ambiente sta scivolando via, Marco> sentenziai in tono pacato, ma senza distogliere il mio sguardo autoritario da lui

<Rivedi tutto, assicurati che non ci siano traditori nel nostro giro. Rimediare non è solo un'opzione, è una necessità. La nostra reputazione è ciò che ci tiene in piedi in questo mondo di merda, e non possiamo permetterci di perdere terreno>

Il mio sguardo penetrante scrutava ogni sua espressione, mentre mi avvicinavo con passo deciso all'uomo che non era stato in grado di portare a termine un semplice scambio nel più semplice dei modi.

<Rimediare o sei fuori!> ordinai , il tono basso ma imperativo.

Lo lasciai solo nell'ufficio, il silenzio aleggiava come una condanna. Mentre tornavo tra le opere d'arte che adornavano le pareti della mia dimora, la mente traboccava di pensieri cauti e implacabili. 

Ogni decisione che prendevo influenzava il destino di una New York ignara di ciò che viveva le strade la notte, i locali, e il mio potere, anche se celato dietro una maschera, era la chiave per mantenere il controllo assoluto. In quel momento, nel cuore delle tenebre, sapevo che il mio dominio dipendeva dalle scelte che facevo e dalla paura che instillavo. La mia vita era una tela intricata, e ogni pennellata doveva essere eseguita con precisione per mantenere il mio regno dietro la facciata dell'arte.

La pioggia persisteva, era l'eco della mia anima tumultuante. Le ombre della notte si allungavano, avvolgendo la città nella loro morsa oscura. Seduto dietro la scrivania, contemplai il quadro di un'artista sconosciuta che aveva catturato: rabbia, dolore e potere, in un'unica pennellata. La sua opera, intitolata "Oscurità in Sospensione", sembrava comunicare direttamente con me, un riflesso del mondo che avevo creato, che mi apparteneva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 18 ⏰

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