𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐎.

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La borsa cadde sul pavimento con un tonfo sordo. Aziraphale inspirò profondamente l'aria all'interno della sua stanza, prima di lasciarsi cadere di schiena sul letto. Le finestre erano già state spalancate in precedenza dagli addetti del dormitorio in attesa degli studenti, per evitare che le stanze accusassero la puzza di chiuso. Intrecciò le dita grassocce, portandosi le mani all'altezza del petto mentre scrutava pigramente il soffitto.

L'Università a cui era iscritto era una delle più prestigiose al mondo, chiunque avrebbe dato un braccio per entrarvi; era talmente prestigiosa che bisognava superare una selezione anche per l'accesso al test d'ingresso, per non parlare delle quote altissime che ciò comportava e del peso di mantenere alto il prestigio della struttura. La struttura non pretendeva la crème de la crème solo quando si trattava di selezionare i suoi studenti, ma anche dei i suoi professori, che rientravano tra i più qualificati ed esperti della Nazione. Tra cui, il professor Crowley. Al suo colloquio si era presentato con tanto di presentazione PowerPoint di 25 pagine al proiettore, nella Sala Professori. I suoi colleghi continuarono a parlarne per settimane e naturalmente ottenne la cattedra come Professore di Storia a tempo indeterminato, con uno stipendio più che generoso. Il nuovo lavoro comportò ad un suo trasferimento dalla Scozia all'Inghilterra; portò con sé solo il necessario: un'infinitesimale conserva di alcol, delle piante grasse e tutto ciò che serviva loro per restare in vita, dei vestiti e la Bentley con cui avrebbe viaggiato. Fu proprio un anno dopo il suo arrivo in Inghilterra che conobbe la sua attuale moglie, Eve. Erano stati fidanzati per cinque anni e sposati per tre, otto anni complessivi che equivalevano anche alla durata della sua carriera di professore alla Birkbeck. Il loro era da sempre stato un rapporto burrascoso, il padre di Eve non voleva che la sua bambina vedesse un uomo più grande di lei, nonostante Crowley avesse dimostrato di essere un ottimo partito. Aveva con sé tutto ciò che una donna avesse potuto volere in un uomo. Infine il Signor Young dovette arrendersi, perché i due avevano deciso di convolare a nozze e neanche il potere dell'ONNIPOTENTE avrebbe potuto far cambiare loro idea. I primi anni erano passati nella fase da luna di miele e avevano anche provato ad avere dei figli, ma sembrava che la fiamma della passione avesse iniziato ad indebolirsi, come se uno dei due stesse continuando a soffiarci sopra. Eve era giovane, aveva ancora una vita davanti, amava Crowley, certo, ma forse stava iniziando a pentirsi di essersi sistemata così presto. Il suo matrimonio aveva comportato il perdersi tante esperienze della vita, sia belle che brutte e guardare le sue coetanee fare tutto ciò che a lei non era più concesso, la stressava. Nell'ultimo periodo trattava bruscamente Crowley anche per delle sciocchezze, era come se avesse iniziato ad incolparlo delle conseguenze delle loro azioni; riguardando indietro si era addirittura sentita soggiogata da un uomo più grande che si era approfittato della sua ingenuità; falsità, Crowley l'amava e l'avrebbe risposata altre 666 volte se fosse stato necessario, ma...ne valeva ancora la pena?

La sua divisa stirata era ordinatamente piegata all'estremità del letto, in attesa di essere indossata il mattino successivo. Ma in quel momento tutto ciò a cui riusciva a pensare era solo una cosa, o meglio, una persona. Sospirò. I suoi pensieri non dovevano andare a quella persona. La pausa della sessione Estiva l'aveva aiutato a distarsi, aveva dedicato il suo tempo libero alla scrittura sul suo diario personale, al disegno quando si sentiva abbastanza ispirato e alla lettura, che occasionalmente sfociava in trame più impure rispetto ad altre, che lo facevano arrossire. Non che si vergognasse, però le situazioni raccontate nei suoi libri gli facevano immaginare possibili scenari tra lui e quella persona. Sapeva quanto ciò fosse sbagliato, si mordeva il labbro inferiore al solo ricordo e nascondeva il viso paffuto nelle pieghe degli avambracci. «Dannato!»
Lamentò, debolmente.

Inizio FLASHBACK.

Lucy si chinò in avanti dall'altezza del busto, spinta da una forza retrostante. Mugugnò acutamente alla sensazione di freddezza dal contatto della pelle del suo ventre col materiale della scrivania. Sentì la mano callosa di suo marito stringerle la spalla, mentre lui armeggiava con la cintura di cuoio per slacciarsi i pantaloni. Lei sospirò impaziente. Era già nuda dal ventre in giù, stringeva e strofina le cosce tra di loro nel tentativo di ricevere un minimo di sollievo. Karl la schiaffeggiò su una natica scoperta, rude.
«Non ne hai il permesso.»
Sussurrò all'altezza del suo orecchio, scostandole appena una ciocca dei biondi capelli col respiro.
«Mi stai uccidendo, Karl.»
Rispose lei, prima di-

Mr. Crowley's boy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora