Con Tutto Il Mio Cuore

5. Libri spicy

Hailee

Apro gli occhi solamente dopo il terzo rinvio della sveglia. Sono le otto del mattino, ho tutto il tempo per preparami per andare in agenzia e iniziare la mia vita nel mondo degli adulti. Non vedo l'ora! Abiti da sposa, fiori, confetti, lacrime di gioia e ansie da far battere il cuore. Sbadiglio profondamente e quando mi rigiro tra le lenzuola verso la finestra dalle tende semi aperte, il corpo possente di Logan occupa la parte restante del mio letto di una piazza e mezzo, dimezzando la visuale sull'oceano. Cosa diavolo ci fa qui? Ha in mano un libro e spalanco gli occhi nel vedere che in mano ha un libro per lo più spicy. Il libro che sto leggendo adesso! No! No!
«Logan!» strillo e cerco disperatamente di togliermi le coperte di dosso per raggiungere lui e il libro.

«Peste, sei sveglia finalmente. Buongiorno», con un sorrisino beffardo, con quello sguardo affilato e provocante allontana il libro, mentre cerco di fermarlo, non rendendomi conto che finisco a cavalcioni su di lui. «Ferma con quelle mani», ridacchia, consapevole del fatto che non riuscirò a prendermi il libro. L'altra mano, scivola sulla mia coscia e affonda le dita calde nella pelle.

«Logan!» irritata gli afferro il braccio, ma non posso competere con la sua forza.

«Sta ferma! E no signorina» sorride divertito. Avvicina il viso al mio e sussurra: «prima perdonami.» Maledizione! Lui e la sua voce!

«Non c'è niente da ridere e no, non ti perdono, mi hai lasciata con degli sconosciuti per scopare», gli ricordo colpendo il pettorale destro più forte che posso. Ma come al solito sembra non avergli procurato nessun dolore e continua a guardarmi con quello sguardo affilato, disarmante. «Adesso, per prima cosa: lascia quel l-libro», lo minaccio quando la sua mano calda scivola sempre più su addentrandosi sotto la maglietta. Non posso sciogliermi proprio adesso, devo salvare le mie fantasie e la mia dignità, perciò, cerco sempre di raggiungere il mio libro muovendomi su di lui. «E secondo: perché sei qui!»

«Allora, primo: devo ammetterlo, bella storia, molti colpi di scena, di lingua e fianchi, soprattutto nel capitolo dodici», ride sporgendosi su di me. Quanto ha letto? «Hai davvero bisogno di leggere queste cose? Non fai prima a farle o chiederle?»

Certo! Peccato voglia che sia tu a farmele, brutto stronzo. «Non sono affari tuoi! Sono una ragazza e sì, ne ho di bisogno per-» mi fermo come se stessi confessando un segreto, invece mi fermo dal confessargli i miei bisogni e fantasie sessuali.

«Per?» indugia sulle mie gambe e alza lo sguardo sul mio viso.

«Niente! Non sono affari tuoi», sbuffo.

«Sbagliato, peste. Tutto quello che ti riguarda è affar mio.»

«Questo no!»
Lascia il libro per terra e non sul comodino, dove per altro potrei prenderlo e allontanarlo il più possibile da lui, ponendo fine a questa figuraccia che mi ricorderà per tutta la vita. Poi mi afferra i polsi con una mano sola, se li porta contro il petto e io smetto di respirare per un istante. «Sì invece e continuo il primo punto», si sporge su di me e il suo naso tocca il mio orecchio, «non muoverti più così su di me peste, perché potrei fare fantasie sessuali che non posso permettermi di fare e in più ho letto proprio una scena del genere che inizia proprio così in quel libro», sussurra sul mio collo e io spalanco gli occhi, rendendomi conto di essere ancora a cavalcioni su di lui, sul suo inguine. Porca puttana!Arrossisco, il ventre mi si accartoccia al solo pensiero che lui abbia letto quella scena, di essere su di lui e credo di aver procurato un movimento ambiguo tra le sue gambe perché lo sento sotto di me. Lo sento eccome ed è una sensazione che sogno di sentire da anni. Sapere cosa significa averlo dentro di me, sapere cosa si prova nell' averlo tutto per me: mente, corpo e anima. Sentire il suo ansimare e non più immaginarlo.