19-In ogni mio respiro, e un po' più in là

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*✿❀ ❀✿*

-Ma io ti dichiaro dentro una TV
Che io da te non ho voluto amore
Volevo solo scomparire in un abbraccio
Volevo solo scomparire in un abbraccio
Confondermi con te
E non mi importa se non mi ami più
E non mi importa se non mi vuoi bene
Dovrò soltanto reimparare a camminare

Cosa mi manchi a fare, Calcutta

Michael⛈️

Presente

Il vento spira sul mio volto, dandomi la forte sensazione di non essermene andato. È strano, ma se senti un posto casa, sarà tale per sempre, anche a centinaia di migliaia di chilometri di distanza.

Ecco perché amo Londra.

Perché, qualunque cosa accada, so che qui è sempre casa.

Non solo per la mia famiglia, la quale non sa nemmeno del mio ritorno improvvisato, ma per il modo in cui mi fa sentire questa città.

Ogni luogo, ogni filo d'erba...sono impregnati di ricordi. Belli o amari che siano, i ricordi si insinuano sotto la nostra pelle come tatuaggi privi di inchiostro ma che, in qualche modo inspiegabile, lasciano una cicatrice.

Osservo il paesaggio che mi attornia mentre cammino. È sera, ormai, perché, per qualche strano motivo, i voli diretti tra Madrid e Londra hanno degli orari di merda.

Ho lasciato Gail a casa dei suoi genitori, che non vedeva da molto tempo, e forse non so nemmeno cosa sto facendo.

È tardi, la stanchezza si insinua tra le mie palpebre, ma resisto.

Un altro passo.

Un altro ancora, come dice mio padre.

Secondo lui, quando vuole, l'essere umano sa essere la creatura più resiliente al mondo. Niente è in grado di spezzarlo davvero, se non la morte.

Ma adesso, sembra la morte a guardarmi in faccia. Davvero, non ho mai avuto così tanta paura in vita mia.

Solo bussare alla porta di Magnolia Martins può sembrarmi l'azione più difficile che compirò nella mia vita.

Passo una mano tra i capelli scompigliati e, in un gesto involontario che Magnolia mi faceva sempre notare, sistemo gli occhiali sul naso.

Dall'altra parte sento un'imprecazione e, prima ancora di avere il tempo per sconvolgermi, Magnolia apre la porta.

La sorpresa sul suo volto è palese. Ricorda molto quella di quando sono tornato due mesi fa, inconsapevole di cosa sarebbe successo in così poco tempo.

È così bella, rifletto tra me, in quell'attimo di sospensione che sembra bloccare il tempo, destinato a durare in eterno.

Nonostante i capelli raccolti in una crocchia disordinata e alcuni ciuffi ricci che fuoriescono da essa, gli occhiali da lettura sul naso, il pigiama rosa con delle ciambelle disegnate sopra, resta la ragazza più bella che abbia mai visto.

È meglio rispetto al volto che vedevo in mezzo alla gente, quando ero lontano.

È anche meglio rispetto ad ogni aspettativa, se devo essere sincero.

Sento il cuore martellare con prepotenza nel petto, come se fosse tornato a vivere da poco, mentre le sussurro: "Ciao."

Già, un semplice 'ciao' sembra risvegliarla completamente, come se le avessi gettato un secchio di acqua gelida in volto.

"Che...che ci fai qui?" Domanda, appoggiata allo stipite della porta, quasi in cerca di un sostegno.

Non riesce a distogliere lo sguardo dal mio volto, come io non riesco a fare con lei. Sembra una battaglia tra occhi, la nostra.

Qualcosa di grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora