CAPITOLO 32

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Il vento mi accarezza i capelli, mentre sento l'odore della natura avvolgermi. Sebastian non si è mai allontanato da me e Davis cerca continuamente di parlarmi, ma Sebastian interviene ogni volta e la situazione mi diverte.

«Sebastian, possiamo andare vicino all'acqua?» Debora attira la sua attenzione. Lui mi guarda per qualche secondo prima di accompagnarla alla riva del lago.

Davis si avvicina a me, mettendomi una mano attorno alla vita. «Allora Amelie, che mi racconti?» guardo la sua mano sulla mia vita, prima di rispondere.
«Sono entrata finalmente all'università» dico mentre continuiamo a camminare.
«Sono felice, quindi ora è tutto risolto?» non capisco dove vuole andare a parare, ma dopo la sua allusione lo capisco.
«Ricordo quando studiavi tanto, le notti in bianco» si avvicina di più, io lo guardo facendo un piccolo passo indietro.

«Davis, non..» ad interromperci è Debora che si mette tra noi. «Amelie, vieni anche tu alla riva» la guardo, staccandomi da Davis. Poco dopo alzo la testa e vedo Sebastian guardare dritto verso di me.

Alza le spalle e fa un piccolo sorriso, un sorriso complice. «Davis, parliamo dopo, mh?» gli sorrido e seguo Debora fino al lago. Lei si accuccia, bagnandosi le mani nell'acqua.

Sebastian si avvicina e lo sento dietro di me, la mia schiena è appoggiata al suo petto. Abbassa la sua testa vicino al mio orecchio, spostando una ciocca di capelli.

«Perché quell'uomo ti ha toccata?» sottolinea ogni singola parola. «Davis..» cerco di spiegarmi ma lui mi interrompe. «Odio anche il suo nome» i miei occhi sono fissi su Debora, impegnata a giocare con l'acqua.
Mentre la mia mente vaga sull'uomo che ho dietro.
«Questa notte, ti farò dimenticare ogni singolo istante che hai passato con lui» mi lascia con quella frase.

Allontanandosi da me e dal mio corpo che ormai prega disperatamente un contatto fisico con lui. Si avvicina a Debora e inizia con spensieratezza a giocare con lei, come se nulla fosse. Debora gli schizza e lui si lamenta dell'acqua troppo fredda, ridono e scherzano come se si conoscessero da una vita.

«Il pranzo è pronto» avverte una cameriera, mia zia ci richiama e successivamente ci avviciniamo all'hotel.
Una sala imbandita e decorata alla perfezione ci si presenta davanti. Mi siedo difronte a mia madre, al suo fianco si siede Zia, mentre al mio fianco prende posto Sebastian.

Sento muoversi la sedia al mio lato sinistro, Davis si accomoda, anche lui vicino a me. Sento gli occhi di Sebastian sono addosso, accompagnati da quelli di Davis.

«Allora, come vi siete conosciuti?» chiede improvvisamente Zia, spezzando quel silenzio che ormai mi stava quasi per lacerare.

«All'università» rispondo, mentre Sebastian conferma le mie parole. «Abbiamo dovuto svolgere un progetto insieme» aggiunge.
«È stato amore a prima vista» dice mia madre, con tono allegro. Sebastian annuisce e io sorrido gentilmente a mia zia.

"Colpo di fulmine" l'unico colpo di fulmine che ho avuto è stato il fatto di pensare che fosse svogliato. Non volendo sorrido al mio stesso pensiero, ammettendo a me stessa di averlo sempre reputato un bel ragazzo.

«Quindi state insieme da relativamente poco», afferma Davis guardando prima me e poi Sebastian.

«Il tempo è una concezione stupida», afferma Sebastian con tono serio.

«Io la trovo una componente molto importante» corregge Davis.
«Devi sapere cosa piace e cosa non piace alla tua ragazza, giusto Amelie?» Davis mi guarda con un sorriso dolce sul viso.

«Non serve tempo per capirlo, basta osservare la persona che ami.» Mi volto verso Sebastian, lui mi guarda solo per qualche secondo, prima di assottigliare lo sguardo spostandolo nuovamente su Davis.

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