19-Visioni

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Callie

Fisso il soffitto, sdraiata sul lettino bianco dell'infermieria.
Liz non vuole saperne di tornare a casa, si ostina a sostenere che preferisce restare accanto a me almeno fin quando non arriva mia madre.

Mi guarda preoccupata e ad ogni mio impercettibile movimento, scatta verso di me per assicurarsi che sia tutto sotto controllo.

Dirle di rilassarsi e stare tranquilla è inutile.

Non avrei mai voluto che lei mi vedesse così, sapevo che se fosse successo avrei dovuto darle delle spiegazioni, ma non posso farlo, non posso invischiarla nei miei casini, non voglio si preoccupi inutilmente, Liz è da proteggere e anche la mia storia lo è.

La domanda però non tarda ad arrivare.

-Cosa ti è successo Callie?-

-Niente Liz, è stato solo un giramento di testa, non preoccuparti.-

Rimane in silenzio ad osservarmi con apprensione, per nulla convinta della mia risposta.

-Come quello dell'altra volta?-
Non crede nemmeno a una parola di ciò che ho detto e la sua domanda quasi sarcastica lo dimostra.

-Sì, credo di sì.- Farfuglio.

Lei abbassa lo sguardo, consapevole di non star ricevendo la verità.

-Non riuscivi a respirare Callie, ti sei irrigidita, hai cambiato completamente espressione, tu hai visto qualcosa, qualcosa che ti ha spaventata terribilmente.-

Mi volto verso di lei e incrocio i suoi occhi sinceri e dolci come cascate di miele, vorrei dirle che non sa molte cose, che parlarne significherebbe far sanguinare ferite ancora aperte e io non sono pronta per affrontare ciò, che non voglio dividere con lei il grumo di problemi che mi appesantiscono il cuore, che faccio fatica a fidarmi di chiunque e non credo più alle promesse.

La professoressa Patel irrompe nella stanza, si avvicina e mi chiede come sto.

-Ho appena finito di parlare con tua madre, sta arrivando.-Mi rassicura.

La notizia però non mi tranquillizza affatto, immagino la sua espressione quando la scuola l'ha chiamata per dirle qualcosa a cui oramai è abitiata:"Sua figlia non si è sentita molto bene."

Lei li ha sempre considerati stupidi capricci che minacciano di intralciare la sua carriera impeccabile, spiegarle è sempre stato inutile e in fondo lo so che quando mi guarda, un po' mi disconosce, perché non sono forte come lei, perché nei miei occhi, ogni volta che mi guarda rivede lui, rivede le sue trame, le sue illusioni, il suo sguardo.

-Elizabeth, vai pure, la mamma di Callie sta arrivando, i tuoi potrebbero preoccuparsi.-La professoressa Patel si rivolge a lei con tono gentile.

Liz sembra convincersi, sospira e si alza dalla sedia, raccoglie il giubbino e infila lo zaino in spalla.
-Va bene, poi fammi sapere come stai.- Dice rivolgendosi a me.

Mi saluta con un cenno e si allontana, non posso fare a meno di notare il suo sguardo mesto, e forse nei suoi occhi una leggera sfumatura di delusione.
Non voglio che pensi che io non mi fidi di lei.

Provo a tirarmi un po' su, ma appena alzo la testa dal lettino, la stanza inizia a vorticare, mi lascio sfuggire un leggero lamento mentre appoggio di nuovo il capo su un punto morbido.

Sbuffo, odio non avere il controllo sul mio corpo, dover rimanere immobile per non vomitare come un ubriaco con i postumi della sbornia.

La professoressa mi si avvicina e si siede al posto di Liz.

Come Stelle Cadute dal Cielo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora