Capitolo 3

2 0 0
                                    

3 – Langley B.C.

Canada, 1998

Era l’inizio di settembre a Langley, una piccola città della Columbia 

Britannica, in Canada, e la famiglia Barkley si era trasferita da 

poco lì. La piccola Liluth aveva solo 10 anni perciò i suoi genitori, 

Amanda Stinson e John Barkley, mentre erano impegnati nelle 

ultime faccende del trasloco, avevano deciso di farla giocare con 

i suoi coetanei nel loro arioso giardino che confinava con gli immensi campi di grano che caratterizzavano il distretto regionale 

di Metro Vancouver. La cittadella con il suo trambusto era nei 

preparativi della festa di inizio raccolto intanto che la bambina – 

dagli occhi blu artico e i capelli biondi riflessi dal sole – si stava 

divertendo a rincorrere i suoi amici al gioco di nascondino tra le 

piante di granturco. Ma il gioco durò poco. Dopo un po’ infatti fu 

richiamata dai suoi a rientrare in casa, preoccupati per il maltempo che si era creato di lì a poco. Liluth, mentre si incamminava con 

passo sostenuto verso la sua abitazione, porse uno sguardo verso 

la casetta di legno sull’albero di salice piangente che ospitava una 

insolita famiglia di civette solita ad andarla a trovare ogni sera 

alla finestra della sua camera, prima che Morfeo l’accogliesse con 

il suo dolce abbraccio nel mondo dei sogni. Varcata la soglia della 

porta di casa i sensi della bambina furono attirati dal dolce odore 

di mele cotte della torta che sua madre aveva trovato il tempo di preparare, e presa da un languorino irrefrenabile era sul punto 

di chiederne una fetta quando Amanda la stoppò dicendole con 

tono semi-rimproverante: «Ragazzina… avevo previsto che, per 

come era il tempo, tu entrando avresti lasciato le impronte, ma 

non che avresti creato una laguna con una sua propria fauna! Va’ 

subito su a farti una doccia!».

Con il nuovo e innocente fanciullesco desiderio di divorare non 

solo una fetta ma la torta intera, briciole incluse, Liluth corse su 

nella sua stanza sotto consiglio imperioso di sua madre; la camera della bambina, a differenza di quella delle sue coetanee, 

era decorata con peculiari disegni arcani, tra i quali alcuni raffiguravano rune o scritte in lingue che a lei dovrebbero essere 

sconosciute e che erano stati fatti sotto ispirazione onirica. Suo 

padre, che era un professore di lingue straniere, stranamente incuriosito, dopo essersi informato sulle abitudini della bambina 

e scoprendo che sua figlia era anche molto intelligente decise di 

battezzarla, andando così contro le preoccupazioni della moglie, 

figlia delle stelle, perché dopo vari studi aveva scoperto che le sue 

illustrazioni raffiguravano lingue e saperi degli dei nordici, dei 

L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora