ECCOMI SONO CRISTIAN

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Quando Veronica mi chiese di scrivere il mio modo di vedere, di vivere, la sua malattia non credetti fossi capace di una simile impresa.
L'idea era di scrivere solo poche pagine, mettendo nero su bianco sensazioni che facessero capire a Voi lettori come se la passano due persone che hanno un mostro nell'armadio e che faticano a tenerlo dentro. Ma scrivendo una parola dopo l'altra ci ritrovammo con tanto di quel materiale che in confronto I pilastri della terra sono una frase dei Baci Perugina. D'altronde come si può sintetizzare una cosa simile? È più grande di me, è più grande dei medici pensavo. Se non sono riuscito a capirla in tutti questi anni, figuriamoci a scriverla.
Una cosa però mi era chiara, anzi due: la prima era che, se c'è qualcuno capace di tenere testa al Mostro (si, con la emme maiuscola per rispetto di qualcosa che dorme con me da undici anni), quella è proprio Veronica. La seconda è che sarei partito dal principio.
Ma si sa che la vita è come una scatola di cioccolatini no? Non sai mai quello che ti capita, diceva Forrest Gump. Quindi non si parte dal principio ma si ascolta l'emozione del momento. Quello che passa il convento del Maligno li per li. Il nostro pane quotidiano. Nelle pagine che seguiranno vi porterò dalla mia parte, e se avrete voglia di lasciarvi andare, per un momento vi sentirete grandi come una montagna e il momento successivo impotenti e inutili che vi verrà voglia di strapparvi i capelli.
Solo un'ultima cosa prima di partire: ci hanno provato in tanti, e molti si sono tirati indietro per la paura del diverso, dell'ignoto, per la paura di avere paura, ma io no. Io sono sempre in piedi con il petto in fuori e le mani sui fianchi, pronto a prenderle quando c'è da prenderle e a darle quando c'è da darle. Ma da qua non mi schiodo.
Io ho visto tutto il dannato elefante.

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