(005) altruismo

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"Guarda, se mi aiuti perché vuoi qualcosa in cambio, preferisco fare da sola

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"Guarda, se mi aiuti perché vuoi qualcosa in cambio, preferisco fare da sola."

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La storia del brutto voto aveva decisamente inciso sull'umore di Rory, tant'è che passò tutta la serata a studiare.
Eravamo da Luke da non so quanto tempo, persi il conto delle ore.
Sbuffai e mi chinai con la testa sul tavolo.
Io non ne potevo più, ma mia sorella era talmente tanto determinata che non si fermò neanche un secondo.

"Attenta Rory!" esclamai di colpo.
"Cosa?"balzò su distogliendo per un attimo la testa dal suo libro.
"Niente, se continui così dalla tua testa uscirà del fumo." scherzai cercando di smorzare la sua tensione.
Mi guardò malissimo e non perse tempo, ritornò a studiare, a scrivere, riscrivere, sottolineare...
Mi stava scoppiando la testa, e non ero neanche io quella che stava studiando.

Alzai la testa e feci un sospiro di sollievo quando vidi mia madre entrare.
"Ehi, come mai il berretto al contrario? È il tuo nuovo look?" chiese ironicamente affiancando il povero Luke.
Spostò poi lo sguardo verso di noi, e in particolare verso Rory ancora totalmente immersa nello studio.
"Torta di mele, è quella la sua cena?"
"La madre sei tu, io servo e basta." constatò l'uomo.

"Che facciamo di nuovo?" domandò nostra madre sedendosi al tavolo con noi.
Le diedi un bacio sulla guancia e lei capì solo da quel gesto che mi era mancata ed ero sfinita.
"Finalmente" disse Rory, prendendo probabilmente parola dopo ore "dov'eri finita?"
"Beh, ho fatto un'escursione ad Hartford."
"Perché?" domandai stupita.
"Perché c'era l'incontro.." iniziò mia mamma, con la speranza che io finissi la frase. Infatti di colpo mi ricordai dell'incontro a cui aveva partecipato.
"L'incontro professori-genitori! Mio Dio...non me lo ricordavo." sbuffai mettendomi una mano sulla fronte.
"È andato bene. Sono stata estremamente affascinante, ho conquistato tutto l'uditorio. Una bella esperienza." raccontò mamma.

Purtroppo dopo pochi minuti sentì gli occhi farsi davvero pesanti, così mi decisi a chinare definitivamente la testa sul tavolo e permettermi di chiudere qualche secondo gli occhi.
Solo che caddi in un sonno profondo, non ascoltando più neanche una parola del discorso di mia mamma e Rory.
Mi svegliarono dopo circa mezz'ora decidendo finalmente di andare a casa.
Appena misi piede in casa non mi misi neanche il pigiama, mi fiondai nel letto e mi risvegliai direttamente la mattina dopo.

...

Le panchine della Chilton avevano un qualcosa di romantico.
L'ho sempre pensato, sin dal primo momento in cui mi ci sono seduta.
Sono immerse nel verde, sono tranquille e anche alquanto comode, devo dire.
Mi sedetti inspirando l'aria fresca del giardino, pronta ad iniziare il mio nuovo libro in santa pace.
Niente studio, niente drammi,niente di niente.

"Boo."

Per poco non feci volare via il libro quando qualcuno mi sussurrò qualcosa all'orecchio.
Lo afferrai in tempo e me lo portai al cuore, il quale stava battendo a grande velocità a causa dello spavento.
Appena mi girai e vidi Tristan la mia rabbia si amplificò, e di parecchio.

"Ma sei cretino?"sbottai guardandolo male.
Ovviamente lui ridacchiò e senza neanche chiedere prese posto vicino a me.
Sulla mia panchina.
L'avrei ammazzato se solo avessi potuto.
"Buongiorno anche a te Mary."
"Sono le tre di pomeriggio." osservai scocciata.
"Perché, c'è davvero qualcuno che dice buon pomeriggio?"
Distolsi lo sguardo. "Effettivamente." dissi mordendomi il labbro per evitare di sorridere.
Non gliel'avrei data vinta. Mai.

Continuò a guardarmi, probabilmente cercando di decifrare la mia espressione o il mio stato d'animo.
"Cosa vuoi Tristan?" arrivai dritta al punto.
Lui allora si fece serio.
"Una mano con lo studio."
Appena sentii quella frase lo guardai e non potei non scoppiare a ridere, ma smisi quasi subito, quando mi accorsi che lui non stava scherzando ma era dannatamente serio.

"Ma cos'è che avete tutti? Non è che se ho preso una A sono il genio della lampada!" esclamai "E poi ti ricordo che se ho superato quel test è stato per i tuoi appunti."
"Corretto. Ma io ho comunque preso un voto in meno di te. Ciò vuol dire..." iniziò, cercandomi di spiegare la sua situazione.
"Che vuol dire?Sentiamo." dissi girandomi verso di lui, in modo da essere faccia a faccia e poterlo guardare finalmente negli occhi.
"Che il mio metodo è sbagliato, e il tuo è giusto. Perciò, insegnami il tuo metodo."
"Non funziona così, Ognuno ha il proprio metodo, io ho il mio, tu devi trovare il tuo."

"E dai Mary, non fare la filosofica. Aiutami e basta."
Sbuffai quando mi resi conto che il suo momento serio era finito, era già tornato il Tristan presuntuoso e arrogante.
"Ti ho dato i miei appunti, mi sono reso disponibile. È ora di ricambiare il favore,no?"
Il suo sorrisetto lo avrei preso davvero a schiaffi, anche perché si stava avvicinando fin troppo e il mio istinto mi disse di accettare subito.
"Guarda, se mi aiuti perché vuoi qualcosa in cambio, preferisco fare da sola."sputai saccente, prima di raccogliere la mia roba e incamminarmi per andare via, come del resto facevo sempre.
Lui, come mi aspettavo, non perse tempo a rincorrermi.

"Ehi Mary! Ascoltami!"
Non avevo intenzione di girarmi.
"Scusa, non volevo dire questo. Non voglio niente in cambio, puoi prendere i miei appunti quando vuoi."
Deglutii quando sentii per la prima volta il suo tono diventare calmo e dolce.
Inspirai tutta l'aria possibile e sorrisi leggermente, voltandomi verso di lui.
"Va bene." dissi solamente, presa da un impeto di coraggio.
"Va bene, cosa?" chiese lui confuso.
"Ti aiuterò. Ma con me si studia Dugray. Io sono tosta, niente lamentele o pause troppo lunghe. Si fa come dico io."
Decisi di mettere immediatamente in chiaro le cose, non amavo perdere tempo.
"Mi dai addirittura gli ordini...sei carina quando lo fai, però." sorrise, ma questa volta potei riconoscere che nel suo sorriso non vi era malizia.
Ragion per cui ricambia il sorriso per la prima volta.
"Domani sera, alle otto, puntuale." scandii decisa.

"Possiamo fare da me. Tutti i miei libri sono a casa."
Mi sembrava un'ottima idea. Del resto casa sua era sicuramente molto più spaziosa della mia e avremmo potuto studiare meglio.
Inoltre sarei uscita un po' di casa e sarei potuta scappare dallo stress pre-verifica di mia sorella.
"D'accordo..." sussurrai. Mi girai e mi resi conto che mia sorella mi stava aspettando.
Guardai per un'ultima volta Tristan che mi sorrise mi salutò con un cenno della mano, che ricambiai.

"Com'è andata?" mi chiese mia sorella notando che non ci eravamo scannati.
"Bene, stranamente." commentai sorridendo.
Nonostante fosse molto stressata, riuscii a contagiare anche mia sorella.
Ci incamminammo verso l'autobus, e quando salimmo, inizia finalmente a leggere il libro che avevo interrotto.










































spazio autrice:
ok, sono consapevole di essere sparita, ma questo inverno è stato un vero caos e non avevo più ispirazione riguardo a questa storia, ma eccomi qua!
Questo è un capitolo di passaggio, ma finalmente vediamo una tregua tra Tiffany e Tristan!( spoiler: non durerà :))
Comunque, spero vi piaccia e penso e spero che il prossimo capitolo arriverà abbastanza presto.
Buona lettura!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 02 ⏰

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