«Io non ho ancora capito dove stiamo andando.» si lamenta Mattia mentre stiamo lasciando l'autostrada.
«Io forse si...» mormora Lucrezia. «Zio...»
«Dimmi Lucre.»
«Questa è una promessa fatta e mai mantenuta fino ad ora?»
«Si scricciolo.» la guarda dallo specchietto retrovisore con un sorriso.
«Stiamo andando a Mirabilandia?» continua mia nipote, con l'eccitazione nella voce.
«Si, scricciolo.»
«Di che promessa state parlando?» guardo Ignazio che svolta a destra, senza mai distogliere gli occhi dalla strada.
«Poco prima che nascesse Martina lo zio ci promise che ci avrebbe portati a Mirabilandia per il nostro compleanno, poi...»
«Non è il vostro compleanno, e Martina è grande, ma vi ci sto portando lo stesso.» li guarda un attimo quando si ferma ad un incrocio. «Siamo quasi arrivati!» esclama posando la mano sulla mia coscia. Ogni volta che per un motivo o per un altro si finisce a parlare di quando io l'ho lasciato, non posso fare a meno di sentirmi in colpa.
«Che cos'è Mirabilandia?» chiede la piccoletta facendoci ridere.
«È un posto bellissimo Mimì! Un posto dove ci sono tantissime giostre!» le spiega Mattia.
«Giostre?» sgrana gli occhi. «E le posso fare tutte?»
«Quasi tutte.» gli risponde Igna.
«Ma chi mi ci porta? La mamma non vuole mai farle! Dice che ha paura.» mi punta il dito contro prendendomi in giro, ma senza smettere di chiamarmi mamma.
«Stai tranquilla bimba! Ce la faccio salire io sulle giostre!» le promette Ignazio.
«Mi state facendo venire di nuovo la nausea.» mormoro. L'idea di montare su quei cosi infernali mi fa rivoltare lo stomaco.
«Passano gli anni ma certe cose non cambiano mai eh!» ride il cretino di fianco a me mentre entra nel parcheggio del parco. Posteggia l'auto e finalmente scendiamo.
«Martina stai ferma e dammi la mano.» esclamo appena in tempo per bloccare la sua voglia di scappare verso l'entrata.
«Uffa!» sbuffa e muove le gambe, fremendo per andare.
«Avete preso tutto?» chiede Igna ai gemelli che annuiscono, così apre il bagagliaio, prende lo zaino e chiude la macchina. «Andiamo.» infila le chiavi nel marsupio che si mette a tracolla.
«Finalmente!» esclama Martina prendendo anche la sua mano. «Zio...» lo richiama dopo qualche secondo mentre stiamo camminando.
«Dimmi Ciucciola.»
«Hai la mano troppo grande! Non riesco a prenderla bene!» gli rivolge uno sguardo dubbioso, come se questa cosa la turbasse.
«Prova così.» stacca la mano da quella della bimba e le porge il dito che lei afferra subito.
«Così mucho mejor!» annuisce compiaciuta, mischiando italiano e spagnolo.
«Guarda che anche se praticamente hai sempre vissuto in Argentina tu sei italiana eh!» le dice Mattia.
«Lo so che sono italiana! Ma io non mi ricordo sempre tutte le parole!» si imbroncia. Questa bambina è estremamente permalosa.
«Bisogna fare tutta quella fila?» esclama sgomenta Lucrezia guardando la fila di fronte a se.
«No, ho già i biglietti, li ho presi stamattina su internet.» Ignazio tira fuori il cellulare dal marsupio e mostra i biglietti alla ragazza che gli sorride fin troppo apertamente, fino a che il suo sguardo non cade sulla manina di Martina che stringe il suo dito. A quel punto posa il suo sguardo su di me, che ricambio sfidandola, senza mai distogliere lo sguardo dal suo. Vediamo se ancora voglia di spogliarlo come se non fossi qua.
«Prego.» ci fa passare e abbassa lo sguardo.
«Sei assurda!» ride una volta che siamo entrati dentro.
«Che ho fatto?»
«L'hai messa a disagio, solo guardandola negli occhi.»
«Se si è sentita a disagio vuol dire che ha fatto qualcosa che non doveva fare.» la faccio breve.
«Sisi come no...» mi rivolge uno sguardo ovvio senza riuscire a trattenere una risata.
Si avvicina al mio orecchio e sussurra: «Bella la mia bimba gelosona.»
«E piantala.» ribatto sorridendo.
«Oddio mamma! È una giostra gigante!» Martina inizia a saltare indicando la giostra coi cavalli.
«Ti ci porta lo zio! Visto che ha avuto la brillante idea di portarti qui, sarà lui a portarti sulla giostra, sei contenta?» guardo male Ignazio. Io vomito a girare in tondo stile criceto sulla ruota.
«Asia!» mi fulmina con lo sguardo.
«Vai amore, vai.» lascio la manina di Martina che inizia a tirarlo verso quella giostra. «Vi aspettiamo qui!» li saluto sorridendo.
«Questa me la paghi, amore!» mi rivolge l'ultima parola come se fosse una minaccia, mentre porta Martina sui cavalli.
Lo osservo da lontano, mentre si preoccupa – con molta premura – di far salire Martina su un cavallo bianco con la criniera e la coda color oro. Il modo in cui le sorride, le accarezza i capelli... sarà un papà perfetto.
«Zia!» Lucrezia mi scuote.
«Dimmi!» riporto i pensieri in territori meno spaventosi. Non posso assolutamente pensare ad Ignazio come padre, io non voglio figli, non nell'immediato futuro.
«Ti sei incantata?!» mi prende in giro, neanche troppo velatamente.
«Vomito solo a guardarli girare sulla giostra...» arriccio le labbra dirigendo lo sguardo da un'altra parte. Meglio distrarmi da quella scena o finirò per chiedergli qualcosa di cui potrei pentirmi.
«Zia! Io voglio andare a fare il trenino!»
«Perchè il trenino?!» guardo mio nipote stranita.
«Secondo me perché gli piace la ragazza che lo fa partire.» Igna mi piazza le mani sulle spalle.
«Già qua?» li guardo ed entrambi annuiscono.
«Si! È stata bellissima quella giostra.» Martina saltella in preda all'entusiasmo. «Ci torniamo?» tira la mano di Ignazio.
«Che ne dici se invece andiamo a fare un'altra attrazione?» mi guarda un attimo e poi riporta gli occhi sulla bimba. «Su questa ci facciamo montare anche lei.» mi indica con un sorriso compiaciuto.
«Nono! Assolutamente no. Toglietevelo dalla testa.» nego immediatamente. Io non ci salgo assolutamente.
«Dai zia!»
«Dai zia niente! Io su quei cosi non monto assolutamente.» esclamo inorridita.
«Va bene.» ride Igna, mi prende per mano e tutti insieme andiamo verso non so dove.
«No! Io davvero non salgo da nessuna parte, ficcatelo in quella testa!» lo guardo malissimo mentre questo cretino continua a ridere.
«Ho capito amore, tu non ci sali.» afferma, anche se ho l'impressione che lo dica solo per darmi il contentino.
«Mi spieghi come sono finita qua?» urlo piazzando la testa nelle spalle di Ignazio.
«Dai amore!» ride. «Guarda che stiamo ancora salendo.» urla ridendo.
Come cazzo ci sono finita su queste macchinine infernali che salgono e riscendono per svariati metri? Voglio morire.
«Non dirmelo!» urlo terrorizzata senza togliere la testa dalle sue spalle. «Oddio.» grido quando sento la forza di gravità che mi spinge in avanti. Mi aggrappo con le braccia al petto di Ignazio e chiudo gli occhi, terrorizzata. Come se non bastasse un getto d'acqua fredda di bagna dalla testa ai piedi.
«Sei impossibile!» continua a ridere, mentre io continuo ad urlare, come una pazza fuori di testa.
«Zio, ma perché ha urlato così tanto?» Martina ride quando scendiamo da quei cosi infernali.
«Perchè è tutta matta.» Ignazio ridacchia e mi prende per mano mentre usciamo da quest'attrazione, aspettando i gemelli che erano nella barchetta dietro di noi.
«Eccoci!» esclamano i gemelli.
«Andiamo a mangiare qualcosa o vomito.» sbuffo. Mi è tornata la nausea.
«Ma siamo appena arrivati...» si lamenta Mattia.
«Tieni.» Igna mi da una merendina. La prendo e lo guardo curiosa e stupita. «Ti conosco piccì.» mi scocca un bacio sulla guancia.
«Andiamo a vedere lo spettacolo che fanno al cinema 3D?» propongo, sperando di non dover morire di infarto anche nella prossima mezz'ora.
«Te le inventi proprio tutte eh!» mi piazza una mano sul fianco, accarezzandolo dolcemente.
«Andiamo a vedere questo spettacolo, però io dopo voglio fare l'iSpeed!» esclama Lucrezia.
«Sicura che sia nipote tua?» mi prende in giro Boschetto.
«A quanto pare...» gli faccio la linguaccia.
«È bello averti qua.» mi stringe a se mentre osserviamo i ragazzi davanti a noi che si dirigono verso il cinema 3D.
«Anche per me.»________________________________________________________________________________
Ciao a tutti! Capitolo breve ma felice, uno scorcio di normalità non proprio scontata nella vita di Ignazio ed Asia!
Fatemi sapere cosa ne pensate. Intanto ne approfitto per dirvi che siamo esattamente a metà storia, e poi saluteremo anche Ignazio ed Asia, forse.
Bacioni e buona serata a tutti.
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Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano
Fanfiction-Continuo di "Como estrellas", necessaria la lettura per comprenderne a pieno le dinamiche.- Abbiamo lasciato Ignazio ed Asia separati, entrambi sicuri e decisi di voler voltare pagina, per il bene di tutti. Ma cosa succederebbe se improvvisamente l...