Langley Public Health Unit, B.C.
Liluth rimase in coma per un mese, i genitori non erano al corrente di quello che era successo, la diagnosi dei medici, anche se non
aventi prove certe, era che la bambina aveva avuto un black-out
celebrale causato da un eccessivo flusso di informazioni, oppure
che il suo stato fosse una temporanea reazione di difesa dell’inconscio per elaborare qualche cosa di estremo che le era successo
e alla quale non riusciva dare spiegazione. Quando si svegliò Liluth
sembrava non ricordarsi chi fosse lei e le persone che la circondavano: «Dove sono? Chi siete voi? E chi sono io?».
Amanda, con un tono di preoccupazione, disse: «Ciao amore mio,
come chi siamo? Siamo i tuoi genitori». Poi rivolgendosi ai medici
disse: «Dottore, l’altro giorno aveva detto che si era stabilizzata,
come fa a non ricordarsi le nostre facce?». Ebbe un attacco di panico e si sentì svenire a momenti cadendo a terra se non fosse stato
per il marito, che tempestivamente la sostenne tenendola per le
spalle.
Poi il medico primario, di nome Carl Stinson, si rivolse a John
dicendogli: «Non vi dovete preoccupare troppo, casi come questi
li abbiamo già avuti e di solito ci vuole un paio di mesi perché
vostra figlia recuperi completamente le funzionalità, dovete solo
aver pazienza».
Liluth per un po’ rimase a guardare la stanza e le persone che vi erano,con volto stranito, poi a un certo punto disse: «Ho fame,
potrei avere qualche cosa da mangiare?»
E il padre John, risollevato da quello che aveva detto il medico,
disse: «Ma certo tesoro, corro subito alla macchinetta a prenderti
qualche cosa, vuoi anche da bere?».
«Sì, una Pepsi se c’è, grazie.»
«Ok, vado a subito a prendertele.» John uscì con i medici mentre la madre si era appisolata sul divano all’angolo della stanza
e quando tornò con la Pepsi e tre barrette di Twin che piacevano
tanto a sua figlia, vide che si era addormentata e disse sottovoce
rimboccandole le coperte del letto ospedaliero: «Dormi bene piccola Liluth, e riprenditi presto».
Otto anni, 8 anni dopo l’incidente di quella notte lontana dall’aura spettrale, Liluth Barkley riuscì a ricordarsi chi era, almeno in
parte, e chi erano i suoi genitori, ma per 8 anni passò un inferno
psicologico e fisico dalle fiamme assidue. Se prima i suoi pensieri erano strutturati da un filo logico razionale, dopo quella
notte, che a ricordo di essa aveva solo un misterioso ciondolo
raffigurante una stella a 8 punte e una sfera di quarzo fantasma
in mezzo, le aree del suo cervello erano diventate come cumulonembi e ogni stimolo esterno causava tempeste di informazioni
che portavano il più delle volte allo svenimento della ragazza.
Flash di avvenimenti futuri venivano portati alla sua attenzione
con una forza disarmante, come se avesse in testa mille TV e radio accese, a volte percepiva una scissione del corpo da una sua
copia fatta di etere e la parte in fuga sembrava andasse in luoghi
paradisiaci o anche terribili rischiando molte volte di mandare
Liluth in coma ansiolitico, evitato solo dalla grande forza di volontà della ragazza. Ma quello che rendeva il tutto quasi insostenibile erano le emozioni che si presentavano a ondate violente
prendendo possesso della sua coscienza, sentimenti dei quali era impossibile verificare l’origine, sentimenti che con la loro risonanza frastornante portavano inesorabilmente sempre di più
Liluth a un distacco definitivo dalla realtà tangibile e percepibile
da tutti.
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L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità
FantasyNelle antiche tavolette sumere ritrovate dagli archeologi si narra che più di 300.000 anni fa, il Dio Enki, propose all'assemblea degli Dei Anunnaki di "marchiare" l'Homo Erectus con l'impronta degli Dei per accellerarne l'evoluzione; ma aveva cosci...