Domenica

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Oggi è domenica. Nessuno deve lavorare. Nessuna sveglia che suona. Ahh che bello. Manuel apre lentamente gli occhi e la prima cosa che vede è lui. Sta ancora dormendo. Ha il viso rilassato, le lunghe ciglia gli sfiorano gli zigomi. Dio, com’è bello. Decide di preparargli la colazione. Si alza e indossa la prima maglia che gli capita a tiro. Ovviamente è la maglia di Simone che la scorsa sera era volata sul mobile, dopo che Manuel gliel’aveva sfilata e lanciata in un punto imprecisato della stanza. Al solo pensiero arrossisce, e si impone di non pensarci ulteriormente o finirebbe chiuso in bagno e addio sorpresa. Va così in cucina e si mette al lavoro. Miracolosamente venti minuti dopo ha finito di preparare tutto senza bruciare niente. Torna poi in camera, a svegliare quel pigrone del suo fidanzato. Lo chiama dapprima a mezza voce. “Simò…” ma niente. Riprova, con la voce un po’ più alta. “Simò… sveglia.” Borbotta cose incomprensibili ma non si sveglia. Allora gli balena in testa un’idea. Sul letto e si spalma sul suo corpo, tempestandogli il viso di baci. Ad un certo punto sente le sue mani stringergli la vita, tenendolo stretto a sé. Allora arresta quella dolce tortura e gli circonda il viso con le mani, chiude gli occhi, si avvicina e lo bacia dolcemente sulle labbra. Si stacca quando sente Simone sorridere nel bacio. Allora apre gli occhi e lo vede finalmente sveglio. I suoi occhi di prima mattina sono, se possibile, ancora più belli. Sono grandi, da bambi, come dice lui, e ancora lucidi dal sonno. I ricci gli cadono sulla fronte, scompigliati. “Buongiorno, amore.” Dice, con quella voce calda e roca ancora impastata dal sonno, mentre ancora sorride, con le fossette in bella vista. “’giorno a te, dormiglione.” Sorride Manuel. Per poi catturare di nuovo le sue labbra in un bacio, con la lingua stavolta, fregandosene dell’alito mattutino. Dopo quelle che sembrano ore si staccano. “T’ho preparato ‘a colazione” sussurra sulle sue labbra, dopo un ultimo bacio a stampo. Simone sorride leggermente, avvolgendo le braccia attorno ai fianchi di Manuel. “Ma io volevo stare tutto il giorno nel letto con te.” Protesta, con un adorabile piccolo broncio, irresistibile agli occhi di Manuel, che non ci pensa due volte prima di cancellarglielo con un bacio. “Facciamo che dopo ‘a colazione tornamo nel letto?” propone, con un tono velatamente malizioso. A queste parole, Simone si anima. “Mi piace come idea.” Risponde infatti, con un sorriso. Ad un certo punto infila una mano sotto le ginocchia di Manuel e si alza dal letto, costringendo il maggiore ad aggrapparsi al suo collo con un urletto poco virile. “Ao, che è sta fretta?” chiede. “Beh, prima facciamo colazione, prima torniamo a letto. Sai, magari a pancia piena do il meglio di me.” Risponde  Simone, con un palese tono malizioso. Con un finto tono oltraggiato, Manuel da una piccola sberla sul suo petto, che lo fa sogghignare. “Sei ‘n porco!” esclama Manuel, in tono divertito. E scoppiano a ridere, per poi fermare le risate con l’ennesimo bacio. Escono poi dalla stanza, con Manuel sempre in braccio a Simone. Vanno in cucina e Simone appoggia Manuel sul ripiano della cucina, infilandosi poi tra le sue gambe, appropriandosi delle sue labbra, intenzionato a riprendere una nuova sessione di baci. Manuel circonda la sua schiena con le gambe e le braccia attorno al collo, ricambiando il bacio appassionato. “Simò, la colazione.” Mugugna tra un bacio e l’altro, senza realmente staccarsi. “Mh, dopo.” Risponde Simone, infilando poi le mani sotto la maglietta del maggiore. A quel punto si stacca quel tanto che serve per borbottare un “Ma è la mia maglia questa?” Manuel ghigna. “Sì, perché? ‘a rivuoi?” il più piccolo gli sorride malizioso. “No, tienila tu. Senti che effetto che mi fai, a vederti con la mia roba addosso.” Afferrando poi una mano di Manuel per appoggiarla sull’evidente rigonfiamento dei boxer. Manuel trattiene a stento un gemito. A quel punto si sporge verso l’orecchio del più alto, leccandogli il lobo. “Peccato.” Sussurra. “Avrei voluto chiederti di togliermela.” Conclude, sentendo l’erezione di Simone crescere ancora di più sotto la sua mano che ancora aveva sul cavallo dei suoi boxer, e che non esita a massaggiare. Stavolta è Simone che trattiene un sospiro. “E la colazione?” Chiede, con voce strozzata. Manuel stringe di più le sue gambe attorno alla sua vita. “Al diavolo la colazione. Mo sbrigate a portamme de là e toglierme sta maglia de dosso.” Simone non ci pensa due volte, afferra Manuel da sotto le cosce e riprende a baciarlo, facendo dietrofront per tornare in camera, lasciando sul tavolo la colazione che Manuel aveva amorevolmente preparato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 15, 2024 ⏰

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