26. Lara

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Ha fatto delle ricerche su di me?
Poteva semplicemente chiedere, se aveva delle curiosità...
Non mi sono mai negata, sono sempre stata molto generosa e sincera con lui nel raccontarmi.

Perchè ha fatto delle ricerche, cosa voleva scoprire?
E perché diamine adesso mi sta chiedendo di Riccardo con quell'espressione scura in volto?

Sembra quasi che... ma no, non è possibile.

Eppure sembra proprio che sia...
Geloso. 
Sembra geloso.

È geloso? Di me?!

Uno stupido sorriso mi attraversa la faccia con prepotenza, non riesco a rispedirlo indietro, né faccio in tempo a nasconderglielo.

Forse anche lui prova qualcosa?
Nella mia testa quel dubbio fa timidamente capolino.
Anche se sarebbe folle e irrazionale, e non dovrei sentire questa felicità mista a speranza salire da dentro e mandarmi su di giri.

La furia che mi investe nei secondi successivi mi coglie impreparata, mi lascia senza parole.

Lo avevo visto altre volte arrabbiato, ma mai così.
E mai con me.
Mi attacca all'improvviso, senza motivo, con arroganza e cattiveria.

Poi scappa.

Dalla mia reazione, ma soprattutto da sé stesso.

Si odierà per come si è comportato, si starà martorizzando.
Quella certezza mi dà una fitta al cuore.
Non mi piace che mi si manchi di rispetto e le cose che ha detto sono meschine.
Tuttavia in questo momento non riesco a chiedermi come mi hanno fatto sentire le sue parole, non so fare ordine tra le mie emozioni: l'unica cosa a cui riesco a pensare è lui, a come si sente.
Non voglio che stia male. È questa la mia priorità.
E voglio capire.
Più di tutto, voglio capire.

"Richiamami" scrivo di getto e aggiungo un cuore per fargli sapere che i toni saranno distesi.

Non perde tempo, il telefono squilla immediatamente.
Niente videochiamata; forse, penso, non si sente a suo agio a mostrarsi in questo momento.

Sento il suo respiro ancora un po' affannato.
"Mi vergogno tanto... sono stato imperdonabile. Scusami." Inizia col dire a bassa voce, mortificato.

" Facciamo un gioco?" Rispondo con calma.
" Che gioco?" Chiede timidamente. È stupito da quella proposta.
"Cinque domande ciascuno. Risposte sincere, non sbrigative. E poi non torneremo più sull'argomento. Mai più."

Sospira; riacquista un po' di sicurezza nella voce.
" Mi sta bene. Inizia tu."

Mi piace rompere i suoi schemi mentali e sorprenderlo. Ho scoperto che così facendo riesco a tirarlo fuori dal suo guscio.

"Perché hai reagito in quel modo?" chiedo cautamente.
Voglio sapere, devo sapere.

Si prende un secondo di tempo prima di rispondermi.
" Credevo... ho pensato che tu volessi tenermi nascosti alcuni aspetti della tua vita "reale", che non volessi condividerli con me, mentre io ti ho tirato dentro a ogni singolo dettaglio della mia. Ho avuto l'impressione che dessimo due pesi e due misure alla nostra... amicizia.
Questo pensiero mi ha ferito. Mi ha fatto sentire insicuro. E anche stupido."
Poi prosegue con la sua domanda.
" Perché non mi hai mai parlato di quell'uomo, se per te è come un fratello?"

"Abbiamo sempre parlato di tutto, noi due.
Di cose frivole, divertenti, ma anche di argomenti profondi. Ci siamo raccontati apertamente fin da subito l'uno con l'altra, in maniera complice, unica...
Non mi sono mai censurata su nessun aspetto della mia vita con te, ti ho mostrato la mia anima senza timori, come non succedeva da tempo, da anni.
Ti ho affidato con fiducia i miei pensieri più intimi così tante volte che non avresti dovuto sospettare che volessi tenerti nascosto qualcosa.
Non ho due vite scisse tra loro, una reale e una virtuale: ho un unico sentire.
E tu... tu ne sei parte, una parte molto importante.
Il fatto che non ci siamo mai incontrati di persona è un dettaglio che non sminuisce il nostro rapporto, non cambia l'importanza che hai per me" lo sento emettere un lungo sospiro.

HIC IPSO TECUM (io qui con te)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora