Mr.Dornan è pronto a riceverla

65 3 0
                                    

Dakota vede che Lucas si stava avvicinando.
«mi sa che ci sono novitá!»dice.
«e speriamo che siano buone» dico io fin troppo agitata.
«ma si dai, comunque aspetta, ti do il mio numero perchè...non so come ma mi sono affezionata a te, poi fammi sapere com'è andata»
Cioè oddio, Dakota Johnson mi ha dato il suo numero...troppa roba sta succedendo oggi, TROPPA.
«oddio, non so che dire...grazie»
«Miss Mason, Mr.Dornan è pronto a riceverla, mi segua» dice Lucas con il suo tono fin troppo formale.
"Merda, merda, merda!"
E ora che faccio? una delle mie solite figure immagino.
E una volta dentro? gli parlo di me? gli faccio domande? e se mi reputa invadente? e se mi dice che sono troppo piccola? e se mi stupra?
"cosa?"
No, ecco, forse quello è un po' troppo, calmati Ashley, respira.
Faccio un respiro profondo e mi alzo in piedi.
«Buona fortuna, Ashley!» mi urla Dakota.
«Grazie ancora!» rispondo e mi avvio verso la sala infernale.
Mi trovo davanti ad una porta enorme.
«prego» dice Lucas invitandomi ad entrare.
Ho il cuore a mille, non devo cadere, NON. DEVO. CADERE.
RESPIRA, ASHLEY, RESPIRA.
Faccio un cenno con la testa a Lucas, che apre la porta e la richiude alle mie spalle.
«S-Salve...Mr.Dornan» dico timidamente e arrossisco.
Cazzo quanto è bello, difficile a credersi ma è molto più bello nella vita reale.
Rimango ferma, lui mi sorride, in modo spontaneo...sará che gli faccio tenerezza, boh.
Vedendo che non mi muovo, si alza, mi viene incontro e mi prende la mano, invitandomi a sedere.
«non devi essere timida, stai tranquilla.» dice ridendo.
«e quindi tu sei Ashley...»
«si, signore» dico io.
«hai un nome cosí...non comune da queste parti, come mai?» mi chiede.
Okay, le domande personali cosí vanno bene.
«no, signore, io in realtá mi chiamo Alessandra, solo che scelgo di farmi chiamare Ashley.»
«come preferiresti che ti chiamassi io?»
«preferibilmente Ashley, ma la scelta dev'essere sua.»
«sei piuttosto timida.»
«più che altro sono nervosa...»
«come mai? non devi avere paura di me»
«è il mio primo colloquio ed è una situazione del tutto nuova...»
«sará facile, hai delle domande da farmi?»
Lui è tranquillo, io sto morendo.
«beh, si un paio.»
«bene, fammele»
«lei assomiglia dal punto di vista caratteriale al suo personaggio in 50 sfumature?»
«è una bella domanda, Ashley, a te che sembra?»
"a te che sembra?" che ne so io delle sue abitudini sessuali, se gliel'ho chiesto c'è un motivo.
«ehm, io non saprei, signore, non la conosco da quei punti di vista.»
«che punti di vista?» sa benissimo cosa intendo, vuole mettermi a disagio.
Io sto zitta e guardo in basso, lui sorride.
«haha, stavo scherzando e...no, ho abitudini decisamente più tradizionaliste, comunque la risposta a questa domanda la scoprirai da te più avanti.»
Tutti con questo "lo scoprirai da sola" e cose del genere.
no, io lo voglio sapere ora.
«ho un'altra domanda, Signor Dornan...»
«fammela, ti prego.»
«come mai ha scelto di ricevere proprio me?»
«cosa intendi dire, Ashley, spiegati»
«sono impacciata, bassa, non certo una top model e infine sono la più piccola tra quelle in fila...come mai hai scelto di vedere me?»
«perchè mi hai colpito, proprio perchè sei piccola ed hai avuto coraggio, proprio perchè hai voluto provare e poi, te l'assicuro, sei bellissima e in quanto all'altezza, non costituisce per niente un problema»
"Ma...cosa...come...oddio" ha appena detto tutte queste cose a me?!
Sto arrossendo troppo.
«avrei un'ultima domanda, che non c'entra con la mia volontá di essere manager, è solo curiositá, posso fargliela?»
«mi offenderei se non la facessi.»
«sua moglie come ha reagito vedendo ciò che...ehm...era tenuto a fare nel film?»
«haha, tesoro, sono divorziato, mia moglie mi ha lasciato quando ho ottenuto il ruolo.»
«ommioddio, signore mi scusi, non...non volevo.»
«calma, non è successo niente.»
«mi dispiace, veramente.»
«basta, con queste scuse e basta con il chiamarmi "signore", ti prego non ti nascondere da me.»
«non mi sto nascondendo, come la dovrei chiamare allora?»
«chiamami Jamie.»
«non posso.»
«si, invece.»
«no, non ci riesco»
«ce la farai, fidati.»
Non reggo più il dialogo con quest'uomo...
Lui apre il cassetto sotto la scrivania e tira fuori un modulo.
"che?!"
«cos'è?» domando.
«un contratto, firmalo.»
PERCHÈ L'HA CHIAMATO CONTRATTO? CHIAMALO "MODULO", CHIAMALO "ACCORDO" MA NON CONTRATTO TI SUPPLICO.
«perchè dovrei?»
«perchè voglio che diventi la mia assistente, vedrò se promuoverti a manager più avanti, quando sarai più grande.
Ho grande fiducia in te, Ashley, so che sarai perfetta per questo ruolo, devi solo imparare a scioglierti un po', impareremo insieme.
Accetta, ti prego.»
Piango.
Dio se è perfetto.
Mi ha appena detto tutto questo o sto solo sognando, in quel caso non svegliatemi.
«Signore, io...io non so che dire...non pensavo di riuscirci...»
«non dire niente, prendi la penna e firma.»
«ma non ci sono regole, non c'è nulla di preciso.»
«le regole te le spiegherò poco a poco, per ora accetta e basta.»
Faccio un respiro profondo e penso che questo è in fondo il motivo per cui sono venuta qui.
Okay, ho deciso, datemi quel foglio e quella penna, io firmo.
«Va bene, signore, accetto»
Il suoi occhi si illuminano di gioia e il suo sorriso si fa smagliante.
«Benvenuta, tesoro, non te ne pentirai.»

age difference is just a numberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora