Il rientro alla vita universitaria non fu semplice Naoya avrebbe voluto tenere Akira costantemente sott'occhio, non poteva gridare a tutti di tenere le loro manacce lontane dal suo ragazzo, l'unica cosa che gli restava era incutere timore con la sua presenza nei pochi momenti in cui si vedevano.
Ma già dopo il secondo giorno che passarono insieme in mensa a qualche loro amico sorse più di un dubbio.
Alcuni pensarono semplicemente che da rivali, adesso che entrambi non erano più interessati a Sachiko, fossero diventati amici.
Toru invece non sopportando l'idea che Akira potesse sostituirlo come miglior amico con il bastardo Ishikawa, e seppur Tetsuya cercasse di dissuaderlo, decise di affrontarli direttamente.
Si avvicinò al loro tavolo e guardando Akira negli occhi chiese "Da quando sei amico di questo qui?"
Akira lo guardò sorpreso, non si aspettava un attacco così diretto "Ciao Toru"
Toru non demorse "A me non piace per niente, è solo un bastardo egocentrico"
Naoya lo guardò male "Cerchi rogne cagnaccio?"
Akira cercò di correre ai ripari "Calma. Io e Naoya ci conosciamo da alcuni mesi. E' tutto a posto"
Toru e Naoya continuavano a guardarsi male pronti ad affrontarsi, in quel momento fortunatamente arrivò Tetsuya "Ho visto Nanami dall'altra parte della sala. Era sola, credo ti stesse cercando"
Toru appena sentì il nome della ragazza si illuminò "Devo andare, ma ne riparleremo"
"Quando vuoi Inuzuka" rispose minaccioso Naoya.
Il biondo gli diede un calcio "Calmati è un mio amico"
"Begli amici ..."
Akira scoppiò a ridere "Senti chi parla. Questa mattina Jun mi ha dato praticamente del sesso-dipendente."
Naoya sentì prudere le mani al ricordo, ma cercò di sminuire "Ha solo detto che hai avuto molte ragazze"
"No, ha detto, testuali parole "Bel biondino, finite le ragazze da scopare sei passato ai maschietti? Fotti o ti fai fottere? Perché potrei farci un pensierino"
Naoya sbuffò "In parte è colpa tua per aver accettato di uscire con Subaru"
Akira si ricordava perfettamente come era andata quella sera "Sì, ma poi non ci sono andato"
"Sì, ma lui era dalla mattina che si vantava della serata"
Akira sbuffò "Vorrà dire che mi cercherò una ragazza e me la scoperò davanti a tutti"
Naoya assottigliò lo sguardo "Se lo fai ti lego al letto e ti fotto fino al giorno del tuo compleanno."
In quel momento videro passare Shiba insieme a Miya, forse ancora non aveva saputo che la rossa non era più la fidanzata di Naoya, visto che nessuno dei due aveva dato la notizia.
A Naoya non interessava, l'importante era non averla più tra i piedi e Miya amava essere considerata la ragazza del moro anche se era una bugia. Era stato un sogno troppo breve.
Sachiko era seduta qualche tavolo più indietro insieme a Rintaro e li stava guardando pensando a come avesse fatto a lasciarseli scappare entrambi. Chi troppo vuole nulla stringe, si disse.
Dopo un po' Naoya e Akira videro passare nuovamente Shiba, questa volta però era solo, appena notò Naoya si avvicinò.
"Ishikawa come mai non sei con la tua fidanzata"
L'interpellato alzò le spalle "Ho visto che era in buona compagnia"
Shiba sorrise "Se a te non dispiace, oggi pomeriggio la porto a vedere un film"
Naoya rimase impassibile "Dopo scopala, visto che io non ho nessuna intenzione di farlo. Mi faresti un grosso favore"
Shiba rimase senza parole.
Naoya ne approfittò e facendo un cenno a Akira si alzarono.
Akira sorrise "Ci vediamo Shiba" beccandosi un'occhiataccia di Naoya.
Appena fuori dalla mensa visto che era ancora presto Akira sorrise furbo "A forza di parlare di sesso mi hai fatto venire voglia di andare in un posto"
Naoya lo seguì curioso.
Arrivati davanti alla biblioteca di legge Akira si girò verso Naoya con una strana espressione.
Naoya ghignò "Allora è vero che sei un sesso-dipendente"
Akira si leccò le labbra "Sesso-Naoya-dipendente."
Entrarono e trovarono la biblioteca deserta. Era venerdì all'ora di pranzo e le lezioni erano iniziate da pochi giorni dopo la pausa estiva, molti studenti erano già ripartiti per passare il fine settimana a casa, altri si stavano semplicemente godendo il sole in giardino.
Akira si diresse allo stesso tavolo dove aveva trovato Naoya la prima volta.
Poi si girò verso il moro e indicandogli la sedia "Prego"
Naoya ghignò e obbedì ricordandosi perfettamente l'eccitazione di quel giorno e la sentì nuovamente scorrere prepotente.
Akira si posizionò sul tavolo nello stesso modo, seduto davanti a Naoya con i piedi sui braccioli della sedia.
Si appoggiò all'indietro sulle braccia e disse "Cosa ti ricorda Noya?"
Naoya gli massaggiò l'intimità che aveva proprio davanti, poi disse "Non ho più paura di essere scoperto. Oggi non mi fermerò"
Akira sorrise era proprio ciò che sperava "Allora fai ciò che sai fare meglio... fottimi. E di a Jun che si dovrà mettere in fila perché al momento sono alquanto occupato"
Naoya lo guardò negli occhi e gli slacciò i pantaloni riprendendo a massaggiargli il sesso. Si alzò dalla sedia per allungarsi su di lui e coinvolgerlo in un bacio passionale.
Mentre con la lingua invadeva la sua bocca, con la mano entrò nei suoi boxer per afferrare il suo sesso e masturbarlo.
Akira si lasciò toccare e baciare godendosi quel piacere che sapeva dargli solo il moro.
Quando si staccarono Naoya si risedette e aiutò Akira a togliersi completamente i pantaloni e l'intimo.
Poi si abbassò sul suo sesso teso e tenendolo con una mano iniziò a leccarlo, mentre l'altra la portò alla bocca del biondo per fargli bagnare le dita.
Akira le accolse e iniziò a leccarle e succhiarle, a giocarci con la lingua per chiedere di fare altrettanto.
Naoya rispose alla sua richiesta e prese in bocca il suo sesso seguendo quello che lui faceva alle sue dita.
Era un gioco decisamente erotico, ma Naoya voleva possederlo e aveva bisogno di prepararlo così dovette interromperlo e portare le dita, ormai completamente bagnate, alla piccola apertura e iniziò a violarla.
Akira si stese maggiormente appoggiandosi sui gomiti per dargli miglior accesso e buttò la testa all'indietro.
Quando Naoya inserì il secondo dito Akira sentì una scarica di piacere intensa e gemette in risposta.
Si distese completamente per poter portare le mani alla testa di Naoya e spingergli il suo sesso più in profondità e aumentare il ritmo.
Naoya sentì Akira tendersi e spingergli la testa segno dell'arrivo imminente dell'orgasmo, infatti di lì a poco il suo sperma gli invase la bocca.
Naoya dopo aver accolto quel liquido caldo si sentì tirare i capelli, Akira lo fece alzare e guardandolo con occhi ancora liquidi del piacere provato e ancora ansimante, lo prese per il collo e lo portò alle sue labbra, per sentire in quella bellissima bocca il suo stesso sapore.
Gli leccò le labbra ancora sporche, poi gli invase la bocca prepotente andando a saggiare ogni sua parte, segno che non era ancora soddisfatto, voleva di più.
Naoya sorrise "Lo avrai, non mi sarei mai fermato"
Naoya liberò la propria erezione, dopo aver bagnato la punta, si risedette sulla sedia trascinando giù anche Akira, poi facendolo sedere sul suo bacino con le gambe sui braccioli lo penetrò.
Akira trattenne il fiato e si aggrappò al suo collo, mentre Naoya lo impalava centimetro dopo centimetro.
Quando fu tutto dentro Naoya portò le mani sotto il sedere di Akira per alzarlo e abbassarlo sul suo sesso, uscendo e rientrando in lui con forza.
Akira sentì il dolore invaderlo, ma ormai lo amava, amava quel dolore che anticipava il piacere travolgente.
Naoya voleva spingersi maggiormente in quell'antro caldo e stretto che tutte le volte,stringendolo fino quasi a fargli male, lo conduceva in paradiso.
Si alzò dalla sedia e depositò nuovamente Akira sul tavolo, gli fece alzare le gambe per aver un miglior accesso e tenendolo per un fianco prese a muoversi veloce in lui.
Akira portò la mano al suo membro per darsi piacere, ormai completamente risvegliato dalle scosse di piacere che Naoya sapeva dargli penetrandolo con precisione, facendolo ansimare e chiedere di più.
L'altra dovette portarsela alla bocca per evitare di gemere troppo forte ricordandosi dove si trovavano.
Ad un certo punto sentirono delle voci, ma nessuno dei due voleva smettere, Akira per farglielo capire senza essere sentito, circondò la vita di Naoya con le gambe e allungò le braccia per aggrapparsi al suo collo.
Naoya decise di spostarsi in un posto più nascosto.
Poco distante da loro, dove finiva la scaffalatura c'era una piccola nicchia di circa un metro creata dalla differenza di lunghezza con la parete dietro.
Naoya gli fece avvolgere meglio le gambe attorno alla sua vita e dopo avergli sussurrato "Reggiti" lo prese in braccio e lo portò lì.
Lo appoggiò con la schiena contro il muro e rientrò in lui.
Akira si aggrappò alle sue spalle e per non gemere sapendo di non essere più soli nella biblioteca, morse Naoya sulla spalla.
Naoya si spingeva con forza tenendolo in braccio e facendogli strisciare la schiena al muro, fortunatamente aveva ancora la camicia che lo proteggeva un po'.
Akira portò una mano al suo sesso incastrato fra i loro addomi, voleva venire.
Al momento dell'orgasmo si baciarono per soffocare nella bocca dell'altro i loro gemiti.
Si rivestirono in fretta e scapparono a casa di Akira per poter fare una doccia.
I giorni passarono e la loro amicizia iniziò a sembrare normale anche agli occhi dei loro amici più scettici.
A Toru Naoya continuava a non piacere, ma alla fine lo accettò.
Jun pensava ancora che fosse strano per Naoya diventare amico di un ragazzo simile, il suo esatto opposto, e che quindi sotto ci doveva essere qualcosa.
Le sue battute sul fatto che adesso Naoya preferisse i ragazzi erano continue.
Akira fu invitato diverse volte a cena a casa Ishikawa.
Inizialmente Naoya aveva sbuffato infastidito, ma poi erano diventate delle serate piacevoli.
Innanzitutto non dovevano fingere visto che sia suo padre che suo fratello Yukio sapevano perfettamente la natura del loro rapporto.
Poi suo padre sembrava in parte tornato quello di un tempo, come se si fosse liberato di un grosso peso.
Forse l'aver ritrovato Akira aveva alleviato il rammarico per non aver potuto fare niente per il suo amico Kyoji.
Adesso poteva prendersi cura di suo figlio, gli assomigliava in modo incredibile non solo nell'aspetto esteriore.
Guardare lui e Naoya punzecchiarsi era come rivedere se stesso e Kyoji ai tempi dell'università.
Tokuma era riuscito a farsene una ragione anche della relazione di Yukio, dopo che lui lo aveva affrontato dicendogli cosa provava per il ragazzo dai capelli rossi: era disposto a tutto per restare con lui e niente e nessuno avrebbe potuto fargli cambiare idea.
Haru però non era ancora andato a casa Ishikawa e non aveva incontrato Tokuma, a parte quel veloce incontro nell'ufficio di Yukio, sentiva ancora una certa avversione all'idea di essere ufficialmente fidanzato, voleva mantenere ancora una parvenza di "sto con te solo perché scopi da dio", mentre lo sapeva bene, anche se non lo voleva ammettere, che c'era molto di più nel loro rapporto ... quella cosa innominabile tatuata sulla sua pelle ...
Una settimana prima del suo compleanno Akira chiese a Naoya di andare insieme a visitare la tomba dei suoi genitori.
Naoya accettò molto volentieri.
Arrivarono in un paesino molto piccolo, era il luogo natale di Harumi, madre di Akira, lo stesso posto da cui Ryoma lo aveva portato via anni prima.
Akira non ci aveva più messo piede, era la prima volta che tornava a visitare la tomba dei suoi genitori da quando si erano trasferiti a Tokyo.
Adesso voleva fare quel passo, voleva fare la pace anche con quella parte del suo passato.
Non era più un bambino spaventato, aveva trovato finalmente il suo posto e niente e nessuno lo avrebbe più intimorito in quel modo.
Aveva detto anche a Tokuma dove si trovava la tomba di suo padre e infatti appena arrivarono videro ai piedi della colonna nera che riportava il nome di Kyoji dei fiori bianchi messi da pochissimo e una candela con un biglietto "Al mio grande amico e fratello".
Naoya strinse Akira da dietro "Il nostro destino era quello di incontrarci, già prima che nascessimo ..."
Akira sorrise, adesso avrebbe affrontato la sua grande perdita con meno odio, cercando di ringraziare per quello che i suoi genitori gli avevano dato e forse con il tempo anche i ricordi sarebbero tornati.
Akira rivolse a voce alta un pensiero ai suoi genitori "Mamma, papà. Non vi preoccupate per me. Ryoma mi ha sempre voluto bene e protetto come un figlio e adesso ho trovato una persona speciale, Naoya, e altre persone che mi vogliono bene. Non sono più solo. Scusate se non sono venuto a trovarvi prima, ma so che voi mi siete sempre vicini."
Naoya aggiunse "Mi prenderò sempre cura di vostro figlio"
Akira si girò verso Naoya "Possiamo andare"
Akira aveva deciso di organizzare il suo compleanno in un locale, ma Ryoma aveva insistito per prestargli la casa, visto che lui era fuori quel fine settimana, in fondo era anche casa sua.
Prima che partisse per il suo viaggio avevano festeggiato insieme a Naoya e suo padre.
Una cena informale che si concluse con Ryoma e Tokuma che tra un bicchiere di sakè e un altro ricordavano le imprese di Kyoji.
Ascoltandoli Akira si sentì incredibilmente felice, suo padre aveva avuto accanto oltre a sua madre, altre due persone che lo avevano amato veramente.
Naoya invece ascoltando gli aneddoti si ritrovò a pensare che non doveva stupirsi se Akira era un tale ciclone: tale padre, tale figlio.
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UNA PIEGA IMPREVISTA (rivista e corretta)
Short StoryIn un'università grande come quella di Tokyo è praticamente impossibile incontrarsi, ma il destino tesse trame inaspettate per stravolgere la vita di due ragazzi, trasformandoli da rivali per la stessa ragazza in amanti. Akira in quel momento si sen...