-17-

309 12 1
                                    

DYLAN POV

"Quindi? Che hai intenzione di fare? non possiamo lasciare che lei resti lì senza uno di noi, va bene c'è Chloe ma non riuscirà a fornirle la protezione di cui ha bisogno."

L'osservazione di Xaver era più che giusta ma non potevo neanche essere padrone della vita di mia sorella, se lei fosse restata lì a me andava bene, certo non condividevo assolutamente la sua idea ma avrebbe potuto fare quello che le pareva.

"sono stato uno stronzo...è tutta colpa mia...lei sarebbe ancora qui se non avessi detto tutte quelle cose...è colpa mia....scusami Dylan..." non sapevo che rispondere a quelle parole, mio fratello certamente aveva sbagliato ma anche Delia lo aveva fatto, hanno sbagliato entrambi e il che ci ha portati dove siamo ora. Non posso però neanche farne una colpa assoluta a Darren, era fuori di sé dopo aver rivisto Cole era in un mix di emozioni il che essendo un ragazzo molto emotivo lo ha portato ad esprimere in maniera ampliata ciò che provava.
"Non è colpa tua...o almeno non solo, però ora non è il momento di ripiangere le scelte fatte dobbiamo convincere nostra sorella a tornare da noi."

DELIA POV
Avevo fatto una scelta e ora ne stavo pagando le conseguenze, certo se questo era quello che avrei dovuto affrontare per salvarli avrei fatto questo e molto di più.

Avrei fatto di più di tornare a casa con dei lividi dovute alle sue assurde punizioni. Avrei fatto di più che lavorare per lui. Avrei fatto molto di più se questo avrebbe significato proteggere i miei fratelli.

Dopo l'arrivo della lettera e l'attacco di rabbia che ho avuto, sono uscita per andare da co lui che sapevo avrebbe posto fine alla mia sanità mentale. Quando mi ritrovai nel suo ufficio notai tutto con una certa aria familiare, le pareti bianche e sporche per via della muffa dovuta all'umidità, il pavimento in cotto gelido e sporco, la scrivania posta al centro della stanza con assenza più totale di fiori , quadri e colori. Sembrava l'ufficio di un sadico. Non sembrava. Era.

Vederlo lì a sedere con quel sorriso perverso e quegli occhi che mi hanno vista in tutte le situazioni possibili e quelle orecchie che hanno udito tutte le mie urla e le mie preghiere mi dava un senso di ribrezzo e rabbia, ma non potevo attaccarlo sapevo che sarebbe stato più forte lui.

"È un piacere rivederti bimba mia..siediti" disse, non so come ma non avevo paura. Riuscivo a guardarlo negli occhi senza la paura di soffocarmici. Feci ciò che disse e attesi le sue prossime parole...

"ti propongo un'accordo Delia. Tu lavori per me e con me, e in cambio io non toccherò nessuno dei tuoi fratelli, a te la scelta"

Il trio dei dannati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora